Coldiretti, allarme cibi contaminati
Giu 9th, 2014 | Di cc | Categoria: Ambiente
Dati allarmanti quelli emersi dal Dossier “La crisi nel piatto degli italiani nel 2014”, presentato dalla Coldiretti e corredato da una “Classifica dei cibi più contaminati”, elaborata sulla base delle analisi condotte dall’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) nel Rapporto 2014 sui Residui dei Fitosanitari in Europa. Il Dossier è stato presentato al Teatro Palapartenope di Napoli, dove sono giunti diecimila coltivatori dalle diverse regioni italiane insieme al Presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo.
Sempre più italiani, per combattere la crisi, scelgono surrogati di qualità scadente, aromi artificiali e
alimenti a basso costo ma ad elevato rischio per la salute. Nel 2013 le importazioni agroalimentari in Italia hanno raggiunto la cifra record di 39 miliardi di euro, con un aumento del 20% rispetto all’inizio della crisi nel 2007.
Il peperoncino proveniente dal Vietnam è risultato il prodotto alimentare meno sicuro in vendita in Italia: dalle analisi effettuate, ben il 61,5% dei campioni è risultato irregolare per la presenza in eccesso di difenoconazolo, ma anche di hexaconazolo e carbendazim, vietati in Italia sul peperoncino. Nella classifica dei prodotti più contaminati elaborata alla Coldiretti ci sono le melagrane dalla Turchia (40,5% di irregolarità), i fichi dal Brasile (30,4 % di irregolarità), l’ananas dal Ghana (15,6% di irregolarità), le foglie di tè dalla Cina (15,1% di irregolarità), il riso dall’India (12,9% di irregolarità), i fagioli dal Kenia (10,8% di irregolarità) ed i cachi da Israele (10,7% di irregolarità).
Un danno rilevante per il Made in Italy, impegnato scrupolosamente in politiche di sicurezza e prevenzione. L’Italia vanta, infatti, livelli di sicurezza da record con un numero di prodotti agroalimentari con residui chimici oltre il limite di appena lo 0,2%, risultati inferiori di nove volte a quelli della media europea (1,6 % di irregolarità) e addirittura di 32 volte a quelli extracomunitari (7,9 % di irregolarità), sulla base delle elaborazioni Coldiretti sulle analisi condotte dall’Efsa e del piano coordinato europeo dei controlli sui residui fitosanitari.
In Italia, sono, soprattutto, i più indigenti a farne le spese, costretti a portare sulle tavole alimenti a basso costo, dietro i quali spesso si nascondono ricette modificate, metodi di produzione alternativi, ingredienti di diversa qualità o dubbia provenienza. Dall’inizio della crisi - ricorda la Coldiretti - sono più che triplicate in Italia le frodi a tavola con un incremento record del 248% del valore di cibi e bevande, sequestrati dai carabinieri dei Nas dal 2007 al 2013, perché adulterate, contraffate o falsificate.
“In questo contesto è importante la decisione annunciata dal Ministro della Salute, On. Beatrice Lorenzin, di accogliere la nostra richiesta di togliere il segreto e di rendere finalmente pubblici i flussi commerciali delle materie prime provenienti dall’estero per far conoscere anche ai consumatori i nomi delle aziende che usano ingredienti stranieri per poi magari parlare di Made in Italy nelle pubblicità”, ha sottolineato il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, nel precisare che “in un momento difficile per l’economia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza e lo stop al segreto sui flussi commerciali con l’indicazione delle aziende che importano materie prime dall’estero è un primo passo che va completato con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine degli alimenti”.
Giuseppina Amalia Spampanato
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