La Pasqua
Mar 16th, 2015 | Di cc | Categoria: ReligioneLa Pasqua è la principale festività del cristianesimo[1][2]. Essa celebra, secondo tutte le confessioni cristiane, la risurrezione di Gesù, che avvenne nel terzo giorno dalla sua morte in croce, come riportato dalle Scritture.
La data della Pasqua, variabile di anno in anno secondo i cicli lunari, cade infatti la domenica successiva alla prima luna di primavera, determina anche la cadenza di altre celebrazioni e tempi liturgici, come la Quaresima e la Pentecoste[3].
La Pasqua cristiana presenta importanti legami ma anche significative differenze con la Pasqua ebraica[4].La Pasqua ebraica, chiamata Pesach (pasa’, in aramaico), celebra la liberazione degli Ebrei dall’Egitto grazie a Mosè e riunisce due riti: l’immolazione dell’agnello e il pane azzimo[5].
La parola ebraica pesach significa “passare oltre”, “tralasciare”, e deriva dal racconto della decima piaga, nella quale il Signore vide il sangue dell’agnello sulle porte delle case di Israele e “passò oltre”, colpendo solo i primogeniti maschi degli egiziani, compreso il figlio del faraone (Esodo, 12,21-34). La Pesach indica quindi la liberazione di Israele dalla schiavitù sotto gli egiziani e l’inizio di una nuova libertà con Dio verso la terra promessa. Gli ebrei che vivono entro i confini dell’antica Palestina celebrano la Pasqua in sette giorni. Durante la festa un ebreo ortodosso deve astenersi dal consumare pane lievitato e sostituirlo con il pane azzimo, come quello che consumò il popolo ebraico durante la fuga dall’Egitto; per questo motivo la Pasqua ebraica è detta anche ‘festa degli azzimi’. La tradizione ebraica ortodossa prescrive inoltre che, durante la Pasqua, i pasti siano preparati e serviti usando stoviglie riservate strettamente a questa ricorrenza.
Con il cristianesimo la Pasqua ha acquisito un nuovo significato, indicando il passaggio da morte a vita per Gesù Cristo e il passaggio a vita nuova per i cristiani, liberati dal peccato con il sacrificio sulla croce e chiamati a risorgere con Gesù. La Pasqua cristiana è quindi la chiave interpretativa della nuova alleanza, concentrando in sé il significato del mistero messianico di Gesù e collegandolo alla Pesach dell’Esodo[5].
Perciò, la Pasqua cristiana è detta Pasqua di risurrezione, mentre quella ebraica è Pasqua di liberazione dalla schiavitù d’Egitto. Quest’ultimo significato si ricava leggendo uno dei più importanti pensatori ebraici: Filone d’Alessandria scrive che la Pasqua è il ricordo e il ringraziamento a Dio per il passaggio del Mar Rosso, ma che ha anche il significato allegorico di purificazione dell’anima[6]. La Pasqua ebraica può essere intesa anche come attesa per il Messia, come ad esempio attesta il Targum Exodi, che descrive la notte di Pasqua come il ricordo delle quattro notti iscritte nel libro delle memorie: la creazione, il sacrificio di Isacco il Passaggio del Mar Rosso e infine la venuta del Messia e la fine del mondo.
La Pasqua cristiana[modifica | modifica wikitesto]
Risurrezione di Raffaello.
Christus vincit (info file)
Christus vincit in versione strumentale per la Santa Messa di Pasqua
La Pasqua è la festività cristiana che ricorda la risurrezione di Gesù, con l’instaurazione della Nuova alleanza e l’avvento del Regno di Dio[5].
Dal punto di vista teologico, la Pasqua odierna (dal greco antico patein, ??????, pàthos) racchiude quindi in sé tutto il mistero cristiano: con la passione, Cristo si è immolato per l’uomo, liberandolo dal peccato originale e riscattando la sua natura ormai corrotta, permettendogli quindi di passare dai vizi alla virtù; con la risurrezione ha vinto sul mondo e sulla morte, mostrando all’uomo il proprio destino, cioè la risurrezione nel giorno finale, ma anche il risveglio alla vera vita. La Pasqua si completa con l’attesa della Parusia, la seconda venuta, che porterà a compimento le Scritture[7].
I cristiani hanno trasferito i significati della Pasqua ebraica nella nuova Pasqua cristiana, seppur con significativi cambiamenti, che le hanno dato un volto nuovo. Le sacre scritture hanno infatti un ruolo centrale negli eventi pasquali: Gesù, secondo quanto è stato tramandato nei Vangeli, è morto in croce nei giorni in cui ricorreva la festa ebraica; inoltre, questo evento venne visto dai primi cristiani come la realizzazione di quanto era stato profetizzato sul Messia. Questo concetto viene ribadito più volte sia nella narrazione della Passione, nella quale i quattro evangelisti fanno continui riferimenti all’Antico Testamento, sia negli altri libri del Nuovo Testamento, come nella prima lettera ai Corinzi, dove Paolo scrive:
« Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture, fu sepolto ed è resuscitato il terzo giorno secondo le Scritture. » |
(Prima lettera ai Corinzi, 15,3-4) |
L’accento si pone dunque sull’adempimento delle sacre scritture, per cui i giudeo-cristiani, pur continuando a festeggiare la Pasqua ebraica, dovettero immediatamente spogliarla del significato di attesa messianica, per poi superare anche il ricordo dell’Esodo, per rivestirla di nuovo significato, cioè la seconda venuta di Cristo e il ricordo della Passione e risurrezione.
Il passaggio sembra essere chiaramente avvertito già da Paolo, quando, nella prima lettera ai Corinzi, scrive: