Lettera ai politici

Mag 14th, 2014 | Di cc | Categoria: Cronaca Nazionale

Pubblichiamo una lettera pervenuta dalla  Rappresentanza di Sant’Anastasia Napoli dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti.

Gentili politici,
In qualità di rappresentante di una categoria di disabili, sento il dovere morale di
spiegarvi lo stato dell’arte di questo Nostro e Vostro paese dove
ogni cittadino, prima ancora di essere sindaco, assessore, consigliere ecc. è
colpevole del degrado sociale dal momento in cui decide di essere null’altro
che silenzioso spettatore di eventi a danno del Bene pubblico e delle fasce deboli.
Comincerò dallo stato dell’arte architettonico: La legge quadro italiana che tratta il
problema dell’accessibilità è la legge 13/89 che stabilisce i termini
e le modalità in cui deve essere garantita l’accessibilità ai vari ambienti, con
particolare attenzione ai luoghi pubblici. Il D.M. 236/89 (decreto attuativo)
si addentra maggiormente nella parte tecnica ed individua tre diversi livelli di qualità
dello spazio costruito.
Accessibilità: possibilità per persone con ridotta o impedita capacità motoria o
sensoriale di raggiungere l’edificio e le sue singole unità immobiliari
e ambientali, di entrarvi agevolmente e di fruire di spazi ed attrezzature in condizioni
di adeguata sicurezza e autonomia.
Visitabilità: possibilità per persone con ridotta o impedita capacità motoria o
sensoriale di accedere agli spazi di relazione e ad almeno un servizio
igienico di ogni unità immobiliare.
Adattabilità: possibilità di modificare nel tempo lo spazio costruito a costi limitati, allo
scopo di renderlo completamente ed agevolmente fruibile anche
da parte di persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale.
Per quanto riguarda gli edifici e gli spazi pubblici vi è stata l’emanazione di un
ulteriore decreto attuativo.
Esempi classici di barriera architettonica sono: scalini, porte strette, pendenze
eccessive, spazi ridotti. Esistono innumerevoli casi di barriere meno
evidenti, come parapetti “pieni”, che impediscono la visibilità ad una persona in
carrozzina o di bassa statura; banconi da bar troppo alti, sentieri di
ghiaia o a fondo dissestato. Nel caso di persone non vedenti possono rappresentare
casi di barriera architettonica anche semafori privi di segnalatore
acustico od oggetti sporgenti.
Forse è appena il caso di farvi notare, cittadini di Sant’Anastasia che state
impegnando totalmente le vostre giornate in campagna elettorale, che il voto
dei disabili vale doppio, vale doppio perchè per raggiungere il seggio elettorale ci
arrampichiamo tra mille barriere sperando che valga finalmente la
pena di spendere stima e la fiducia nel voto che stiamo per dare.
Cara futura Amministrazione comunale, vorrei che quando si parla di abbattere le
barriere architettoniche, i disabili vengano consultati, consiglino e
guidino gli amministratori per far emergere le tante difficoltà che hanno i non vedenti e
chi è costretto sulla carrozzella e tutte le altre disabilita’.
Le azioni di promozione dell’accessibilità e della mobilità della persona con
disabilità, si incrociano con molte attività dell’ente comunale, quali i servizi sociali,
l’urbanistica, i trasporti e la scuola.
La trasversalità del tema richiede di organizzare e dare impulso all’attività
amministrativa, in modo da consentire che esigenze e diritti delle persone con
disabilità, siano rappresentate in tutti gli ambiti decisionali, di gestione e controllo.
Per questo è necessario adottare le linee guida su accessibilità e mobilità urbana
(linea guida per gli enti locali) che suggeriscono di avere uno specifico riferimento
politico all’interno dell’amministrazione e un’organizzazione che attribuisca a una
specifica entità amministrativa, la responsabilità di realizzare e monitorare le azioni di
sostegno delle persone con disabilità.
Si suggerisce, di creare un osservatorio sulla accessibilità e fruibilità urbana,
osservatorio previsto anche dalla Convenzione Onu sui diritti delle persone con
disabilità.
Il primo passo verso il miglioramento della situazione deve essere fatto educando la
comunità tutta: bisogna educarla a rimuovere le barriere culturali
prima di quelle architettoniche al fine di promuovere l’integrazione sociale
parallelamente a quella ambientale.
È di questa cultura che deficitiamo enormemente perchè non riusciamo a capire che
adeguare spazi e ambienti per i disabili, significa rendere un paese
vivibile. Agevolare anziani, mamme con carrozzini, percorsi sicuri per i bambini,
significa rendere raggiungibili strutture pubbliche ed esercizi privati
con conseguenze positive per tutti.
Egregi cittadini, che siete ad un passo per cautelare o distruggere (dipende da voi)
gli interessi dei disabili con le Vostre amministrazioni, venite a
farci visita presso il centro Liguori, vi presenteremo le due stanzette da circa 10 metri
quadrati cadauna che abbiamo in dotazione (e ringraziamo per
questo) dove vi troverete una mole enorme di buona volontà che si traduce
quotidianamente in attività, a dimostrazione che non c’e’ barriera che possa
resistere contro il sano “voler fare”.
Caro futuro sindaco, assessore alle politiche sociali, alla cultura , allo sport e teatro ,
alla viabilità, all’ecologia e bilancio e non me ne voglia
se dimentico qualcuno, non dimenticate che i disabili non appartengono soltanto alle
politiche sociali, ma devono essere tenuti in considerazione per ogni
Assessorato meritevole di designarsi tale.
Non c’è cultura se non è inclusa l’accessibilità ai disabili, non c’e’ degno spettacolo se
non è programmato tenendo conto delle difficoltà e delle pari
opportunità previste per i disabili, non ha senso parlare di viabilità senza prestare la
massima attenzione alla vivibilità di tutti i cittadini, non c’è
qualità nemmeno nell’assessorato all’ecologia se non si interviene adeguatamente
con opportuni strumenti ed interventi nei confronti dei cittadini disabili
che intendono essere parte attiva per la conservazione dell’ambiente.
Inoltre dalla lunga esperienza maturata nel corso degli anni, l’associazione ha
riscontrato che nel  70% dei casi le persone che presentano disabilità visiva, sono
anziani.
Il disabile-anziano si trova molto spesso solo, privo di chi lo possa accompagnare e
assistere anche nelle più elementari forme di vivere quotidiano es. rapporti con Enti;
compilazione e lettura pratiche; semplici acquisti quali medicinali o alimentari. Per le
fasce più giovani è necessario adottare strategie di inclusione e supporto
all’accettazione della menomazione, attraverso attività sportive, corsi di  lettura
Braille, attività ludico ricreative (gioco della Tombola, carte etc.) , Importante e’ anche
l’accompagnamento finalizzato all’inclusione sociale, che a seconda della gravità
della deficienza visiva ed in relazione all’esigenza specifica del soggetto preso in
carico sia il più possibile finalizzata a rendere la condizione di disabilità meno
pesante.
Accompagnamento presso Ospedali, Consultori, Laboratori medici, ma anche volte
allo svolgimento delle incombenze quotidiane. Introdurre la figura  dell’infermiere
domiciliare che possa  vigilare ed intervenire  con competenza laddove  sia
necessario il suo intervento.
In mancanza di strategie idonee e di Indicazioni su specifiche aree di innovazione da
introdurre nella programmazione
si rischia di favorire l’emarginazione di soggetti resi deboli dalla condizione fisica.


Giuseppe Fornaro dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, Rappresentanza
di Sant’Anastasia Napoli 

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