L’ intervista a James Comey, direttore dell’Fbi.

Apr 4th, 2015 | Di cc | Categoria: Politica

Nel numero di aprile di Poliziamoderna, rivista ufficiale della Polizia di Stato,  l’intervista a James Comey, direttore dell’Fbi. Con lui abbiamo parlato di come il Bureau combatta oggi il terrorismo ma anche del delicato rapporto tra privacy e sicurezza, tematica molto sentita da Comey che afferma: «Dobbiamo affrontare minacce molto concrete poste da criminali, terroristi, spie e soggetti malintenzionati che si muovono nel mondo cibernetico. Di conseguenza, abbiamo bisogno di dati di intelligence accurati e tempestivi per identificare tali soggetti e capire cosa abbiano in mente. Questo significa che abbiamo bisogno della sorveglianza elettronica e dei dati sulle comunicazioni elettroniche. Per ottenerli, dobbiamo trovare un modo che ci consenta di evitare che vengano commessi reati e al contempo di proteggere la riservatezza e le libertà civili e promuovere l’innovazione nel settore della privacy».

Ed è il direttore dell’Fbi a sottolineare come sia cambiata la strategia del terrore grazie alla propaganda e alla formazione terroristica su Internet : «Non è più necessario far arrivare un terrorista esperto negli Stati Uniti per fare proseliti: il reclutamento e la radicalizzazione avvengono on line. Internet consente loro di assorbire tutto il veleno di cui necessitano per commettere atti di violenza indicibile. Questo ha consentito ai terroristi, da spazi sottratti a ogni controllo, di far presa su tante anime tormentate in tutto il mondo, con due obiettivi: il primo, attrarle alla loro causa e convincerle a lasciare il proprio Paese; il secondo, qualora non siano in grado di partire, motivarle a fare qualcosa nel loro Paese».

La parola chiave per combattere il terrorismo è collaborazione. Collaborazione con le forze di polizia di tutto il mondo, e Comey coglie l’occasione per ribadire quanto sia intensa quella tra la Polizia di Stato e l’FBI (da lui definita come una tra le migliori) nata grazie al giudice Falcone ai tempi dell’operazione Pizza Connection.

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