Morti da “sangue infetto”: riparte a Napoli il processo penale per omicidio plurimo colposo. A distanza di 30 anni, circa 7.000 famiglie in attesa di risarcimento. FedEmo si costituisce parte civile

Lug 10th, 2014 | Di cc | Categoria: Cronaca Nazionale

La Federazione delle Associazioni Emofilici (FedEmo) decide di costituirsi parte civile nel processo penale per la strage da “sangue infetto”, che riprende domani, venerdì 11 luglio, a Napoli contro Guelfo Marcucci e altri 9 imputati, al tempo dei fatti Amministratore e manager dell’azienda italiana di prodotti emoderivati. “La nostra scelta – afferma Alberto Garnero, Vice Presidente FedEmo – nasce dal fatto che non vogliamo dimenticare quanto è successo e auspichiamo che la giustizia faccia celermente il suo corso individuando i responsabili di un disastro che ha coinvolto migliaia di persone e ha mandato in frantumi la vita di numerose famiglie”. Il 9 maggio scorso, al termine dell’udienza preliminare, il gup del Tribunale di Napoli, Francesco De Falco Giannone, ha accolto le richieste del pm Lucio Giugliano ed ha rinviato a giudizio dieci persone per “omicidio colposo plurimo aggravato”. Difetto di notifica, invece, per Duilio Poggiolini: per l’ex direttore generale del servizio farmaceutico del Ministero della Sanità si dovrà procedere ad una nuova udienza preliminare.

Domani, dunque, FedEmo torna a chiedere verità e giustizia.

Per tentare di capire la triste vicenda del “sangue infetto” bisogna tornare al periodo tra la fine degli anni ’70 e gli inizi degli anni ’90: numerose le persone che ricevettero trasfusioni e farmaci emoderivati infetti con i virus dell’epatite B e C e dell’HIV. Tra queste, 2.500 emofilici - che per vivere erano costretti ad assumere prodotti emoderivati - contrassero i virus dell’epatite e 650 quello dell’HIV. Di questi ultimi, 500 sono deceduti.

“Il processo che si riapre domani a Napoli – aggiunge Garnero – riguarda nove emofilici che non ci sono più. Sappiamo che sarà un processo lungo e difficile, pieno di incognite e certamente non ci facciamo illusioni. Tuttavia noi vogliamo continuare a lottare per i nostri amici che non ce l’hanno fatta. Vogliamo essere la “voce” di chi non può più parlare e sostenere coloro che sono stati costretti a convivere oltre che con l’emofilia, con il virus dell’HIV. Sono trascorsi 44 anni dall’inizio degli eventi ed oltre 20 dall’inizio del primo processo. Il nostro augurio – conclude il Vice Presidente FedEmo – è che lo Stato si schieri al fianco dei danneggiati, costituendosi a sua volta come parte civile nei confronti degli imputati, per il danno arrecato ai pazienti, ai loro familiari e al Servizio Sanitario Nazionale. Nel frattempo non dimentichiamo che i pazienti infettati e le famiglie di quanti sono deceduti a causa delle infezioni, circa 7.000, stanno ancora aspettando di ottenere dallo Stato il risarcimento dei danni subiti, nonostante il fatto che ben due leggi (222 e 244) nell’ormai lontano 2007 abbiano previsto un percorso transattivo a favore di tutti i danneggiati dai contagi. Ad oggi, la maggioranza degli aventi diritto è esclusa per l’adozione del principio della prescrizione”. 

 

Cos’è l’emofilia

L’emofilia è una malattia rara di origine genetica che colpisce soprattutto i maschi. Solo in Italia sono circa 9.000 le persone affette da emofilia e da altre Malattie Emorragiche Congenite (MEC). In Europa le persone affette da emofilia A e B sono circa 31.000.

Se in un individuo sano la fuoriuscita di sangue dai vasi sanguigni si arresta rapidamente, chi è colpito da emofilia è soggetto a numerose emorragie.

Il processo di coagulazione del sangue comporta l’attivazione di numerose proteine del plasma in una sorta di reazione a catena. Tra queste proteine, il fattore VIII ed il fattore IX, sono quelle più frequentemente carenti o presentano un difetto funzionale nelle persone affette da emofilia. A causa di questo deficit gli emofilici sono facilmente soggetti ad emorragie esterne ed interne, più o meno gravi.

Sono due i tipi di emofilia, A e B:

1.     La “A” è la forma più comune ed è dovuta ad una carenza del fattore VIII della coagulazione; si registra in 1 caso ogni 10.000 maschi

2.     La “B”, spesso definita malattia di Christmas - dal nome della famiglia nella quale è stata identificata per la prima volta - è provocata dalla carenza del fattore IX della coagulazione. L’incidenza è di 1 caso ogni 30.000 maschi

In entrambi i casi, la gravità della malattia viene determinata in base alla complessità della carenza di attività del fattore coagulante. Si parla di:

·         Emofilia grave quando la percentuale di attività del fattore coagulante è inferiore all’1%

·         Emofilia moderata quando la percentuale di attività è compresa tra 1 e 5% 

·         Emofilia lieve quando la percentuale di attività è compresa tra 5 e 40%

un commento
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