Contratti di quartiere flop: la Corte dei Conti boccia Comuni e Regioni
Gen 26th, 2014 | Di cc | Categoria: Municipalità
Da strumento per attivare una sinergia virtuosa tra operatori privati nella riqualificazione di intere fette di città a clamoroso flop: a distanza di quattordici anni dalla loro nascita, i Contratti di quartiere restano fermi al palo, così come i suoi intenti – partoriti dall’allora governo Berlusconi – di ammodernare intere aree urbane a maggiore disagio abitativo. Periferie di Napoli ed interi quartieri, come quello di Pianura, che attendevano una pioggia di euro per far partire i cantieri per il restyling delle aree maggiormente degradate, si sono trovati così a bocca asciutta, complice il gap istituzionale che gela i potenziali volani di sviluppo e la farraginosità dell’azione politica. L’analisi impietosa delle cause che hanno generato questo stallo è stata redatta dalla Corte dei Conti nella delibera 15/2013/G del 19 dicembre 2013: la riflessione dei giudici contabili non fa sconti alle pubbliche amministrazioni, in particolare le Regioni, ree di non aver stipulato alcun accordo con i soggetti privati ed in particolare con i Comuni. In salsa campana, dunque, equivale anche ad una bocciatura per tutte le amministrazioni che dal 2001 hanno occupato gli scranni più alti di Regione e Comuni, senza tralasciare il governatore Stefano Caldoro ed il sindaco Luigi de Magistris, inermi davanti ad un piano per la bonifica delle aree metropolitane in preda al degrado. «Il contesto istituzionale - si legge nel report dello scorso 8 gennaio - e gli spazi di autonomia degli enti attuatori, la visione strategica in cui devono collocarsi i programmi, evitando sovrapposizioni, implicano la necessità di decisioni politiche, così pure la semplificazione procedurale anche in materia ambientale (vanno contemperate prescrizioni severe in materia ambientale con la necessaria salvaguardia della speditezza dell’esecuzione delle opere), il ripensamento del sistema di finanziamento, la perenzione con termini più congrui rispetto all’esecuzione di opere pubbliche». In soldoni, l’erogazione del finanziamento Stato ha raggiunto il 61% (rispetto al 51% circa registrato al 31.12.2012)», ed in valori assoluti, Comuni e Regioni risultano avere erogato oltre 564 milioni di euro al 31 dicembre 2012 su 1,32 miliardi di euro di finanziamento attribuito ai comuni. Risorse sciupate e sfruttate male, secondo la Corte dei Conti, che identifica i «vari profili di criticità» agli Enti Regionali, che sono stati i soggetti attuatori, attraverso accordi di programma e convenzioni con i Comuni dove sono ubicati i progetti. «Si è rilevata una pesante dilatazione dei tempi di attuazione del programma – fanno notare i giudici contabili – tuttora in fase di realizzazione per una parte significativa». Basti pensare che il programma è stato avviato nel 2001, ma i primi fondi sono stati erogati solo nel 2007. E c’è di più: «Al 31 dicembre 2012 la percentuale di erogazione delle risorse complessive Stato-Regioni, sulla base degli stati di avanzamento dei lavori, è risultata, in media, pari al 43%. Al 19.11.2013, secondo i dati ultimi forniti dall’UCB in adunanza. Il monitoraggio degli interventi - si legge inoltre - fatto salvo quello con caratteristiche meramente finanziarie, per quanto previsto dagli accordi di programma sostanzialmente ha avuto impulso in concomitanza con l’istruttoria, per corrispondere alle richieste della Corte dei Conti».
Esito «insoddisfacente», si sottolinea nella delibera», non solo perché esso è stato tardivo, «ma anche perché parziale, in conseguenza di una carente trasmissione di dati al Ministero delle Infrastrutture (MIT), in particolare da parte di alcune Regioni». I dati, lacunosi, riguardano i «più complessi e qualificanti obiettivi del programma diversi dall’adeguamento dell’offerta abitativa, finalità quest’ultima comune, invece, anche ad altri programmi contestuali». «Così pure per gli investimenti privati, che dovevano qualificare il programma, si conoscono soltanto gli importi complessivi ma non si ha alcuna informativa in ordine agli interventi a cui sono stati destinati né alle realizzazioni».
Davide Gambardella
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