Flora Beneduce interviene a sostegno del Governatore su “l’ultima rivoluzione in campo sanitario, per le cure primarie”
Feb 27th, 2015 | Di cc | Categoria: Cronaca Regionale“Caldoro ha gestito l’emergenza e varato il decreto. Chi avrebbe fatto meglio di lui?”
È categorica nel suo sostegno al Governatore della Campania, l’on Flora Beneduce, consigliere regionale e vice presidente della Commissione consiliare Affari istituzionali: è soddisfatta per l’approvazione del decreto che riorganizza le cure primarie partendo dai medici di Medicina generale, e non dal Pronto soccorso.
“Un comparto in rosso, viziato da sacche clientelari e da malcostumi consolidati. La necessità di tenere i conti in ordine e la scure della spending review. La mancanza di personale medico e paramedico per il blocco del turn over. In queste condizioni, chi avrebbe fatto meglio? Stefano Caldoro ha avviato il coordinamento tra i nosocomi per i reparti di cardiochirurgia, ha fronteggiato l’emergenza barelle smistando al Policlinico i degenti del Cardarelli. Ha smosso mille assunzioni, attraverso la stabilizzazione dei precari e la mobilità. Ora sta operando un forte pressing sul governo per sbloccare il turn over. Da ultimo, con l’atto del 18 febbraio scorso, ha fornito una via d’uscita all’empasse legato alla medicina territoriale.”
“All’inizio, forse, avrebbe dovuto essere più deciso nell’operare scelte nette al fine di estirpare i vizi del sistema e tagliare i rami secchi. Ma ha recuperato alla grande e sono convinta che non siano sfuggiti ai cittadini campani gli sforzi del governatore e di tutto il Consiglio regionale. C’è tanto da fare ancora, è vero. Ma cinque anni possono essere sufficienti a rimette in moto la Sanità. Sempre che non cambino i progetti e il modus operandi, improntato all’etica e alla dignità, delle istituzioni e delle persone”.
“Ora le direzioni generali non hanno più scuse. Gli strumenti normativi per decongestionare i Pronto soccorso ed evitare lo scandalo barelle ci sono” - continua. Proprio qualche settimana fa, aveva bacchettato i direttori generali delle Asl, per la cattiva gestione di un’emergenza, “dovuta all’incapacità di costruire una rete complessiva, di comunicazione e coordinamento tra la medicina territoriale e gli ospedali “.
“Una rivoluzione per l’intero comparto sanitario che, come tutte le rivoluzioni, lascia sul campo delle vittime: coloro che hanno ignorato la legge del 2012 che anticipava queste misure, coloro che hanno anteposto i propri interessi e le proprie clientele alla necessità di costruire la rete, coloro che hanno alimentato la macchina del fango sul lavoro del governatore e della sua Giunta.” - sottolinea la primaria dell’Ospedale Penisola Sorrentina. L’obiettivo di questi decreto è quello di realizzare, nel territorio, la continuità dell’assistenza 24 ore al giorno, umanizzare le cure, mantenendo la persona nel proprio ambiente, favorire l’elevata qualità dell’assistenza primaria, come la relazione interpersonale, la continuità,
“Con questo decreto viene anche garantita la gestione integrata dei pazienti, grazie all’implementazione di percorsi assistenziali e l’integrazione tra sociale e sanitario, attraverso le Aggregazioni Funzionali Territoriali (Aft) e le Unità Complesse di Cure Primarie (Uccp)” - precisa Beneduce.
Le prime costituiscono un’articolazione del distretto socio sanitario per la riorganizzazione delle cure primarie. Vi operano medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, in team. Si occupano di assistere nelle forme ambulatoriali e domiciliari la popolazione in carico, ne valutano i bisogni e sviluppano il sistema di relazioni tra tutti i professionisti del sistema.
Le Uccp sono complementari alle Aft e hanno una struttura più articolata; aggregano professionalità diverse: personale convenzionato con il Servizio sanitario nazionale, con altri operatori del territorio, sanitari, sociali e amministrativi, messi a disposizione da distretto e municipalità. Si occupano di: prevenzione (vaccinazione, educazione sanitaria), prestazioni e processi assistenziali (visite domiciliari e ambulatoriali a scopo diagnostico e terapeutico, trattamento di alcune malattie, diagnostica rapida), gestiscono la cronicità.
Nel rispetto della varietà urbanistico-territoriale della Campania, sono previste Uccp a sede unica (modello metropolitano) una ogni 30mila abitanti, con almeno 20 medici di medicina generale. Uccp in rete nelle località a bassa densità abitativa (modello rurale e montano) con una o più sedi, non meno di 10 medici per almeno 5mila assistiti. Uccp hub and spoke, (sub urbano) con una sede di riferimento dove è maggiore la richiesta assistenziale o la densità abitativa; collegata telematicamente ad altre sedi del territorio, con non meno di 15 medici per almeno 15mila assistiti.