Cancro e Stress

Mag 30th, 2014 | Di cc | Categoria: Salute

La crisi globale degli ultimi anni ha scosso le lande del mondo occidentale più di quanto si potesse immaginare. La fertile e mitigante atmosfera del passato, surclassata dalla tempesta economica, ha abbandonato le italiche terre, lasciando spazio a disarmonia, inquietudine ed angoscia sociale. Così, nel nostro Paese, sono crollati i consumi e, prima ancora, si sono inabissati gli umori degli italiani: sempre più tristi e nostalgici del passato. Le statistiche parlano chiaro: la crisi economica ha prodotto conseguenze a dir poco deleterie non solo per le tasche, ma anche per le menti degli italiani. Ed a causa di tale precarietà sociale sono aumentate alcune patologie legate allo stress.

Secondo il gota della scienza mondiale lo stress sarebbe uno dei fattori determinanti nel processo relativo all’ipostasi di alcune malattie gravi. Negli ultimi 25 anni, molteplici ricerche medico scientifiche hanno avuto il merito di dimostrare come lo stress sia in grado di condizionare la salute psico-fisica degli individui. L’organismo umano, infatti, è profondamente influenzato dai fattori ambientali, siano essi positivi o negativi. Diversi studi hanno evidenziato l’esistenza di un’emblematica correlazione tra il decorso di alcune malattie somatiche ed eventi stressanti. Sclerosi multipla, cancro, sindromi dismetaboliche, patologie legate al funzionamento del cuore, dell’intestino e del sistema endocrino, in realtà, potrebbero esser caratterizzate da sviluppi e modifiche non del tutto proficui, allorquando i pazienti fossero attanagliati da patologie legate allo stress ed all’ansia.

Negli ultimi tempi, dunque, grazie alle analisi condotte sugli effetti prodotti dallo stress, la comunità scientifica internazionale, da sempre vicina alle necessità dei pazienti, ha avuto il pregio di porre in evidenza la necessità di un ampliamento delle conoscenze concernenti le relazioni mente-corpo e, al contempo, di ribadire l’importanza della dimensione biologica della psicoterapia. Secondo l’opinione scientifica prevalente, dunque, una corretta anamnesi dei rapporti tra organismo umano e processi emozionali potrebbe dar vita ad effetti del tutto proficui, offrendo un valido contributo nella lotta ordita ai danni delle gravi patologie.

In un simile contesto, la psicoterapia assurge al rango di scienza cardine. In effetti, come detto, esiste un’interessantissima ed esaustiva letteratura scientifica che, da diversi anni, tende a rendere edotti i pazienti in merito alle conseguenze nocive prodotte da lauti periodi di stress ed ansia. Per gli autorevoli esperti del settore i processi emozionali non solo sarebbero in grado di influenzare l’organismo umano, ma addirittura avrebbero la capacità di peggiorare le prognosi di molte patologie tumorali. 

La psicoterapia, dunque, unita ad un’efficace prevenzione, potrebbe lenire i deleteri processi emozionali attivati da situazioni di stress ed, al contempo, dirimere gli effetti scaturenti dal rischio di riduzione dell’efficacia terapeutica.

Nel 2009, durante il Congresso della PNEI, alcuni scienziati di fama mondiale hanno dichiarato che situazioni stressanti non solo riducono l’efficacia delle terapie, ma possono favorire l’insorgenza dei tumori e la loro diffusione nell’organismo.

Le cause dello stress

Narciso, depresso, amante del superfluo, paladino dell’apparenza ed impavido ricercatore di un piacere primitivo ed ancestrale. Un piacere libero e creativo capace di render la vita al pari di un’opera d’arte. L’uomo moderno simboleggia il ritmo frenetico ed inesorabile del terzo millennio. Un ritmo d’impronta nietzschiana; superomistico. Veemente e frenetico come le onde del mare in tempesta. Violento come l’idea di un’umanità radicalmente rinnovata.

La nostra civiltà occidentale è profondamente mutata. Uomini e donne sono sempre più disinibiti. Comprano ciò che desiderano. Riempiono gli armadi, li adorano morbosamente per un po’; poi li svuotano, per far spazio al nuovo. L’armadio è il simbolo del nulla e della fuga dai valori. E’ questa, forse, una delle metafore dell’odierna società. Il trionfo del consumo e la centralità della merce hanno plasmato per sempre le nostre coscienze, rendendo le nostre vite lautamente materialistiche.

Gli individui del terzo millennio consumano, corrono, scalpitano sorridenti, dirigendosi verso il nulla: l’abiura dell’essenziale. Tuttavia, al di là dei loro sguardi felici, si cela una triste verità: vivono l’epoca attuale con intenso ed inconfessabile disagio interiore. Perché in una società come la nostra, ove quasi tutto è intriso di lussuriosa parvenza, non vi è spazio alcuno per chi non sa o non vuol mentire, fingendosi felice. La società ed il pensiero occidentali, in fin dei conti, dimostrano, a chiare lettere, l’esistenza del virus nichilista. Un virus capace di annientare le speranze ed acuire le illusioni, dando spazio all’inesorabile e deleteria accettazione del tutto. Ed è questo il reale problema. Gli uomini non devono cedere alle tentazioni nichilistiche. Essi devono scavare dentro di sé alla ricerca della luce che sia in grado di annientare la brama del superfluo, epurandosi dalla fuliggine che annebbia i loro cuori.

L’esacerbante senso di competizione e l’accecante idolatria del superfluo, in realtà, tendono a lacerare le menti, obnubilando la percezione del mondo esteriore. Il ritmo frenetico della vita, le insoddisfazioni esistenziali, il senso di precarietà e l’inesorabile fuga dai valori ci rendono, oggi più che mai, inclini a patologie di natura psichica. Ci sentiamo smarriti, inadatti, incapaci di risolvere situazioni apparentemente semplici. Questo senso di disagio interiore, probabilmente dovuto al rifiuto inconscio della realtà, può tramutarsi in angoscia, ansia, stress o depressione.

Società Post Moderna e Teoria dei sette specchi esseni

La società del consumo e dell’abbondanza, all’apparenza ci rende felici, ma in concreto è in grado di trasformarci in automi privi d’identità, destinati ad annegare nell’oblio dell’omologazione. Seppur foriera di gioia e benessere, la società dell’apparenza, talvolta, risulta in grado di annientare la psiche delle persone più deboli. In un mondo corredato di specchi, vetrine ed ipocrisie può risultare davvero improbabile sentirsi a proprio agio. Quando malinconia e senso d’inadeguatezza prendono il sopravvento sulle nostre vite, si corre il rischio di smettere di amare.

La conoscenza di noi stessi dipende dall’altrui esistenza, dalla presenza degli altri, dalle carezze e dai pugni che tracimano dalle loro parole e azioni; gli altri, dunque, assurgono al rango di specchio delle nostre brame ed esistenze. Le aspirazioni di un individuo non potrebbero mai essere scalfite senza un sublime ed etereo confronto con l’infinito che alberga nei propri simili. Spesso, però, accade che uomini e donne si lascino ingannare dal superfluo, entrando in circoli viziosi a dir poco deleteri ed infausti.

La Teoria dei Sette Specchi Esseni ha il pregio di rendere edotti gli uomini sul significato profondo, introspettivo ed esoterico dei rapporti umani. Gli antichi Esseni ebbero il merito di classificare i rapporti in sette misteri. Gli Specchi, o misteri, simboleggiano il dominio della realtà interiore. Una realtà tanto sublime da riflettere la sua luce in ogni azione e pensiero umani.  La nostra realtà interiore, quindi, ci viene rispecchiata dall’esistenza delle persone che ci circondano. Il quarto Specchio Esseno, in particolare, ha il pregio d’indurre al seguente interrogativo: Dipendiamo da qualcosa?

Il quarto specchio esseno invita a scavare dentro di sé e ad affrontare e carpire, a viso aperto, quali siano le cause della dipendenza e del disagio interiore al fin di evitare di perdere il contatto con la purezza della vita. Se la società italiana appare caratterizzata da individui con dipendenze accentuate, allora, in virtù del quarto specchio esseno, la percezione esteriore di tale fenomeno potrebbe rispecchiare il disagio e le dipendenze della società italiana. Ed in effetti, la nostra realtà sociale è ben lungi dall’esser scalfita ed edulcorata da barlumi di perfezione.

Stress, ansia e depressione, dunque, possono scaturire anche da momentanei o irreversibili disagi relazionali. Disagi che spesso producono dipendenze (dal cibo, dal gioco, dalle droghe, dall’alcool, dallo shopping) dalle quali è difficile uscire.

Lo Stress è una conseguenza logicamente prevedibile delle difficoltà relative alla metabolizzazione di un cambiamento esistenziale.

L’ansia, invece, è “lo stato emotivo spiacevole, accompagnato da senso di oppressione, eccitazione e timore di un male futuro, la cui caratteristica principale è la scomparsa o la notevole diminuzione del controllo volontario e razionale della personalità”. 

Come asserito in precedenza, l’individuo, caratterizzato da un’osmosi tra psiche e corpo, è, oggi più che mai, afflitto dai ritmi frenetici di una società nevrotica e caotica. L’equilibrio psicofisico è messo a dura prova da una serie indefinibile di ostacoli. Non è un caso, infatti, che negli ultimi quarant’anni i casi di depressione siano aumentai vertiginosamente. Purtroppo, molteplici studi hanno dimostrato l’esistenza di nevralgici legami tra psiche e strutture profonde biologiche. Secondo gli esperti esisterebbe un connubio tra patologie psichiche e tumori, sindromi degenerative, gravi patologie del sistema immunitario e malattie cardiache. Un connubio sinistro, nefasto che deve indurre il lettore ad una sana e necessaria riflessione.

Stress ed ansia derivano dalla perdita di armonia. Un individuo può esser esacerbato dalla perdita di armonia sia a causa di eventi piacevoli (vita troppo agiata da cui derivi la noia), sia per eventi spiacevoli (un’esistenza precaria e disagiata, o una diagnosi negativa). Secondo l’endocrinologo e biochimico F. Vester: “Nel nostro organismo, quando si è sottoposti ad uno stress intollerabile avviene un vero e proprio sconvolgimento biochimico e muscolare. Attraverso determinati percorsi cerebrali, si attiva il sistema neurovegetativo, soprattutto il simpatico e l’ipofisi. Il simpatico manda i suoi impulsi alla midolla delle surrenali, che poi secernono la catecolamina adrenalina e noradrenalina nel circolo sanguigno. L’ipofisi stessa produce un ormone (Acth) che subito dopo, attraverso il sangue arriva, arriva a sua volta alle surrenali dove induce la secrezione di ormoni corticoidi, come l’idrocortisone”.

Tuttavia, asseriva Schultz, “la vita necessita di polarità; alto grado di tensione per la realtà e la combattività da una parte, profonda distensione, sgorgante dall’interno, dall’altra”. Lo stress, dunque, non è sempre qualcosa di negativo.

Ad ogni modo, in un individuo affetto da gravi patologie, come tumori o malattie autoimmuni, lo stress non può che incidere in termini deleteri. Secondo L. Steinmam, “ lo stress può aggravare una malattia autoimmune influendo sull’ipotalamo e sull’ipofisi, i quali a loro volta secernono ormoni che promuovono l’infiammazione”.

Mentre per Luigi Oreste Speciani “l’ansia e lo stress, derivanti come fattori intangibili, dalla tensione comunitaria alla solitudine frustrante, alle istanze sociali, alla delusione giornaliera, provocano un coinvolgimento psicosomatico intollerabile, che poi, se protratto a sufficienza, può somatizzare come neoplasia”.

 

Numerosi studi epidemiologici hanno dimostrato che ansia e stress siano in grado di modificare l’evoluzione delle neoplasie. Ovviamente, all’interno dell’escatologia concettuale relativa agli eventi stressanti, rientrano, senza ombra di dubbio, anche le difficoltà ed i disagi mentali di adattamento al cancro che si manifestano successivamente alla diagnosi ed all’inizio della cura.

Lungi dal voler attribuire valori psicosomatici a tutte le patologie esistenti, appare necessario ed inevitabile porre all’attenzione del lettore un aspetto tutt’altro che trascurabile. Se da un lato può apparir sensato non conferire allo stress il rango di motore scatenante di gravi patologie, dall’altro, risulta proficuo evidenziare le potenziali conseguenze che lo stress è in grado di generare in relazione a pazienti affetti da neoplasie.

Non è scientificamente dimostrato che lo stress causi il cancro, ma è probabile che esso peggiori il quadro clinico dei pazienti già affetti da tumori.

Al di là di questo, tuttavia, non bisogna sottovalutare il rapporto esistente tra psiche ed organismo umano. Il corpo e la mente formano un’unità psico-biologica tutt’altro che scindibile. S. Freud riteneva che “la distinzione tra anima e corpo fosse solo verbale e non sostanziale, che corpo ed anima costituissero un tutto unico, e che in questa totalità stesse nascosto un Es”.

Innumerevoli contributi scientifici relativi all’eziologia psicosomatica dei tumori tendono a rimarcare tale sublime ed, al contempo, deleterio legame. Autorevoli scienziati hanno chiarito e dimostrato che i tumori siano patologie legate prevalentemente alle progredite civiltà occidentali, che le popolazioni primitive ne siano raramente colpite, e che le principali cause debbano essere ricercate nei fattori genetici ed ambientali, ergo in quel ‘disagio della civiltà’ capace di annichilire le funzioni del sistema immunitario.

Secondo Paracelso “l’ambiente fisico del paziente può avere una grande influenza sul corso della sua malattia. Se è assistito da persone che sono in simpatia con lui, sarà per lui tanto meglio che se sua moglie o chi gli è intorno desiderano la sua morte”.

La psicoterapia, dunque, può rivelarsi davvero nevralgica.

Tumori e metamorfosi corporee: Il ruolo della psicoterapia e della sessuologia

Per il prof. Tullio Giraldi, ordinario di farmacologia dell’Università di Trieste, stress e depressione possono peggiorare la prognosi del tumore al seno. Della stessa opinione è il Prof. Biondi, direttore del Dipartimento di Scienze Psichiatriche e Medicina Psicologica presso l’Università di Roma “La Sapienza”, secondo il quale, l’approfondimento della dimensione biologica della psicoterapia è una conseguenza logicamente prevedibile dell’ampliamento delle conoscenze relative all’interazione esistente tra corpo e processi emozionali. Secondo lo scienziato romano una terapia verbale, cioè psicoterapeutica, è in grado di perpetrare proficue metamorfosi biologiche. In oncologia, lo studio dei rapporti inerenti alla mente ed al corpo tende a porre in evidenza ed a rimarcare, in maniera tutt’altro che banale, la complessità ed i meccanismi relativi alla trasformazione neoplastica. La psicoterapia, quindi, tende a ricoprire un ruolo a dir poco sintomatico. L’analisi scientifica dei rapporti esistenti tra mente del paziente ed evoluzione della patologia neoplastica da cui egli è affetto, simboleggia una sfida tanto complessa, quanto affascinante.

In sintesi, allo psicoterapeuta spetta l’arduo compito di edulcorare gli stati d’animo del paziente al quale sia stata diagnosticata una malattia tumorale, ed evitare che stress, depressione ed altre patologie legate alla psiche peggiorino le già precarie condizioni.

Domenico Tamburo

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