Minori migranti, vertice Governo-Regioni-Comuni: le organizzazioni chiedono un decreto legge per dare attuazione immediata alla proposta di legge sulla protezione dei minori migranti ferma alla Camera.
Mag 8th, 2015 | Di cc | Categoria: Spazio ai RagazziLa richiesta in una Lettera a firma di AiBi, Amnesty International, Centro Astalli, CIR, CNCA, CNCM, Emergency, Intersos, Save the Children e Terres des Homme, appena inviata
Le organizzazioni impegnate nella tutela dei diritti dei minori, chiedono oggi in una lettera indirizzata al Ministro dell’Interno Angelino Alfano, al Presidente della Conferenza delle Regioni Sergio Chiamparino e al Presidente dell’ANCI Piero Fassino, a poche ore dal vertice che li vedrà riuniti a Roma, il varo di un decreto legge che dia immediata esecutività ai contenuti del disegno di legge C. 1658, attualmente ferma in commissione Affari Costituzionali della Camera, volto a disciplinare finalmente in modo organico, sul territorio nazionale, la protezione e l’accoglienza dei minorenni stranieri non accompagnati.
Dall’inizio dell’anno sono 1.686 i minori stranieri non accompagnati giunti nel nostro paese: ragazzi e ragazze, a volte poco più che bambini, che approdano sulle nostre coste senza adulti di riferimento, dopo aver affrontato viaggi sempre più drammatici, e bisognosi di accoglienza e protezione adeguate che però il nostro paese non riesce ad assicurare in assenza di un sistema efficiente e organico di accoglienza.
Per tale ragione il 4 ottobre 2013 è stato presentato alla Camera il disegno di legge C.1658 - prima firmataria Sandra Zampa - sostenuto da parlamentari dei principali partiti politici di maggioranza e opposizione.
La proposta di legge è tuttavia ferma in Commissione Affari Costituzionali della Camera e, perciò, ne viene richiesta l’immediata traduzione in decreto legge.
Esso dovrà in particolare prevedere e assicurare l’estensione del sistema Sprar - il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati – a tutti i minori stranieri non accompagnati, attraverso regole certe, garanzia di pari condizioni di accesso, maggiore solidità e qualità nella rete di accoglienza e di tutela e, infine, l’ottimizzazione delle risorse pubbliche, visto che nella gestione d’emergenza i costi sono maggiori ed è più difficile garantire efficienza e trasparenza