SCONTRI ROMA, IL CORAGGIO DEL RUOLO E’ RIMASTO AI POLIZIOTTI, MA NON AL LORO VERTICE

Apr 23rd, 2014 | Di cc | Categoria: Sindacato

Scontri Roma, il Coisp: “Non possiamo evitare di notare quanto

oggi manchi il coraggio del proprio ruolo. I Poliziotti non vi vengono

mai meno, altri cedono all’opportunismo politico e mass-mediale”.

“Siamo rimasti in pochi in Italia a tenere fede, con coerenza e senza mezzi termini, al nostro ruolo. Lo diciamo

con orgoglio, soprattutto perché nel nostro caso si può indiscutibilmente parlare di coraggio nello svolgere

pienamente e senza scappatoie il mestiere di Poliziotti italiani, considerato quanto difficile, snervante,

massacrante, sottovalutato e mal retribuito sia questo lavoro. La riflessione ci è venuta spontanea continuando a

pensare a quanto avvenuto due sabati fa in una Roma uscita devastata dall’ennesima guerriglia in cui si è

trasformata l’ultima manifestazione di protesta, ma soprattutto alle polemiche ed al fiume di reazioni che ne

sono seguite. Reazioni che ci hanno mostrato, con una grande ed a tratti sorprendente chiarezza, che chi ha un

ruolo tecnico è parso atteggiarsi per lo più da politico, o peggio da politicante, e chi ha un ruolo politico

è intervenuto con la lucidità e la fermezza di un tecnico! E’ un’analisi che ci tocca da vicino e ci coinvolge

pienamente, perché in quanto Poliziotti italiani è importante che sappiamo capire bene con chi ci rapportiamo

ogni giorno, a chi dobbiamo nei fatti fare riferimento, da chi dobbiamo aspettarci cosa. Ed un fatto è certo,

oggi chi riveste il ruolo di nostro Vertice, di raccordo e guida e voce di migliaia di uomini e donne,

ha dimostrato di vivere e interpretare il proprio ruolo non certo come chi ha portato la divisa, ma come

qualcuno che proviene da tutt’altra parte, e guardi la realtà da tutt’altra ottica invece che da dentro un Corpo

di Polizia che, invece, ha bisogno più che mai che si spieghi al Paese intero com’è davvero la vita e il servizio

ed il sacrificio quotidiano di noi ‘cretini’. Qualcuno che per professione e per ruolo, appunto, insegni

la prudenza a fronte di frettolosi e implacabili giudizi, insegni la comprensione a fronte di circostanze

dure ed esasperanti, insegni il rispetto a fronte dell’offesa e della facile criminalizzazione, insegni

il valore di un intero Corpo a fronte della spettacolarizzazione di singoli fatti”.

Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia interviene ancora

nel dibattito apertosi all’indomani della manifestazione di protesta che, sabato 12 aprile, a Roma, è sfociata

ad opera di facinorosi organizzati, in scontri e violenze perpetrate ai danni della città, dei commercianti, e delle

Forze di Polizia presenti per il servizio d’ordine. L’oramai famosa foto della manifestate che è stata urtata da un

Agente mentre era in terra, e che ha scatenato le prime e consuete polemiche rispetto ai Tutori della sicurezza

accusati di abusare della forza, aveva visto il Capo della Polizia, Alessandro Pansa, replicare seccamente con

un: “Abbiamo un cretino da identificare”. Fin da subito, per parte loro, il Prefetto di Roma ed il Ministro

dell’Interno hanno invece difeso strenuamente tutti gli uomini in divisa impiegati nella difficile giornata

romana, condannando con la massima fermezza e decisione i violenti che hanno scatenato il caos aggredendo

le Forze dell’Ordine -di cui ben quattordici sono rimasti feriti, uno ustionato a una gamba da una bomba carta-.

“Non possiamo smettere di pensare - aggiunge Maccari - a quell’offesa frettolosa, gratuita e inutile sparata

a favore di microfoni dal Capo della Polizia quando ha visto addensarsi all’orizzonte le nubi della nuova bufera

mediatica che incombe ad ogni occasione su uomini e donne che volgono il più ingrato e delicato dei lavori,

senza che sia seguito un chiarimento, un ‘aggiustamento’ della rotta che pure sarebbe stato doveroso,

soprattutto quando l’intero Corpo della Polizia di Stato ha fatto capire, per il tramite dei propri Rappresentanti,

che al di là di singole responsabilità (ancora tutte da accertare ad opera di chi ne ha la competenza e non certo

dei media o del Capo del Dipartimento) quell’ingiuria è stata una coltellata al cuore di tutti. E’ seguita,

piuttosto, una netta presa di posizione di chi in strada in tenuta antisommossa non ci è mai andato, e però ha

dimostrato di avere ben chiaro quale sia il dovere ed il sacrificio che lo Stato chiede ai suoi Servitori più fedeli,

esprimendo la gratitudine ed il rispetto per le Forze dell’Ordine, e la ferma condanna per chi viola le leggi dello

Stato trincerandosi dietro un falsato e distorto diritto di manifestare, senza preoccuparsi di dire tutto ed il

contrario di tutto, con quella solita cautela tutta politica che può andare bene per la comunicazione

mass-mediale, ma non certo quando si discute di questioni di principio, di civiltà, di legalità. Meno che mai

quando si discute della Polizia di Stato, che nonostante le botte, gli insulti e gli sputi non abdica mai

dal proprio ruolo, e che avrebbe voluto che anche il suo Capo facesse altrettanto

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