CARUSO E G8, NON ACCETTIAMO LEZIONI SULL’IMPORTANZA DEL CONFRONTO DA CGIL O DA ALTRI, LO CHIEDIAMO DA 14 ANNI

Mar 13th, 2015 | Di cc | Categoria: Politica

“Un confronto sui fatti del G8 di Genova? Sono 14 anni che lo chiediamo e che ci viene sempre

rifiutato. Sull’importanza del confronto, pacifico, non accettiamo lezioni dalla Cgil né da chiunque

altro. Non ci siamo mai tirati indietro anzi, lo abbiamo cercato con tutte le nostre forze ogni volta

che c’è stato da affrontare argomenti difficili e scomodi, pronti a fare autocritica, ma non a cedere

all’opportunismo che porta tanti a travisare e negare la realtà. Tanti che insistono a mostrare

una doppia morale che li vede paladini della tolleranza e del rispetto solo quando è dovuto a loro

stessi, ma non quando si tratta di garantirlo agli altri con cui piuttosto ci si trasforma in implacabili

giustizialisti. Attendiamo con grande ansia di poter partecipare a questo confronto, a Catanzaro

o in qualsiasi altra parte d’Italia, magari a Genova dove tentiamo di farlo da così tanto tempo,

e speriamo che il proposito che ci è stato espresso ieri divenga realtà”.

Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, risponde

così alla nota della Cgil, a firma del segretario generale Catanzaro Lamezia, Giuseppe Valentino,

diffusa ieri dopo la pacifica e simbolica protesta realizzata dal Coisp in occasione della prima lezione

tenuta all’Università di Catanzaro da Francesco Caruso, esponente del Prc e leader del Movimento

No Global campano, cui è stata affidato il corso di Sociologia dell’ambiente.

Un’assegnazione, quest’ultima, che il Coisp ha contestato duramente, non sotto il profilo

della legittimità, ma sotto quello dell’opportunità considerate le posizioni di contrapposizione

con lo Stato e le Istituzioni più volte espresse e mai smentite dal No Global - che si è autodefinito

un sovversivo -, nonché la sua partecipazione a manifestazioni che si ricordano per fatti di estrema

violenza, ed altri suoi trascorsi non esattamente “pacifici” che lo hanno più volte portato nelle aule

di giustizia.

“Sarebbe più utile forse - è scritto a chiusura di quella nota -, anziché spendere energie in certe

carnevalate, aprire un confronto civile tra sindacato di polizia e Università – che la CGIL

di Catanzaro si propone di organizzare – su quanto successo a Genova allo scopo di affermare

e difendere i principi Costituzionali sui quali si fonda la nostra Patria”.

Ma Maccari prosegue, rispondendo anche alla prima parte delle dichiarazioni della Cgil

che a proposito della contestazione del Coisp ha affermato: “Sarebbe una risposta garbata, offrire

in segno di pace ai dirigenti del Coisp un manganello o una pistola? L’omaggio da loro scelto

per accogliere il professor Caruso, infatti (un estintore ed un ramo d’Ulivo) non solo è di cattivo

gusto ma offensivo della dignità di un popolo che ha una visione differente dell’economia e del mondo

e che non può essere confuso, screditato ed etichettato come terrorista o violento. Questi signori

non hanno rispetto per le ferite lasciate ancora aperte per la violenza e l’oltraggio subito da persone

innocenti alla scuola Diaz di Genova da parte di pezzi delle Istituzioni e della Polizia”.

Ufficio Stampa Co.I.S.P. Nazionale - Responsabile: Olga Iembo Collaboratori: Antonio Capria

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“Un manganello o una pistola - replica il Segretario Generale del Coisp - sono per noi solo

ed unicamente strumenti di lavoro, strumenti con i quali svolgere compiti che ci vengono assegnati

e difendere la sicurezza compromessa da chi arbitrariamente, volontariamente, pervicacemente

e senza alcuna possibile giustificazione decide di usare la violenza per contestare, per protestare,

per affermare le proprie idee. Non sono, oggi più che mai, simboli di disonore, tutt’altro.

E comunque se ce li consegnassero con un ramo di ulivo vorrebbero dire certamente che chi

ce li porge è pronto, finalmente, ad un confronto pacifico e leale, e disancorato dall’astio, dal rancore,

e dall’insofferenza verso chi rappresenta le regole e la legge che con il passare degli anni non sono

mai svaniti. Quell’estintore di così drammatica memoria non fu certamente usato come strumento

di pace come oggi noi invece vorremmo che fosse inteso. Quell’estintore fu usato per fare violenza

contro le Forze dell’Ordine e così accadde, e il frutto di quell’assurda violenza furono ben due vittime:

Carlo Giuliani, vittima di qualcosa che egli decise volontariamente ed illegalmente di attuare,

eppure da alcuni idolatrato come un eroe; e Mario Placanica, vittima di un odio ingiusto e sconfinato

solo per aver attuato ciò che legittimamente poteva fare sentendo la propria vita in pericolo

e colpevole solo di trovarsi in mezzo alla furia di chi lo assaliva perché portava una divisa,

e poi gettato e dimenticato in un inferno di continue ritorsioni e di accanimento. L’uso così feroce

di quell’estintore non ce lo siamo inventati noi, e tutto il popolo che ha una visione differente

dell’economia e del mondo e che non può essere confuso, screditato ed etichettato come terrorista

o violento, proprio per affermare la propria buona fede e la propria correttezza e di essere meritevole

di rispetto, deve rinnegare con tutta la convinzione possibile l’abominevole violenza scatenatasi

in piazza Alimonda contro i colleghi che stavano solo facendo il loro lavoro. Quanto agli altri fatti

di Genova cui la Cgil si riferisce, è deprecabile che si accusi noi di non avere rispetto per chi ha subito

ingiustizie. Negli anni la Polizia è cambiata, profondamente, radicalmente, e possiamo affermare

senza tema di smentite che è stata la sola a farlo. Ciò che non è mai cambiato, invece, è il consueto

accanimento contro chi difende l’ordine e la sicurezza, come testimoniano gli immancabili vergognosi

attacchi che tutti i colleghi, in ogni angolo d’Italia, subiscono ad ogni singola manifestazione

o protesta, l’ultima delle quali ieri a Milano dove contro di loro cosa è stato usato? Un estintore…!”.

“Ci pare proprio che questo vada ben al di là del cattivo gusto di cui si accusa noi, non è forse vero?

Quel confronto pubblico – conclude Maccari – è sicuramente necessario ed urgente…

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