Migranti, uno scandalo di egoismo e indifferenza

Lug 9th, 2014 | Di cc | Categoria: Politica

            L’Europa è invocata, sollecitata perché intervenga per provare a fronteggiare l’immane nuovo Olocausto che l’umanità sta vivendo. “Il problema se lo pianga chi ce l’ha” è la frase mai pronunciata che nei fatti aleggia a Strasburgo ed a Bruxelles .

 

di Elia Fiorillo

 

            Una mamma per il proprio figliolo è disposta a fare tutto. Anche a rischiare alla roulette russa dell’emigrazione clandestina. Pagando lautamente uno scafista delinquente purché la sua creatura possa andar lontano dall’orrore della guerra, della miseria, della disperazione. Anche a costo di perdere quel figliolo nel tragitto di mare infinito che lo porterà, se tutto andrà per il verso giusto, sul bagnasciuga della speranza. Si può solo immaginare lo strazio del distacco quando il figlio vedrà per l’ultima volta la mamma e il papà. Poi più niente. Non una notizia, un segnale. Solo la disperata convinzione  dei genitori di aver fatto la cosa giusta per provare a cambiare un destino già segnato: Dio o Allah lo aiuti!

 

            Non fanno più notizia i morti stipati nella stiva dell’ennesimo barcone  che prova ad approdare sulle nostre spiagge o il numero dei dispersi che aumenta giorno dopo giorno. Passano nell’indifferenza del “già visto”, “già sentito”: della “normalità” di un  copione che non dà più emozioni. E anche la rituale ed insopportabile polemica politica si trascina con frasi fatte e accuse stereotipate, che chi le fa  si morderebbe a vita la lingua se riflettesse per un sol attimo sulle assurdità che dice. Il binomio che sembra oramai inscindibile è: “egoismo e indifferenza”. Non solo tra quelli che ripetono a più non posso che “quella gente deve rimanere a casa propria”, ma anche tra quelli che non hanno mai accettato la legge sui “respingimenti” che porta il nome di Bossi e di Fini.

 

            L’Europa è invocata, sollecitata perché intervenga per provare a fronteggiare l’immane nuovo Olocausto che l’umanità sta vivendo. Ma l’atteggiamento non politico – al di là di tutte le considerazioni morali –  è di“egoismo e indifferenza”. “Il problema se lo pianga chi ce l’ha” è la frase mai pronunciata che nei fatti aleggia a Strasburgo ed a Bruxelles . Tuttalpiù possono essere stanziati un po’ di milioni di euro per i centri di prima accoglienza. Insomma, la grande Europa dei popoli si volta a guardare dall’altra parte…. Jean-Claude Juncker, probabile prossimo presidente della Commissione europea, ha ipotizzato l’istituzione di un Commissario europeo per la migrazione e la mobilità. Ipotesi da campagna elettorale, sotto l’effetto delle immagini strazianti degli ultimi morti, o convincimento profondo che l’Europa deve voltare pagina? Lo si capirà quando il Parlamento europeo voterà la proposta, presentata dal Consiglio dell’Ue, di nominare l’ex premier lussemburghese, Juncker, a presidente della Commissione. Non pare però che siano arrivate risposte da parte degli stati membri alla richiesta del Commissario Ue per gli Affari interni, Cecilia Malmstrom, all’invito “per contribuire a fornire posti per l’insediamento dei rifugiati in Europa direttamente dai campi profughi nei Paesi terzi, nel quadro dei programmi in corso svolti dall’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati”.

 

            Giusto un anno fa Papa Bergoglio volle recarsi in pellegrinaggio a Lampedusa. Un gesto simbolico per sottolineare che è  “dovere” di un cristiano (ma in verità non solo di questi) stare sempre dalla parte dei più deboli, di quelli “che non hanno voce”. A distanza di un anno papa Francesco ricorda quella visita incitando le istituzioni europee  ad essere “più coraggiose e generose” versi i migranti. Il Papa, che conosce di persona le traversie di chi è costretto a emigrare, sottolinea che il dramma dei migranti deve “essere affrontato non con la logica dell’indifferenza, ma con la logica dell’ospitalità e della condivisione al fine di tutelare e promuovere la dignità e la centralità di ogni essere umano”.

 

            Il semestre di presidenza italiano può fare molto per spingere su queste tematiche. Mai nell’ottica del “do ut des”, ma come principio basilare dell’Unione Europea: la dignità e la centralità di ogni essere umano prima di ogni altra cosa. Il presidente Napolitano si è speso molto sulle questioni migratorie; lui che da ministro dell’Interno, insieme a Livia Turco, scrisse la prima legge “organica” sull’immigrazione nel nostro Paese, cancellata poi dalla “Bossi-Fini”. Sarebbe oltremodo significativo se si recasse  a Lampedusa e, in quella “valle di lacrime”,  ascoltasse le note  della  Messa di Requiem di Mozart, magari diretta da Riccardo Muti. 

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