La faccia di Renzi e il sangue del Paese.

Feb 23rd, 2014 | Di cc | Categoria: Politica

Foto di gruppo dopo il giuramento. I ministri sono sorridenti e scherzosi, qualcuno si guarda intorno compiaciuto mentre Re Giorgio si unisce a loro. Sorridono e sorridono ancora. Renzi è impettito, la rincorsa verso la poltrona di Premier si è conclusa forse prima di quanto avesse previsto. E ancora sorrisi. Guardo le immagini scorrere e invece di provare quella sensazione di speranza che vorrei avvertire, mi viene in mente il pizzaiolo di Casalnuovo suicidato perché non poteva pagare una multa, mi viene in mente sua moglie colpevole vittima perché i solerti ispettori l’hanno trovata ad aiutare il marito. Mi vengono in mente il volto dei marò che da oltre due anni stanno pagando il reato d’aver servito la propria nazione, i giovani che elemosinano un lavoro, quelli che il lavoro l’hanno perso e i tanti che per questo motivo hanno perduto qualcosa di molto più prezioso.

Cerco di scacciare questi pensieri. Perché non dovrebbero sorridere questi signori e giovanotti cui viene affidato il compito di guidare il paese?

Il giovin capitano meno di ventiquattrore prima ha detto che occorre credere in questo governo, anzi non se ne può fare a meno perché “non vi sono alternative”. La battuta non è delle migliori come forse non è delle migliori la composizione della squadra governativa. Daremo segnali diversi, quelli di cui il Paese ha bisogno, diceva in sintesi solo pochi mesi fa, ma da quei giorni quante cose dette son state dimenticate o anche contraddette? E la nuova compagine? Chi si aspettava novità tali da dare una scossa al sistema è rimasto deluso: nove ministri del precedente Governo, manuale Cencelli applicato alla lettera, l’Alfano che doveva dimettersi per il caso Shalabayeva confermato al Viminale, i vecchi politici da rottamare che impongono propri uomini al governo.

La coerenza non pare sia una dote posseduta dal sorridente Renzi, ma questo non è fondamentale per governare.

In fondo poco importa se, ancora una volta, la nostra piccola Italia si ritrova con un governo espressione del palazzo (e nemmeno si capisce bene quale) e non della volontà popolare. Certo ho sentito dire da qualcuno che Renzi può dirsi legittimato dal successo ottenuto nelle primarie del partito. Consiglio a chi ha espresso un tale parere d’affrettarsi a prendere ripetizioni di democrazia in modo da rendersi conto della differenza tra primarie e elezioni.

In ogni caso adesso la gente è ormai troppo smaliziata o, in maniera più realistica, troppo delusa per avvertire tangibile la speranza del cambiamento. Nemmeno il programma potrà più essere significativo, occorrono i fatti e saranno le prime mosse concrete a dare indicazioni in merito al futuro di questo governo che, per adesso, appare più un tentativo di tenere insieme pezzi di un puzzle diverso che un’armonica squadra di governo e di certo non rappresenta la rivoluzione che Renzi aveva lasciato immaginare.

Il giovin capitano è abile nelle sue mosse e capace nello gestire il bilancino della politica, ma è anche legato a troppi compromessi evidenziati dai nomi che compongono il governo. Siamo sul filo del rasoio e il Cavaliere, che pure ha avuto parole di elogio per chi ha capito che non lo si poteva lasciare in un angolo, si è affrettato a lanciare l’allarme circa il rischio della conta numerica in Parlamento.

Forse il maggiore alleato di Renzi è paradossalmente proprio Berlusconi e la considerazione che una caduta di questo governo porterà inevitabilmente al ritorno alle urne, porcellum o non porcellum, con la quasi certezza di una nuova affermazione del leader di Forza Italia.

Adesso, comunque, il mazzo di carte è in mano al giovin capitano sperando che si renda veramente conto che se lui e i suoi prodi scudieri “ci mettono la faccia” il Paese ci mette il sangue.

Edoardo Barra

 

 

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