Ed ecco pubblichiamo alcune delle dichiarazioni di alcuni esponenti politici
Sandro Bondi - “In relazione alla decisione del Csm, bisogna proprio dire che la realtà supera l’immaginazione. Se si pensa poi alle motivazioni, si sfiora addirittura il surreale”. Antonino Caruso - “La riforma dell’ordinamento giudiziario impone ora che le dinamiche delle carriere dei magistrati siano figlie di valutazioni puntuali. Mai più il sistema dei ‘todos caballeros’. La sentenza contro gli azionisti di Fininvest-Famiglia Berlusconi e (moltissimi altri) ha convinto il 70 per cento degli italiani che il giudice Mesiano non sia molto indipendente, e che sia assolutamente non equilibrato”. Francesco Casoli - “Arrivati a questo punto, dopo la promozione con ampio effetto retroattivo soprattutto per le tasche del contribuente del solerte giudice Raimondo Mesiano, ci chiediamo quando avverrà la nomina alla Corte Costituzionale dove il giudice con la sua ‘indipendenza, imparzialità, equilibrio, capacità, laboriosità e diligenza’ potrà essere chiamato a perseguitare il ‘grande Satana’ della politica italiana, ma guarda caso sempre democraticamente eletto dalla stragrande maggioranza del popolo, Silvio Berlusconi”. Fabrizio Cicchitto - “Il Csm ha giustamente promosso, per ‘indipendenza, imparzialità e equilibrio’, il giudice milanese Raimondo Mesiano dopo la sua sentenza sul Lodo Mondadori che condanna Fininvest a pagare a Cir di De Benedetti 750 milioni di euro”. Stefania Craxi - “Il plenum del Csm ha promosso il giudice Mesiano al massimo grado raggiungibile da un magistrato nella sua carriera. La laboriosità e l’impegno dimostrati nel colpire il presidente del Consiglio vanno giustamente ricompensati. Una decisione del genere, sintomatica dello stato della giustizia in Italia, lascia allibiti se non altro, ed a voler essere buoni, per la sua puntuale tempestività”. Vittorio Feltri - “La promozione del giudice Mesiano, quello della sentenza sul Lodo Mondadori, da parte del Csm? Sono davvero molto contento per lui: evidentemente è stata finalmente applicata anche dalla magistratura quella meritocrazia, che tutti invocano. Sono sicuro che il Csm abbia fatto precedere la decisione a un’attenta lettura del curriculum di Mesiano, aggiornato ovviamente fino all’ultima sentenza, quella sul Lodo Mondadori: una prodezza sicuramente degna di essere premiata. È una promozione che ritengo davvero istruttiva e spero che gli italiani capiscano e imparino, rendendosi conto che per vincere bisogna sempre brillare: talvolta di luce propria, talaltra di luce… riflessa”. Maurizio Gasparri - “A volte si assiste a casi di umorismo involontario. Capita vedendo che il Csm ha promosso oggi all’unanimità il giudice Mesiano, autore della nota sentenza secondo la quale la Fininvest dovrebbe dare cifre faraoniche a De Benedetti. Il Csm sottolinea l’indipendenza, l’imparzialità e l’equilibrio di Mesiano. La tempistica della promozione, all’indomani dell’incredibile sentenza, è ovviamente frutto del caso. Ma il tutto, come in certe commedie televisive, meriterebbe l’accompagnamento di risate del pubblico”. Giancarlo Lehner - “Segnalerei alla Consulta la struttura più anticostituzionale di questo Paese, che opera senza alcun freno e senza neppure il senso del ridicolo. La decisione del Csm di promuovere il giudice Raimondo Mesiano è di fatto una postazione politica della magistratura combattente che con le sue correnti elegge gli uomini addetti a portare avanti la guerra contro la classe politica tutta. Inoltre il fatto che gli eletti andranno a controllare i comportamenti degli elettori rappresenta un clamoroso conflitto di interessi. Resta il fatto che la responsabilità primaria appartiene alla classe politica che fin dagli anni ‘70 ha consentito questa follia”. Beatrice Lorenzin - “È sconcertante la scelta del Csm di conferire una promozione al giudice Mesiano proprio a pochi giorni dall’emanazione della sentenza sul Lodo Mondadori. Una decisione che per tempistica e opportunità può solo fomentare i tanti dubbi in merito alla imparzialità e non politicizzazione del Csm. Prendiamo atto che in Italia attaccare il premier è diventato un fattore di merito”. Maurizio Lupi - “Finalmente abbiamo in Italia un’istituzione che si fonda sul merito. La promozione del giudice Mesiano da parte del Csm dimostra che in Italia fanno carriera non solo i ‘figli dì, anche un semplice magistrato può ambire al successo. Il segreto? Basta colpire Berlusconi. E pensare che c’è qualcuno che ha la faccia tosta di dire che la magistratura è indipendente”. Riccardo Mazzoni - “Dopo la sentenza a orologeria, non poteva mancare la promozione a orologeria. Con l’avanzamento al massimo della carriera del giudice Mesiano, che senza lo straccio di una perizia ha condannato un’azienda quotata in Borsa a un risarcimento record di 750 milioni di euro, il Csm ha dato l’ennesima dimostrazione di sé quale soggetto politico anomalo, non eletto dal popolo, ma sempre pronto a premiare le toghe rosse più solerti nell’aggredire il premier Berlusconi e il governo di centrodestra, loro sì eletti dalla maggioranza del popolo italiano. Un vero insulto alla democrazia e al buon senso, che fa crollare una volta per tutte l’illusione di una giustizia indipendente e imparziale. E ne rende urgente la riforma, a partire da quella del Csm”. Giovanni Mottola - “Come nel tiro a segno, anche nella magistratura italiana evidentemente chi fa più punti riceve un premio. Raimondo Mesiano, di punti ne ha totalizzati 750, quanti sono i milioni di risarcimento che ha inflitto a Fininvest. Tanti, davvero tanti per non ricevere una gratificazione. A tanto si è ridotta la giustizia in Italia”. Osvaldo Napoli - “Che i giudici di Palazzo dei Marescialli fossero dotati di grande tempismo era cosa nota ma ignoravamo che avessero anche doti artistiche. Eppure siamo certi che la decisione di promuovere il giudice Mesiano, autore della sentenza-monstre da 750 milioni di euro contro Fininvest, motivata dal Csm con la comprovata indipendenza, imparzialità ed equilibrio del giudice, troverà il giusto posto nella mostra sul Surrealismo da poco inaugurata al Vittoriano”. Gaetano Pecorella - “Non conosco la vita e la carriera professionale del giudice Mesiano. Ma dopo quella sentenza sul Lodo Mondadori, questa promozione e questo riconoscimento mi sembra una cosa forse poco opportuna, anche se non entro nel merito della decisione del Csm”. Paolo Romani - “C’è una aggressione politico-mediatica della magistratura, un accanimento nei confronti del presidente del Consiglio. Si continua a parlare di fatti privati, si fanno sentenze di enormità giuridica e si premiano coloro che le hanno fatte. Ma il presidente del Consiglio ha una scorza durissima e lo ha dimostrato a Monza dove ha detto che avrebbe resistito. Prima o dopo finirà, finiranno Santoro, i magistrati, Vespa…”. Jole Santelli - “Con la promozione del giudice Mesiano il Csm ha finalmente gettato la maschera. Se poi alla decisione si aggiungono anche quelle motivazioni la vicenda si colora di farsa. E pensare che c’è ancora qualcuno che ha il coraggio di sostenere che la magistratura è un organo indipendente e non politicizzato”. Piero Testoni - “La promozione del Csm del giudice Mesiano, che ha massacrato Fininvest sul Lodo Mondadori, è da Guinness dei primati per rapidità di tempi e qualità dell’obiettivo raggiunto. E poi gli italiani dicono che la giustizia è lenta. Eccoli serviti, un autentico tiro mancino. Con la minuscola, naturalmente”. Mario Valducci - “La promozione di Mesiano entra di diritto tra i casi più singolari di cattiva gestione del CSM: con questa promozione l’organo di autocontrollo della magistratura stabilisce un nesso immediato e pericoloso tra sentenza e avanzamento di carriera, consentendo ogni genere di supposizioni”. Denis Verdini - “Mi sorprendo che ci sia ancora chi si sorprende per la promozione di Mesiano da parte del Csm. Ma come? Sono anni che parliamo di persecuzione giudiziaria nei confronti di Berlusconi, di eccessiva politicizzazione della magistratura, di un Csm costantemente ‘armato’ contro il leader del centrodestra. E adesso ci stupiamo per la decisione del Csm di premiarlo per aver scritto la sentenza-monstre contro Berlusconi? Il Csm lo ringrazia di fatto per il lavoro svolto.”. Guido Viceconte - “La promozione del giudice Raimondo Mesiano è a dir poco singolare per la tempistica. Appena emessa l’onerosa sentenza a carico della Fininvest, guarda un po’, viene gratificato dal Csm con un balzo che lo porta all’apice della carriera. Sì, ha ragione la sinistra: in Italia c’è giustizia, basta schierarsi contro il Presidente del Consiglio”.