Giornata mondiale dell’acqua: Miccù, Mangiate la pizza e salverete il pianeta
Mar 20th, 2014 | Di cc | Categoria: Cronaca Regionale
Uno studio WWF: una pizza fa risparmiare 3mila litri d’acqua rispetto ad una bistecca.
Il presidente dell’Associazione Pizzaiuoli Napoletani lancia appello al risparmio idrico.
Napoli, 20 marzo 2014 – Pizza contro bistecca, 1.260 litri a 4.000. Secondo uno studio del WWF, pubblicato in occasione della giornata mondiale dell’acqua (22 marzo) per produrre le materie prime per confezionare una pizza sono necessari 1.260 litri di acqua contro i 4.000 indispensabili per poter mettere nel piatto una bistecca di carne di manzo.
“Mangiate la pizza e non la carne” potrebbe essere lo slogan dell’Associazione Pizzaiuoli Napoletani. La pizza è un alimento che si mangia in ogni parte del mondo e se viene sostituita ad una bistecca di 300 grammi il pianeta risparmia l’utilizzo di circa 2.740 litri di acqua.
Il presidente dell’associazione Sergio Miccù in occasione della giornata mondiale dell’acqua, che si celebra sabato prossimo, per sensibilizzare gli abitanti del nostro pianeta al risparmio idrico, gioca con i numeri:
“Ogni anno in occasione di Napoli Pizza Village vengono sfornate oltre 100mila pizze durante i sei giorni dell’evento che si tiene a settembre sul lungomare partenopeo: circa 16.600 pizze al giorno. Se le stesse persone mangiassero una bistecca al posto della pizza si consumerebbero, quindi, oltre 45milioni e mezzo di acqua in più, l’equivalente necessario per riempire 18 piscine olimpioniche!”
Lo studio è stato realizzato per promuovere un indirizzo sui consumi alimentari durante EXPO 2015 dove saranno presenti anche i rappresentanti dell’Associazione Pizzaiuoli Napoletani.
Nel rapporto del WWF del King’s Collage di Londra realizzato dalle ricercatrici Marta Antonelli e Francesca Greco che calcola il consumo di acqua virtuale, la cosiddetta impronta idrica, si evince che quella impiegata per la realizzazione dei prodotti alimentari di origine animale è notevolmente superiore a quella necessaria ai prodotti agroalimentari. La dieta mediterranea vince ancora e quindi, come al solito, anche il made in Italy.