MOGHERINI, MISTER PESC E I GUAI PER RENZI
Lug 22nd, 2014 | Di cc | Categoria: Politica
Federica Mogherini, ministro degli Esteri del Governo Renzi, sta diventando per il presidente del Consiglio una croce pesante da portare. Anche se lui, l’ex sindaco di Firenze, non lo ammetterà mai.
di Elia Fiorillo
Federica Mogherini, ministro degli Esteri del Governo Renzi, sta diventando per il presidente del Consiglio una croce pesante da portare. Anche se lui, l’ex sindaco di Firenze, non lo ammetterà mai. Anzi, sembra che rappresenti l’icona insostituibile nel disegno strategico del segretario del Pd per conquistare l’Europa. Già quando venne nominata ministra ci furono polemiche. A partire dal presidente Napolitano che pare non si volesse capacitare sul perché bisognava cancellare dagli Esteri la radicale Emma Bonino. Da allora Marco Pannella non lesina strali al capo dell’Esecutivo. Ultimamente ha rincarato la dose per la candidatura di Mogherini come Alto Rappresentante per la politica estera. E chi meglio della Bonino, secondo il leader radicale, poteva ricoprire quel ruolo per comprovata esperienza sul campo europeo? Pannella spara a zero anche sulla stampa che a suo dire non pone le adeguate e incalzanti domande a Renzi su tutta la vicenda. Sta di fatto che il vertice per le nomine si è concluso con un nulla di fatto, se ne parlerà il prossimo trenta di agosto.
La candidatura del nostro ministro degli Esteri come “Mister Pesc” ha incontrato il secco no di undici Paesi dell’Europa dell’Est che preferiscono la bulgara Kristalina Georgieva, commissario uscente agli aiuti umanitari ed ex dirigente della Banca Mondiale. La questione che preoccupa questi Paesi è la vicinanza dell’Italia a Vladimir Putin che condizionerebbe pesantemente l’azione politica della Mogherini una volta diventata responsabile degli Esteri dell’Ue. Alla base di tutto ci sarebbero gli interessi commerciali, e soprattutto energetici, in particolare l’accordo fra Eni e Gazprom per la realizzazione del gasdotto South Stream, destinato a tagliare fuori l’Ucraina e portare il gas russo sulle coste pugliesi. La presa di posizione definita debole dell’Italia nei riguardi della Russia, sulla drammatica vicenda del Boeing 777 della Malaysian Airlines abbattuto, ha fatto storcere il naso ai contrari alla candidatura italiana. Anche il “piano b” - ovvero Massimo D’Alema - proposto da Renzi non ha alcuna possibilità di andare in porto. L’ha bruciato la cancelliera Angela Merkel che non intende cadere dalla padella alla brace facendo diventare “Mister Pesc””un vecchio comunista”.
Il presidente Renzi si è cacciato in un cul-de-sac senza via d’uscita, se non con strappi certo dolorosi. Probabilmente, conoscendo il personaggio, non farà alcuna marcia indietro. Continuerà, fino al trenta di agosto, a sostenere Federica Mogherini come Alto Rappresentante per la politica estera Ue. Ne va della sua immagine di decisionista senza se e senza ma. Probabilmente, al di là dei veti degli undici Paesi anti Putin, il risultato lo porterà a casa. Meglio un “Mister Pesc” all’Italia che un dicastero più pesante. Ma dal giorno dopo la nomina di Mogherini c’è da scommettere che per lei e per il nostro Paese sarà un calvario. Gli undici contrari dell’Europa dell’Est alla nomina non perderanno occasione di contestare l’Alto rappresentante che non passerà sotto silenzio, nell’indifferenza generale, com’è avvenuto per la baronessa Catherine Margaret Ashton, suo predecessore. Insomma, se Renzi aveva puntato al ministero degli Esteri europeo per una questione d’immagine sua e dell’Italia, per stringere e consolidare rapporti, otterrà l’effetto contrario.
Un rimedio ci sarebbe al prevedibile disastro: la candidatura di Enrico Letta a presidente del Consiglio dell’Unione Europea, proposta avanzata dal presidente uscente Herman Van Rompuy, oppure ad Alto Rappresentante per la politica estera dell’Unione. “Tutti lo accetterebbero all’istante”, vanno ripetendo i bene informati. Renzi ha già “sparato” un no secco. Forse sarebbe il caso che si consigliasse con Massimo D’Alema sulla questione. Fu D’Alema a proporre Romano Prodi suo predecessore – defenestrato - a Palazzo Chigi come presidente della Commissione Ue. Eppoi, val sempre la pena di tenere a mente il vecchio aforisma: “La politica non conosce né risentimenti personali, né lo spirito di vendetta. La politica conosce solo l’efficacia”.
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