MEMORIA E RETORICA DELLA SHOAH

Gen 26th, 2014 | Di cc | Categoria: Cronaca di Napoli

La rimozione come prassi per sdoganare un passato ricolmo di responsabilità, e l’uso spesso improprio della parola “memoria” sono i temi al centro del dibattito “Memoria e retorica della Shoah: quando la storia non ha colpevoli”, organizzato nell’ambito della quinta edizione di “Memoriae”, in programma domani, domenica 26 gennaio, alle ore 18, al Goethe-Institut in via Santa Maria a Cappella Vecchia, 31. A confrontarsi saranno: Nico Pirozzi, coordinatore del progetto “Memoriae”, Nino Daniele, assessore alla Cultura del Comune di Napoli, Ottavio Di Grazia, dell’Università Suor Orsola Benincasa, e Roberto Modiano, della Comunità ebraica di Napoli. A introdurre i lavori saranno: Maria Carmen Morese, direttrice del Goethe-Institut, e Pier Luigi Campagnano, presidente della Comunità ebraica di Napoli

Nel corso dell’incontro sarà proiettato il documentario “Una storia di ‘banale’ ordinarietà”: racconto-intervista ad Aldo Sinigallia, per lungo tempo memoria storica della comunità ebraica di Napoli.

 

 

 

Memoriae è un’iniziativa, promossa dalla onlus ALI, dalla Fondazione Valenzi e dal Museo dello Sbarco di Salerno, con il patrocinio della Comunità Ebraica di Napoli, del Comune di Salerno, dell’Associazione nazionale ex internati (Anei), dell’Anpi e del Museum of Operation Avalanche (MOA) di Eboli, ha lo scopo di dare voce alle vittime dell’immane tragedia che fu la Shoah, non trascurando quanti hanno sacrificato la loro vita in nome di un ideale di giustizia e libertà, e coloro i quali, in tempi più recenti, sono stati vittime delle mafie e di tutte le forme di discriminazione.

L’obiettivo è la conoscenza storica, soprattutto da parte delle nuove generazioni, degli eventi che caratterizzarono quel periodo, raccontati dai testimoni diretti, prima che a questi si sostituisca la memoria collettiva, quando la rievocazione dello sterminio di sei milioni di ebrei europei sarà interamente affidata a testi e ricostruzioni di seconda mano. Inoltre, attraverso la memoria della Shoah, s’intende dare spazio anche ad altre “memorie”, che più delle altre hanno contraddistinto il passato recente dell’umanità.

 

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