Nasce la proposta di un’Orchestra Sinfonica dei Quartieri Spagnoli

Mag 18th, 2014 | Di cc | Categoria: Cronaca di Napoli

È stata una vera e propria assemblea pubblica l’incontro di stamane del Sabato delle Idee dedicato al tema del “Centro storico di Napoli patrimonio dell’umanità”. Oltre trecento persone, tanto da dove far ricorso ai monitor delle altre sale, e soprattutto i rappresentanti di oltre trenta associazioni ed istituzioni culturali che operano nel Centro storico, hanno affollato Palazzo Filomarino, la prestigiosa sede dell’Istituto Italiano per gli Studi Storici che proprio nel mese di Maggio ha aperto le sue porte per la Mostra dedicata alle “Storie e leggende napoletane di Benedetto Croce”, tema portante dell’edizione 2014 del Maggio dei Monumenti del Comune di Napoli.

 

Due sono state le strade principali tracciate per lo sviluppo e la valorizzazione del centro storico di Napoli. Innanzitutto la strada degli investimenti privati nel settore dei beni culturali indicata dall’urbanista Uberto Siola, presidente della Fondazione Internazionale per gli Studi Superiori di Architettura. La politica della cultura come risorsa ha bisogno delle energie private per svilupparsi - ha spiegato Siola - ed allora, in un momento in cui finalmente il governo nazionale mostra di voler mettere in campo un’azione forte sulla valorizzazione del nostro grande patrimonio artistico e culturale, è giunto il tempo di saper trovare le condizioni per indurre il privato ad agire sulla valorizzazione dei beni culturali. Una politica siffatta del resto è anche quella prevista e richiesta dalla Comunità Europea, che lega l’assegnazione di fondi per il recupero dei monumenti alla capacità di produrre ulteriore spesa preferibilmente ad opera dei privati”.

 

E poi la strada della valorizzazione dei beni culturali attraverso le nuove tecnologie, indicata da Luisa Bocciero, coordinatore del Progetto “Suor Orsola patrimonio dell’umanità certificato dall’UNESCO”, che ha illustrato le attività del Centro Universitario di Ricerca Scienza Nuova come esempio di nuove opportunità di fruizione tecnologica dei beni culturali: digitalizzazione del patrimonio bibliotecario, diagnostica e restauro di beni culturali con strumenti tecnologici avanzati e creazione di nuove applicazione per visite guidate a mostre e musei. Una nuova strada fisicamente esemplificata dalla presenza in sala di una stampante 3D che ha dato prova delle grandi potenzialità delle nuove tecnologie tridimensionali.

 

La metropolitana a Porta Capuana e la riqualificazione “verde” del Porto

 

La mattinata delle “idee” è proseguita con l’intervento di Aldo Loris Rossi, membro emerito dell’Accademia delle Arti del disegno, che ha proposto una ricetta in tre punti per la valorizzazione del centro storico di Napoli: evitare la polverizzazione degli interventi, mettendo in campo un piano organico di azione ; la creazione una nuova fermata intermedia della metropolitana a Porta Capuana, che sani l’eccesso di distanza tra Piazza Garibaldi e Piazza Cavour e proietti il turista direttamente in una delle zone nevralgiche del centro storico ; una riqualificazione “verde” del Porto di Napoli, da realizzare attraverso la rottamazione della miriade di magazzini e depositi inutilizzati ed antiestetici, creando tra il molo di San Vincenzo e il varco del Carmine una zona fruibile dai turisti che praticamente colleghi il Porto al centro storico senza soluzione di continuità. Una proposta, quest’ultima, che ha avuto l’immediata approvazione anche del Soprintendente per i Beni architettonici, paesaggistici, storici, artistici ed etnoantropologici per Napoli e Provincia, Giorgio Cozzolino, che ha sottolineato anche il ruolo importante nell’individuazione di criticità e proposte che sta svolgendo l’Osservatorio Permanente del Centro Storico di Napoli - Sito UNESCO, presieduto da Elena Coccia.

 

Le idee della Cittadinanza attiva

 

Ma soprattutto la parte più ricca di proposte è stata quella riservata alle idee della “Cittadinanza attiva per il centro storico di Napoli”, con gli interventi di associazioni, comitati, fondazioni, università e istituti culturali del centro storico. Dal progetto sui “Portali storici della Città” illustrato da Bernardino Stangherlin, già direttore della Società Sirena, alla detassazione delle Dimore Storiche, proposta del presidente regionale dell’ADSI, Marina Colonna. Dalla proposta di uno studio di fattibilità sul rapporto investimenti privati/sviluppo e occupazione nel centro storico proposto dal presidente dell’Associazione Strategie di sviluppo, Valerio Marotta, al grande progetto di restauro e valorizzazione della Basilica di San Giovanni Maggiore già avviato dall’Ordine degli Ingegneri di Napoli e presentato dal suo presidente Luigi Vinci, attraverso un ricco programma per il Maggio dei Monumenti

 

 

L’Orchestra Sinfonica dei Quartieri Spagnoli

 

Una su tutte la proposta che ha incontrato i maggiori consensi: la nascita di un’Orchestra Sinfonica dei Quartieri Spagnoli, lanciata da Enzo De Paola, presidente dell’Accademia Europea di Musica ed Arti dello Spettacolo, e già avallata dal presidente della SIAE, Gino Paoli. Un progetto - ha spiegato De Paola - che ha l’obiettivo di creare un percorso formativo di integrazione per i bambini e ragazzi in situazione di disagio, per sviluppare, attraverso la musica, attitudini ed abilità in grado di favorirne le capacità di socializzazione e di crescita”.

 

Insomma tante buone idee che avranno inevitabilmente bisogno di finanziamenti pubblici e privati. Ed in tal senso sono state decisamente rassicuranti le conclusioni del dibattito affidate all’Assessore regionale ai Lavori pubblici, Edoardo Cosenza, che, illustrando l’intervento della Regione per il restauro di Palazzo Penne, ha spiegato come “siano assolutamente infondati gli allarmismi sull’incapacità della Regione Campania nella spesa dei fondi europei”, perché, anzi, come ha evidenziato Cosenza, illustrando un impegno di spesa regionale di quasi due miliardi di euro solo sulla città Napoli, “la sovrapposizione tra la programmazione 2007-13 (che permette di spendere i fondi entro il 31 Dicembre 2015) e la programmazione 2014-20 consente alla Regione, come sta già facendo, di finanziare progetti addirittura anche oltre i fondi della previsti della programmazione 2007-13 potendo già attingere a quelli della programmazione successiva”.

 

Insomma sembra ci aspettino 18 mesi in cui si potrà finalmente avere soldi da spendere. Ora la vera rivoluzione sarebbe finalmente spenderli bene.

 

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