Nasce a Napoli il Tavolo di lavoro sulla riforma della normativa in tema di misure di prevenzione
Feb 27th, 2014 | Di cc | Categoria: Spazio ai Ragazzi“La confisca dei beni illeciti in Italia” è il report di Transparency International Italia sull’universo dei procedimenti di confisca dei beni della criminalità organizzata presentato stamane alla Camera di Commercio di Napoli alla presenza di Maurizio Maddaloni, Presidente della CCIAA di Napoli, Luigi Maria Rocca, Presidente della Commissione 231 dell’ ODCEC di Napoli, Maria Teresa Brassiolo, Past President di Transparency International Italia, Mariavaleria del Tufo, Pro Rettore dell’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli, Costanzo Jannotti Pecci, Presidente di Federterme e Rappresentante del Mezzogiorno nel Consiglio Direttivo di Confindustria, e Lorenzo Diana, Coordinatore Nazionale di Sos Impresa - Rete per la legalità.
Due i dati fondamentali emersi: ottimo il lavoro di confisca (più di 40mila beni confiscati in Italia), pessimo il lavoro sul fronte dell’assegnazione (a stento il 4% dei beni confiscati). I dati numerici sono a pag. 33 del report.
Il report, già disponibile integralmente online sul sito www.transparency.it, è frutto della ricerca condotta nell’ambito del progetto europeo “Enhancing Integrity and Effectiveness of Illegal Asset Confiscation – European Approaches” (www.confiscation.eu), commissionato e cofinanziato dalla Commissione Europea. Transparency International Italia partecipa al progetto insieme ad altri due capitoli nazionali dell’organizzazione, Transparency International Romania e Transparency International Bulgaria. La collaborazione tra partner europei è ancora più importante alla luce della risoluzione approvata due giorni fa dal Parlamento Europeo per facilitare i procedimenti di confisca e la collaborazione tra autorità nazionali dei Paesi Membri dell’UE.
Il report italiano analizza il nostro sistema di confisca dei beni illeciti attraverso una dettagliata indagine normativa, testimonianze dirette e dati statistici e indaga i punti di criticità del sistema avanzando contemporaneamente raccomandazioni pratiche.
Dinanzi alla necessità di contrastare il fenomeno corruttivo in Italia, la confisca dei beni provenienti da attività illecite, tra cui la corruzione, assume un’importanza chiave, in quanto ha una valenza allo stesso tempo punitiva e preventiva. “Questa duplicità si rispecchia nella normativa, un unicum a livello internazionale: l’Italia presenta infatti un regime di confisca sia penale sia di prevenzione”, hanno sottolineato i curatori della ricerca, Giorgio Fraschini e Chiara Putaturo, e inoltre “Il forte potere preventivo della confisca sta soprattutto nel riutilizzo a fini sociali del bene, che, se ben implementato, ha un alto valore esemplare ed educativo per l’intera comunità.”
Per contrastare i problemi emersi il report propone anche una lista di raccomandazioni:
· Unificazione della legislazione nazionale
· Velocizzazione del processo giudiziario e di assegnazione
· Potenziamento dell’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata
· Informatizzazione del sistema
· Disponibilità immediata del denaro proveniente dalla vendita dei beni mobili a favore della gestione efficace di beni immobili e aziende
· Ripartizione e utilizzo efficiente delle risorse del Fondo Unico di Giustizia anche per la gestione delle aziende confiscate
· Inserimento nel sistema di specialisti con competenze manageriali e gestionali
· Implementazione dei nuclei di supporto
· Istituzione di un sistema di monitoraggio
Nasce a Napoli il Tavolo di lavoro sulla riforma della normativa in tema di misure di prevenzione
Al termine della discussione è stata annunciata la nascita di un “Tavolo di lavoro sulla riforma della normativa in tema di misure di prevenzione”, un’ idea di Luigi Maria Rocca che ha già raccolto l’ adesione di Trasparency international, dell’Università Suor Orsola Benincasa, della Fondazione Machting Energies e della Associazione Sos Impresa - Rete per la legalità ma anche quella di numerosi professionisti, professori universitari e magistrati.
All’ordine del giorno della prima riunione del Tavolo ci sarà l’idea lanciata da Mariavaleria del Tufo, Pro Rettore dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli: un nuovo Master specificamente dedicato alla formazione dei futuri professionisti del nuovo Albo nazionale degli amministratori di beni confiscati.
“La recente emanazione del regolamento di attuazione dell’Albo degli amministratori giudiziari dei beni sequestrati alla criminalità organizzata e i dati economici di questo report che fotografano le difficoltà operative cui vanno incontro le imprese confiscate alle mafie - ha evidenziato la del Tufo - mostrano la necessità non più rinviabile di istituire specifici percorsi di alta formazione per amministratori di beni confiscati, che non abbiano soltanto le competenze richieste alle professionalità tradizionali di avvocati e commercialisti, ma posseggano anche doti manageriali e gestionali, che garantiscano un decisivo contributo alla sopravvivenza e allo sviluppo economico delle aziende. Ed in questo settore l’Università Suor Orsola Benincasa, forte dell’esperienza del primo master universitario italiano dedicato alla valorizzazione e alla gestione dei beni confiscati alla criminalità organizzata, è pronta a fornire, nel quadro delle attività del Tavolo di lavoro sulla riforma della normativa in tema di misure di prevenzione, il proprio contributo per la creazione di un nuovo percorso di studi per formare le nuove professionalità che ambiscono ad inserirsi in questo settore ed operare attivamente per rendere sempre più competitive le imprese confiscate”.