Renzi non è il Principe Azzurro…
Apr 27th, 2015 | Di cc | Categoria: Politica
di Edoardo Barra
Se il silenzio servisse a cambiare le cose, forse occorrerebbe che tutti tacessimo, ma visto che i canti di gloria in onore del potente di turno pare non smettano mai, allora è necessario che le voci di contrasto si alzino senza temere di essere tacciati di vecchiume. Sì, perché se il nuovo che avanza è rappresentato dalla filosofia e dal modo di agire renziano, allora c’è veramente da preoccuparsi.
In poco tempo il Giovin Capitano, si è trasformato da rottamatore a novello Condottiero autoritario e capace manovratore di vecchie logiche. Ha dimenticato, o forse si è solo palesata una sua convinzione ben celata, cosa significhi il confronto tra le parti, quel banale assioma che però è alla base della regola democratica. Ha fatto così con i Sindacati cercando di limitarli in un angolo angusto e buio, ha agito allo stesso modo con l’opposizione che - inebriata anch’essa dal novello condottiero - si era illusa di poter portare avanti con lui accordi di cristiana denominazione, sta operando nel modo più autoritario e dispotico possibile con chi nel suo partito (o in quel che resta del PD) non è in linea con i suoi diktat, lo sta facendo con continui ricatti verso il Parlamento. Tutto ciò contornato da annunci, twitterate, slide, faccine ed esaltazione di se stesso perdendo, di fatto, il contatto con la realtà e volendo illudere il Paese di essere il Principe senza macchia che lo risveglia.
E intanto l’economia rimane in coma, in politica estera contiamo quanto lo zero come dimostrano le posizioni assunte dagli altri paesi del continente in merito agli sbarchi (qualche soldo ma i profughi rimangono un problema nostro!), la disoccupazione ha raggiunto ambiti da preoccupazione sociale, i consumi delle famiglie sono tornati ai livelli precedenti il nuovo secolo. Insomma una debacle su tutti i fronti tranne per il disegno, secondo chi scrive allarmante, di un solo unico grande partito della Nazione corredato da una legge elettorale che di fatto permetterà al Premier di scegliere la maggioranza di quello che dovrebbe essere un Parlamento libero e rappresentativo.
Le ultime uscite del novello Condottiero vanno in questo senso aiutato dalla disarmante e sterile opposizione interna di quello che un tempo fu il partito della sinistra e la frantumazione del Centrodestra. Cose, queste ultime, che stanno creando lo spazio in Parlamento per il dilagare del progetto renziano.
Il confronto politico è la base dell’equilibrio sociale. Siano due poli o differenti schieramenti poco cambia, quello che deve rimanere vivo è il dibattito, la discussione (anche lo scontro se necessario) che garantisca un compromesso valido per la crescita di un paese. Questo sta venendo meno. Anzi, al momento, la cosa più facilmente immaginabile è una deriva autoritaria di cui l’Italia non ha certo bisogno anche perché le scelte operate sin qui da questo Governo non vanno certo nel senso della rinascita tanto auspicata.
La stessa eterea speranza che il novello Condottiero era riuscito a infondere nei primi mesi del suo mandato (ricordiamo: deciso in una direzione di partito e non dal voto popolare) sta venendo meno e sui marciapiedi lo sconforto e la disperazione sta prendendo tragicamente l’aspetto di irreversibilità, cosa questa che può determinare grandi problemi sociali.
Non è allarmismo e nemmeno superficiale pessimismo, è un dato di fatto. Solo chi non vive la gente, solo chi non conosce la disperazione dei senza lavoro, solo chi non respira la polvere dei marciapiedi può illudersi che il Paese si stia rialzando.
E allora ben venga il Landini di sorta che ripropone un’idea di sinistra forte, ma sia pure benvenuta (ed è necessaria) una nuova primavera del Centro Destra che si opponga a quella idea. Insomma siano ripristinati i giochi democratici che ricreino i normali equilibri spazzando via quella idea malsana e ipocrita di un “nuovo” fatto di chiacchiere e sorrisetti, di letture della realtà fuorvianti e ipocrite prese di posizioni anche da parte di chi è chiamato ad esprimere valutazioni pubbliche. Infatti la domanda nasce spontanea, così come lo stesso Crozza ha recentemente proposto: ma se quello che sta facendo il novello Condottiero lo avesse fatto Berlusconi cosa sarebbe successo?
E allora occorre svegliarsi e capire che non esiste il principe azzurro. Occorre farlo per i giovani, per il Paese, per il nostro futuro.
Edoardo Barra