Presentate le nuvole di punti: ecco i beni sommersi in 3d

Apr 13th, 2014 | Di cc | Categoria: Ambiente

Un innovativo sistema di produzione di rilievi tridimensionali di beni sommersi, restituiti sotto forma di nuvole di punti è una delle chicche tecnologiche del percorso espositivo multimediale dedicato alla storia e alla cultura dell’isola di Procida, realizzato attraverso la ricostruzione di reperti, di ambienti e di azioni quotidiane messe in luce dalle campagne di scavo archeologico condotte sull’isolotto di Vivara dall’Università Suor Orsola Benincasa.

 

Si chiama Area espositiva permanente “TERRA” (Technology and Research for Archaeology) ed è stata inaugurata stamane nel Palazzo della Cultura di Procida alla presenza del Vicepresidente della Regione Campania, Guido Trombetti, del Rettore dell’Università Federico II, Massimo Marrelli, del Direttore del Centro Euromediterraneo per i Beni Culturali dell’Università Suor Orsola Benincasa, Massimiliano Marazzi, del Sindaco di Procida Vincenzo Capezzuto e di Enrico Scotto di Carlo, Assessore alla Cultura del Comune di Procida.

 

“La nascita di questa importante area espositiva - ha spiegato Guido Trombetti - dimostra quanto sia importante il contributo della ricerca nella valorizzazione di un patrimonio culturale di cui la nostra Regione è ricchissima e molte volte, per motivi di natura diversa, resta nascosto e poco protetto. Ed è ancor più importante, come in questo caso, saper puntare su di una ricerca che si avvale delle nuove tecnologie per creare modelli innovativi di fruizione e promozione capaci di far conoscere al largo pubblico le bellezze del territorio, per farle anche e soprattutto diventare una grande opportunità per i benefici effetti che possono apportare sull’economia dei nostri territori attraverso l’attrattiva di un turismo culturale che si va sempre più affermando come la vera occasione di rilancio dei grandi giacimenti culturali della nostra Regione come quello del bacino dell’isola di Vivara”.

 

Non è un caso, ha voluto evidenziare Trombetti, che tra le linee della ricerca promosse dai recenti piani regionali, “si sia consolidata una forte posizione sulla ricerca delle applicazioni delle alte tecnologie per i beni culturali, grazie alla nascita di un Distretto proprio sulle alte tecnologie da applicare ai beni culturali ed ambientali, chiamato DATABENC, con il compito di raccordare ed integrare le iniziative per realizzare quell’azione di sistema capace di rendere sostenibili le iniziative avviate ed in fase di nuova proposizione”.

 

A Massimiliamo Marazzi, direttore del comparto archeologia dell’Università Suor Orsola Benincasa, è spettato, invece il compito di presentare l’area espositiva con una suggestiva visita multimediale.

 

“L’area espositiva TERRA - spiega Massimiliano Marazzi, direttore del CEM del Suor Orsola - già nel nome vuole comunicare il legame che è sempre esistito tra i luoghi, le genti e le storie che le accomunano ed intende indagare attraverso un uso critico delle tecnologie e delle tracce il valore delle testimonianze anche in rapporto alla promozione territoriale. TERRA sarà quindi un laboratorio permanente in cui sperimentare e verificare il connubio esistente tra i beni culturali, i beni archeologici e le nuove forme di musealizzazione attraverso innovative tecnologie di rappresentazione”.

 

Dopo il tagli del nastro spazio alla discusssione del convegno dedicato al tema “Tecnologia e Ricerca per l’Archeologia” con la partecipazione, tra gli altri, di Sebastiano Tusa, referente della Soprintendenza del Mare della Regione Sicilia e dei rappresentanti delle altre istituzioni coinvolte nel progetto: il DiSTAR, il Dipartimento di Scienza della Terra, dell’Ambiente e delle Risorse dell’Università Federico II di Napoli con il suo direttore Vincenzo Morra e le imprese Wind Aereonautics e Westend.


TERRA - Technology and Research for Archaeology

 

 

L’area espositiva TERRA nasce da una lunga collaborazione tra il Comune di Procida e gli archeologi dell’Università Suor Orsola Benincasa con l’obiettivo di avviare nuove azioni sul patrimonio culturale e archeologico dell’isola, da intendersi come risorsa e beni attivi attraverso cui avviare politiche e strategie di promozione dell’intero territorio.

 

L’area espositiva rientra nell’ambito delle attività del progetto PON Ricerca e Competitività “SINAPSIS”, finanziato dal MIUR, che ha come obiettivo la realizzazione di un Sistema integrato per la valorizzazione, fruizione e salvaguardia del Patrimonio Culturale emerso e sommerso attraverso lo sviluppo di soluzioni innovative e la relativa integrazione di tecnologie esistenti. 

 

La piattaforma sarà aggiornata progressivamente secondo gli esiti delle attività di scavo sull’isola di Vivara e all’interno del Golfo di Genito e i risultati delle ricerche che gli atenei stanno conducendo nel settore indagando tutti i possibili rapporti d’uso da parte della collettività e dei turisti in genere. I contenuti e le informazioni saranno, infatti, generati da strumentazioni prototipali per la digitalizzazione e la gestione tridimensionale dei dati e riversati sulle innovative piattaforme di visualizzazione interattive e stereoscopiche.

 

L’intento è quello di creare un ”dimostratore” in cui la ricerca tecnologica abbia una immediata applicazione e verifica dei livelli di utilizzabilità per usi comunicativi e di visualizzazione.

 

“Il core dell’Exhibition Design - spiega Leopoldo Repola, responsabile dell’allestimento - è stato impiantato sulla economicità, reversibilità ed ecosostenibilità dell’intervento. Il materiale utilizzato è stato esclusivamente il legno d’abete che se da un lato richiama il colore e gli odori delle antiche imbarcazioni, dall’altro si presta a una rapida rimodulazione degli spazi al servizio delle esigenze mutabili nel tempo”.

 

La scelta innovativa sulla spesa dei fondi ministeriali

 

Il budget per la realizzazione dell’area espositiva TERRA è stato ricavato esclusivamente dai costi previsti dalla disseminazione dei risultati del progetto Sinapsis, scegliendo come nuova strategia di comunicazione e di ricerca non più l’organizzazione degli abituali convegni specialistici e le pubblicazioni accademiche ma anche e soprattutto la realizzazione di un intervento concreto e permanente, direttamente comprensibile dalla collettività.

 

La struttura dell’area espositiva

 

L’area espositiva è composta dalla Sala Geologia i cui contenuti sono curati dal Dipartimento DiSTAR dell’Università Federico II diretto da Vincenzo Morra, dalla Sala Procida-Vivara e dalla Sala Archeologia Sperimentale, i cui contenuti sono stati curati dal gruppo degli archeologi dell’Università Suor Orsola Benincasa guidato da Carla Pepe con il contributo di Livio Pontieri e Alessandro Ferraro, da una Sala della Ricerca in cui i due atenei e le imprese Wind Aereonautics e Westend esporranno i risultati delle attività svolte all’interno del PON SINAPSIS, e da una Sala Simulazioni in cui saranno testate nuove forme di restituzioni immersive di modelli generati da scanner tridimensionali subacquei e terrestri dinamici.

 

“L’impianto di questo modello espositivo - spiega l’architetto Repola - è ispirato alla valorizzazione del patrimonio culturale secondo una forma destinata al pieno coinvolgimento della popolazione residente, delle realtà associative esistenti oltre che all’individuazione di argomenti e contenuti utili allo sviluppo del cosiddetto turismo scientifico/culturale e sostenibile”.

 


Le nuovole di punti: ecco i beni sommersi in 3d

 

La vera chicca tecnologica dell’area espositiva sono le nuvole di punti prodotte mediante un sistema prototipale interamente sviluppato dai ricercatori dell’Università Suor Orsola Benincasa all’interno del progetto PON SINAPSIS finanziato dal MIUR.

 

Un innovativo sistema di produzione di rilievi tridimensionali di beni sommersi, restituiti sotto forma di nuvole di punti, processando sequenze di fotogrammi estrapolati in automatico da video stereoscopici, sperimentato nel sito archeologico subacqueo del porto di Lipari grazie alla collaborazione scientifica con la Soprintendenza del Mare della Regione Sicilia.

 

Con i software sviluppati dai ricercatori del Suor Orsola si ottengono copie digitali in 3d di beni culturali e scenari sommersi di indispensabile ausilio per nuove forme di tutela e musealizzazione degli stessi. Tale tecnologia permette, infatti, di trasferire virtualmente in luoghi espositivi di comune accesso dei beni sommersi, la cui fruizione era solitamente riservata a pochi studiosi. “E gli stessi contenuti virtuali - evidenzia l’architetto Repola - permettono di arricchire l’esposizione mediante informazioni aggiuntive, rendendo il bene oggetto di nuove forme di spettacolarizzazione in cui rafforzare la componente scientifica delle informazioni”.


Il progetto SINAPSIS ha sviluppato, inoltre, una piattaforma per il rilievo tridimensionale mediante scanner a tempo di volo dinamico e un articolato percorso di alta formazione culminato nella realizzazione presso l’Università Suor Orsola Benincasa di due Master di secondo livello centrati sullo studio di nuove tecnologie per la digitalizzazione e la comunicazione del patrimonio culturale.

Info: www.centroeuromediterraneo.org

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