Immigrazione malata. Letteralmente. L’Austria non solo ce li rimanda indietro malati, ma nemmeno ci avvisa per poterci attrezzare.
Mar 30th, 2015 | Di cc | Categoria: PoliticaE’ accaduto durante il fine settimana, ma non è la prima volta che succede. Un
immigrato, malato, scovato dalla polizia austriaca è stato “raccompagnato” in Italia al
Commissariato del Brennero.
Sono migliaia coloro che hanno subito la medesima sorte, altrettanti ed ancor di più la
seguiranno quest’anno. Proprio per questo serve un’attenzione particolare per quella
che è diventata la vera frontiera d’Europa, dove i trattati tra gli Stati, contano, ma alla
fine tocca sempre e solo a noi poliziotti curarci in tutto e per tutto di questi immigrati,
dichiara Franco Maccari, Segretario Generale del Sindacato di Polizia Coisp.
Il giovane marocchino era stato fermato il giorno prima in Austria, e li, secondo il suo
racconto è stato colto da una crisi epilettica, ma avendo con sé un paio di pillole, è
riuscito ad evitarne gli effetti più nefasti.
All’indomani, accompagnato dalla polizia austriaca al Commissariato del Brennero è
stato consegnato senza che questa particolare condizione medica fosse menzionata nei
documenti che accompagnavano lo straniero. Dopo meno di un’ora il giovane cadeva a
terra in preda a convulsioni, finendo sotto una scrivania. Solo la prontezza dei poliziotti
ha evitato peggiori conseguenze del ricovero in ospedale, prosegue Maccari.
Nel recente passato si erano verificati anche dei casi di scabbia, senza che le autorità
austriache lo sapessero o l’avessero segnalato. Noi così lavoriamo al buio.
I protocolli di intesa, gli accordi e le visite ufficiali non servono a nulla a noi se la
nostra sicurezza di operatori di polizia rimane l’ultima priorità, un male accettabile solo
da chi non passa ore in una stanza con persone che portano e porteranno qualsiasi
forma di malattia, senza che noi possiamo né proteggerci, né curarli, né salvaguardare i
cittadini ignari che vengono a contatto con queste persone una volta usciti dalle porte
dei nostri Uffici.
Non si tratta di facili allarmismi, di ideologie, di generalizzazioni che lasciamo ai
politici, ma semplicemente di non nascondere, assieme alla realtà, la polvere sotto al
tappeto dell’ipocrisia del “se non vedo non mi riguarda…”, conclude il leader del
Coisp.