Eutanasia:il caso Englaro riapre il dibattito
Nov 27th, 2008 | Di cc | Categoria: Cronaca Nazionale, Salute
Etica, senso comune e la posizione del Vaticano.
Si riaccendono le polemiche in seguito alla decisione della Corte di Cassazione, che ha dato il permesso all’interruzione dell’alimentazione artificiale della donna, in coma dal 1992.Eluana Englaro può morire, è questo l’esito della sentenza della Corte di Cassazione, una decisione che ha prodotto nuovamente polemiche e discussioni su uno dei temi più dibattuti negli ultimi tempi: quello dell’eutanasia. Il padre della sfortunata ragazza, in coma da diciassette anni, si ritiene soddisfatto dopo una battaglia estenuante combattuta affinché sua figlia venisse lasciata morire. “Ce l’abbiamo fatta”, ha dichiarato Beppino Englaro, dopo la sentenza della Corte. Il Vaticano, d’altra parte è insorto, ed ha tenuto subito a ribadire che la giustizia non può decidere della vita o della morte di una persona, giudicando l’interruzione dell’alimentazione artificiale della donna un omicidio vero e proprio. Ed è così che le nostre coscienze si spaccano in due: si tratta di liberazione o di condanna a morte? Può il diritto naturale ed incoercibile alla vita essere violato, ma può essere giudicata “vita” in quanto tale quella della povera Eluana? Quesiti a cui è difficile dare risposta, perché prescindono dalla morale soggettiva di ognuno di noi. La volontà della donna, non è stata mai espressa chiaramente,ma più volte sostenuta dal padre che ha sempre dichiarato che Eluana avrebbe voluto morire piuttosto che vivere nello stato che la tortura da diciassette anni. Ma possiamo esserne realmente sicuri? Il caso Englaro ricorda molto quello di Piergiorgio Welby e Terry Schiavo, ma a differenza di quest’ultimi, nei quali la volontà di sospendere le cure era stata dichiarata dagli stessi pazienti, nel caso di Eluana Englaro possiamo fare affidamento solo alle dichiarazioni di suo padre Beppino. Lo sgomento da parte della Chiesa di fronte alla sentenza della Cassazione è quindi comprensibile, soprattutto da chi sostiene che si tratti di eutanasia e non di “liberazione dal dolore”. Ma se, come dice il Vaticano, si tratta di omicidio, può essere ritenuto un crimine così grave “legale” dalla giustizia italiana? Ed è così che ci ritroviamo di fronte ad un’altra delle macchie del nostro ordinamento giuridico,incapace di trovare soluzioni adeguate a casi spinosi e controversi come quello dell’eutanasia. Non ci resta quindi che osservare la povera Eluana morire, di fronte a chi rimane sconcertato, ed a chi vede la sua morte una lenta e meritata cessazione di dolore. Giuseppe Peluso