Sport, tecnologie e politiche sulla Disabilità”. Grande successo per il Convegno promosso da Stelle nello Sport. Salvatore Cimmino: “Nuoto perché non ci siano più figli di tecnologia minore”
Apr 24th, 2015 | Di cc | Categoria: SaluteGrande successo per il convegno “Sport, tecnologie e politiche sulla disabilità” organizzato ieri da Stelle nello Sport assieme a Salvatore Cimmino e Filippo Tassara. “La diversità costituisce arricchimento e io nuoto per farlo capire a tutte le istituzioni italiane al fine di potere vivere presto in un mondo senza barriere senza barriere architettoniche ma soprattutto mentali”.
In questo modo, il nuotatore dell’Aniene si è rivolto agli oltre 70 studenti di Scienze Motorie dalla Casa delle Federazioni. Disabile dall’età di 14 anni, a causa di un terribile osteosarcoma provocante amputazione della gamba all’altezza del femore, Cimmino scopre il nuoto all’età di 40. Ben presto, le sue imprese natatorie diventano il mezzo per dar voce a una grande categoria: i portatori di handicap. “Voglio raccontare a tante persone le contraddizioni di questo Paese: da una parte godiamo di legislazione favorevole all’integrazione ma dall’altra paghiamo un ritardo culturale con i tagli dei fondi alla nostra categoria in caso di difficoltà economiche generali e un tariffario delle protesi davvero obsoleto”.
Filippo Tassara, tecnico e presidente della Nuotatori Genovesi, è al suo fianco dal 2007. “Insieme abbiamo preparato il Giro d’Italia a nuoto, la prima grande impresa di Salvatore – spiega Tassara – Nuotatori come Formentini, Baldini, Stochino e Alberico lo affiancarono come delfini nella prima tappa genovese”. La tappa ligure fu seguita da altre nove tappe. All’ultima, a Senigallia, Salvatore pensò di fare il giro d’Europa con i passaggi nello stretto di Gibilterra, nel canale della Manica e nello stretto di Oresund. Chilometri e chilometri con un preciso obiettivo. “Nuoto affinché non ci siano più figli di una tecnologia minore” dice ancora Cimmino. Dal 2010 al via “A nuoto nei mari del Globo” con le bracciate del nuotatore romano a Israele e Slovenia nel 2010, Argentina, Canada e Nuova Zelanda nel 2011, Congo e Boston nel 2012, Australia e Messico nel 2013 e, dopo New York (2014).
L’ultimo capitolo di questa grande storia verrà scritto nel 2016, a luglio, con i 170 chilometri che uniranno Cuba e la Florida. “La struttura di medicina dello sport è una struttura del Coni per il recupero di atleti olimpici e nazionali. Quando Salvatore mi ha chiesto di supportarlo dal punto di vista clinico-funzionale per quest’impresa, mi sono tornate in mente le esperienze passate da medico della nazionale paralimpica per Pechino, Vancouver e Londra. Quelle esperienze mi hanno lasciato un segno indelebile” dice il professor Antonio Spataro, direttore dell’Istituto di Medicina dello Sport del CONI.
Eugenio Guglielmelli, docente di Biomeccatronica, Bioingegneria della riabilitazione Università Campus Bio-Medico di Roma, inquadra i progressi della tecnologia a favore dei disabili. “Lo sport, che promuove la salute e la qualità della vita, può andare oltre la disabilità, permettendo ai disabili di costruire relazioni sociali. Esistono protesi meccaniche e azionate dal corpo. Mentre ci sono anche protesi a controllo mioelettrico: arriviamo a costi di migliaia di euro in questo caso, per poi arrivare a protesi bioniche come quelle su cui stiamo lavorando. I costi bloccano la diffusione su larga scala degli ausili più avanzati limitando purtroppo l’impatto sociale per gli amputati”.
Anche Manuela Di Nicola, membro della direzione tecnica Ottobock. parla di innovazione. ““Genium”, la nostra protesi, è nata nel 2011. è il primo sistema bionico di arto inferiore che non è pensato per atleti, perché le loro esigenze sono diverse da quelle di un amputato nella vita di tutti i giorni. Gli utenti ci hanno chiesto di potenziare questa realtà. Il ginocchio fa quello che vuole l’utente, ma ora si doveva fare lo step successivo e adeguarlo a tutti i percorsi, come l’acqua. Per questo abbiamo creato “Genium X3”. È stata introdotta la modalità corsa, oltre al movimento in acqua e la capacità di percorrere ogni superficie e superare ogni ostacolo”
Antonella Cimaglia, volontaria della Associazione Costello Cardio Facio Cutanea, sottolinea il grande feeling con Cimmino. “Con Salvatore ci siamo subito capiti, perché le battaglie da portare avanti ci accomunano. Avendo una bambina con una malattia rarissima, mi sono trovata davanti una realtà spaventosa. A cominciare da aspetti burocratici impensabili. Il tema da affrontare non è la disabilità, ma la civiltà. Persino a Londra ci sono rampe, ma non accessi per disabili. Ho avuto la sensazione di un paese incivile. Il nostro obiettivo è parlare di accessibilità per tutti, per disabili e anziani”.
Di notevole spessore anche l’intervento di Mauro Bornia, presidente della Consulta Provinciale de La Spezia e coordinatore regionale della principali Associazioni delle persone con disabilità. “Io fino a 28 anni ero normodotato: mi ricordo la difficoltà con cui approcciarmi. Avevo un amico disabile per un incidente in moto: avevo paura a relazionarmi per non dire quella parola che avrebbe potuto dare fastidio. Non capivo la disabilità. Ma prima della disabilità, c’è una persona. Essere disabili non significa essere migliori o peggiori. La tendenza di massificare, di creare categoria, soprattutto per sottrazione, mette in risalto la parte mancante. L’intero è più della somma delle sue parti, diceva Aristotele”. Al Convegno sono intervenuti anche l’assessore regionale allo sport Matteo Rossi e il vicepresidente Coni Liguria Alberto Bennati.