Affonda un altro barcone carico di immigrati

Mag 12th, 2014 | Di cc | Categoria: Sindacato

Il Coisp: “Quanti altri morti servono per capire che la questione non può essere gestita dalle sole Forze di Polizia ma va affrontata diversamente?”

“Riparte la macabra conta dei morti e, prima che ricominci la solita deprimente sfilza

di messaggi di cordoglio e di solidarietà ed il solito inutile elenco di promesse impossibili,

è ora di porre seriamente una domanda: quanti altri cadaveri serviranno prima di ammettere

che la gestione del fenomeno dell’immigrazione clandestina non può essere rimessa al solo

intervento delle Forze di Polizia italiane? Non c’è operazione ‘Mare nostrum’ che basti

a fronteggiare qualcosa le cui dimensioni e implicazioni solo assolutamente fuori controllo.

Anche se tutti gli Operatori della sicurezza italiana fossero mandati per mare ciò non

servirebbe a risolvere o migliorare in concreto la situazione che necessità di risposte di politica

internazionale, ed interventi strutturali ed organici, nonché di un serio contrasto all’attività

degli unici che da questo crudele mercimonio di esseri umani traggono profitto e vantaggi,

lucrando sulla sofferenza di intere popolazioni che tentano di sottrarsi alla sventura

per trovare, ormai sempre più spesso, morte certa in mezzo al mare”.

E’ questo il commento di Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp,

Sindacato Indipendente di Polizia, alla notizia che un barcone carico di migranti

è naufragato a circa un centinaio di miglia a sud di Lampedusa. Al momento il bilancio

provvisorio è di 14 vittime, i cui corpi sono stati recuperati, fonti della Marina militare hanno

evidenziato che, con ogni probabilità, il numero dei morti accertati alla fin delle operazioni

di soccorso è destinato a salire. Numerosi i drammatici precedenti dei quali l’ultimo appena

ieri, quando a largo delle coste libiche è avvenuto un altro naufragio.

“Le polemiche seguite alla scelta di dare corso e mantenere l’operazione ‘Mare nostrum’

– aggiunge Maccari – dimostrano ogni giorno di più la loro sterilità, laddove non è certamente

in dubbio la necessità di intervenire per salvare vite umane quando ciò si renda necessario

in mezzo ai flutti, cosa per cui le Forze dell’Ordine sono state e saranno sempre pronte,

come hanno dimostrato lavorando senza tregua ad ogni tragedia verificatasi, versando vere

lacrime di pietà che si sono mescolate al sudore della loro fronte. Il vero punto è un altro

- conclude Maccari -, lavorare per salvare quelle vite prima che vengano messe a rischio

dalla mano di trafficanti senza scrupoli; prima che vengano abbandonate alla violenza

ed alla crudeltà della strada e della criminalità che li attende sulle sponde dei Paesi

dove queste persone intravedono il miraggio di una vita dignitosa; prima che la difficile

esistenza nei Paesi d’origine si tramuti in un inferno di fughe e sopraffazioni, miseria

ed abbandono cui non si riesce a sottrarli nei Paesi di destinazione”.

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