Si avvicina la data fatidica delle primarie del PD . Ultimi fuochi tra i tre candidati ed ultime dichiarazioni ad effetto . Spiccano i tentativi disperati di Franceschini di non ripiombare nell’anonimato dal quale era stato ripescato per evitare contrasti tra i maggiorenti del partito . Intanto si rincorrono accuse di brogli , di elenchi gonfiati di iscritti , di nomi non proprio degni di figurare in un partito . La Campania , con il caso Castellammare , dove il killer era iscritto al partito come il consigliere comunale ucciso , fa testo . Viene proclamato da tutti il desiderio di avere delle “primarie pulite ” , indirettamente confermando quanto gli osservatori indipendenti  avevano già notato nelle primarie precedenti . Si parlò allora di quattro milioni e passa di votanti . In alcune città i voti dichiarati  furono in numero superiore a quelli che poi sarebbero usciti dalle urne delle elezioni nazionali . Se ci fossero stati veramente i quattro milioni di votanti si sarebbe dovuto assistere a file interminabili di elettori per le strade , non essendo molti i seggi . La macchina propagandista , allora, decise di far finta di avere un partito vissuto in prima persona dai suoi simpatizzanti e non governato  da una oligarchia di funzionari . Ora si aspetta il nome del nuovo segretario . Dovrebbe essere Bersani , dati i risultati ed i sondaggi . A questo punto occorre che il PDL faccia una attenta riflessione sui propri atteggiamenti e sui propri contrasti interni . Bersani non è l’incolore Franceschini , catapultato in un ruolo più grande di lui . Bersani è uomo che viene dalla struttura organica del vecchio PC , gode di simpatia tra la stampa e tra i poteri forti , sa parlare ed evita di dire banalità . Ci sa fare e contro un  politico navigato come lui l’impegno deve essere maggiore e più concreto .