Celebrazioni per il Trecentesimo anniversario della nascita del Maestro Joseph Grima
Ott 30th, 2014 | Di cc | Categoria: Spettacoli e CulturaCoro Vocalia
Orchestra Discantus Ensemble
Valentina Varriale, soprano – Candida Guida contralto
Stefano Sorrentino, tenore – Antonio Braccolino, basso
Luigi Grima, direttore
Domenica 2 novembre 2014 ore 19
Chiesa di Donnaregina Vecchia
Museo Diocesano – Largo Donnaregina, Napoli
L’Associazione Discantus continua a rendere omaggio al grande musicista napoletano Niccolò Jommelli, eseguendo due suoi capolavori : il Requiem e il Veni Creator Spiritus. Il concerto vuole essere anche un ricordo del M° Joseph Grima, a quindici anni dalla sua scomparsa. Senza nessun aiuto economico da parte delle istituzioni e contando solo sulle proprie forze, l’Associazione Discantus ha celebrato più di tutti a Napoli, uno dei più autorevoli esponenti della scuola napoletana, eseguendo durante l’anno l’Agonia di Gesù Cristo (ottimamente recensito da una delle più importanti firme della stampa italiana, Paolo Isotta) e il Miserere ( o Salmo 50) con le incomparabili voci di Maria Grazia Schiavo e Francesca Russo Ermolli. Terzo appuntamento delle celebrazioni, il Requiem in mi bemolle, scritto in pochissimi giorni per poter degnamente commemorare la morte della madre di Carlo Eugenio, Maria Augusta, avvenuta il 1°febbraio 1756 é immediatamente considerato come la più bella composizione sacra di Jommelli. Nel Requiem appaiono ben visibili alcuni caratteri distintivi dell’arte di Jommelli: una profonda conoscenza del contrappunto e un senso della struttura proveniente dal gusto tedesco per la complessità, unito a una cantabilità italiana, o napoletana se vogliamo. Si consideri che questo Requiem fu per molto tempo il più eseguito, essendo considerato il più importante e famoso nell’Europa del ‘700, prima di quello di Mozart, e ne è prova l’altissimo numero di copie che ne sono pervenute, disseminate in tutta Europa.L’Inno Veni Creator Spiritus, composto molto probabilmente durante il periodo trascorso a Roma tra il 1751/53, evidenzia una maturità nella scrittura per voce solista, modellata sull’esempio di compositori come Hasse. Esso è la cifra stilistica della musica di Jommelli, che mette in evidenza le capacità virtuosistiche del soprano, utilizza una scrittura corale relativamente sobria, ma di assoluto effetto ed un uso caratteristico degli strumenti ad arco.