ALZHEIMER: C4D IL TEST CHE PREVIENE LA MALATTIA

Apr 14th, 2014 | Di cc | Categoria: Salute

Troppo spesso le certezze scientifiche dei ricercatori restano senza concrete applicazioni pratiche a causa della mancanza di fondi per proseguire gli studi, è compito allora dell’iniziativa privata tentare di porre rimedio a questo vuoto. E’ il caso del test C4D: un semplice esame del sangue può prevenire la malaC4D, un semplice esame diagnostico, una sigla dietro la quale può esserci la possibilità concreta di evitare la malattia di Alzheimer. Un prelievo del sangue e un’analisi ad hoc sono alla base di uno studio di ricerca tutto italiano iniziato una decina d’anni. Già in precedenza, a cominciare dal 1984, studi internazionali sulla malattia di Alzheimer avevano dimostrato la correlazione tra la presenza di rame in eccesso e la possibilità di sviluppare la malattia di Alzheimer. In questi ultimi anni i ricercatori italiani sono andati oltre e attraverso studi clinici su pazienti e nuove analisi genetiche sono riusciti a dimostrare scientificamente lo stretto legame tra l’eccesso di una particolare frazione di rame nel sangue e la malattia di Alzheimer. In almeno il 60 per cento dei casi il rame può rappresentare un elemento determinante nello sviluppo della malattia.

Come spesso accade, però, senza l’aiuto e gli investimenti privati la ricerca coordinata dal Prof. Paolo Maria Rossini (Policlinico Gemelli di Roma) e dalla dottoressa Rosanna Squitti (Fondazione Fatebenefratelli, AFaR Isola Tiberina di Roma) in collaborazione con ricercatori dell’IRCCS San Giovanni di Dio Fatebenefratelli di Brescia, sarebbe rimasta una mera certezza scientifica senza effetti pratici e concreti nella vita delle persone. Senza gli investimenti per realizzare strumenti innovativi per la diagnosi precoce e la cura delle malattie neurodegenerative lo studio forse avrebbe dovuto aspettare ancora anni prima di ottenere quei risultati concreti che oggi sono disponibili per tutti. Con queste premesse, la Canox4Drug, una nuova società di ricerca nel campo biomedico nata nel luglio 2012 che ha già sviluppato, prodotto e commercializzato molteplici prodotti in Italia, Europa ed Asia nell’ambito dell’ Health Care, ha investito nella ricerca per la messo a punto un metodo innovativo per misurare la quantità di rame “libero” circolante nel sangue, definito rame ‘Non-ceruloplasminico, che è un marker della probabilità di contrarre dopo pochi anni la malattia di Alzheimer.

C4D, un semplice esame diagnostico, una sigla dietro la quale può esserci la possibilità concreta di evitare la malattia di Alzheimer. Un prelievo del sangue e un’analisi ad hoc sono alla base di uno studio di ricerca tutto italiano iniziato una decina d’anni. Già in precedenza, a cominciare dal 1984, studi internazionali sulla malattia di Alzheimer avevano dimostrato la correlazione tra la presenza di rame in eccesso e la possibilità di sviluppare la malattia di Alzheimer. In questi ultimi anni i ricercatori italiani sono andati oltre e attraverso studi clinici su pazienti e nuove analisi genetiche sono riusciti a dimostrare scientificamente lo stretto legame tra l’eccesso di una particolare frazione di rame nel sangue e la malattia di Alzheimer. In almeno il 60 per cento dei casi il rame può rappresentare un elemento determinante nello sviluppo della malattia.

Come spesso accade, però, senza l’aiuto e gli investimenti privati la ricerca coordinata dal Prof. Paolo Maria Rossini (Policlinico Gemelli di Roma) e dalla dottoressa Rosanna Squitti (Fondazione Fatebenefratelli, AFaR Isola Tiberina di Roma) in collaborazione con ricercatori dell’IRCCS San Giovanni di Dio Fatebenefratelli di Brescia, sarebbe rimasta una mera certezza scientifica senza effetti pratici e concreti nella vita delle persone. Senza gli investimenti per realizzare strumenti innovativi per la diagnosi precoce e la cura delle malattie neurodegenerative lo studio forse avrebbe dovuto aspettare ancora anni prima di ottenere quei risultati concreti che oggi sono disponibili per tutti. Con queste premesse, la Canox4Drug, una nuova società di ricerca nel campo biomedico nata nel luglio 2012 che ha già sviluppato, prodotto e commercializzato molteplici prodotti in Italia, Europa ed Asia nell’ambito dell’ Health Care, ha investito nella ricerca per la messo a punto un metodo innovativo per misurare la quantità di rame “libero” circolante nel sangue, definito rame ‘Non-ceruloplasminico, che è un marker della probabilità di contrarre dopo pochi anni la malattia di Alzheimer.

Il marker precoce individuato consente di accorgersi di questo fattore di rischio che è modificabile e di conseguenza dà l’opportunità di intervenire attraverso l’alimentazione o l’assunzione di integratori a base di zinco, con buone probabilità di prolungare i tempi di manifestazione della malattia o di evitarla completamente. Il test C4D funziona in modo molto semplice: una sonda fluorescente a spegnimento emette un segnale che viene quantificato da un lettore; quando lega il rame cambia di conformazione interrompendo il segnale. Il cambiamento di emissione viene letto dal lettore di fluorescenza ed è proporzionale alla quantità di rame Non-ceruloplasminico presente nel campione.

 

 

 

La malattia di Alzheimer secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, colpisce 35,6 milioni di persone in tutto il mondo e dovrebbe raddoppiare nel prossimo ventennio, arrivando ai 115,4 milioni entro il 2050.

 

 

 

Attualmente è possibile eseguire il test C4D in quasi tutte le regioni italiane.

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