Pianura periferia di Napoli, ma terra natale del Beato Don Giustino Russolillo . Oggi presentazione dell’anno centenario del sacerdozio e della fondazione del Vocazionario

Gen 18th, 2014 | Di cc | Categoria: Religione

Presso la sala conferenze del Centro Don Giustino si è svolta la  Conferenza Stampa di  presentazione dell’”anno centenario del sacerdozio del Beato Don Giustino e della fondazione del Vocazionario” . I lavori sono stati coordinati dal Prof. Gianni Palmers responsabile della comunicazione, la parola subito al Padre generale dei Vocazionisti Rev. Antonio Rafael Do Nascimento il quale ha ben illustrato il lavoro che ogni giorno instancabilmente portano avanti i Padri e le suore vocazioniste ormai in tutto il mondo. Gli appuntamenti di quest’anno nel dettaglio sono stati presentati alla stampa dal Presidente del Centro Studi Vocazionista Don Salvatore Musella. I saluti della Madre Generale delle vocazioniste, impegnata a Roma, sono stati portati da Suor Teresa Soria, giornalista e direttore della rivista edita dalle vocazioniste. Oltre ad i colleghi presenti in gran numero anche una delegazione di ragazzi dell’istituto F. Russo con la redazione del Tg scolastico.

Durante l’incontro l’augurio di tutti i presenti è stato quello di pregare per la canonizzazione del sacerdote napoletano. Don Giustino Russolillo, oltre al miracolo che gli ha conferito la beatificazione, ha sempre agito con fare prodigioso durante la sua permanenza tra la gente a Pianura. Ciò che potrebbe, a giusta ragione, definirsi un miracolo permanente e itinerante è stato il riscatto da una vita umile e predestinata offerta ai tanti devoti conterranei che lui curava e guidava verso la santità universale. Egli amava esortare chiunque incontrasse con la frase “fatti santo” intendendo con essa una promozione personale attraverso la riscoperta della dignità umana e dell’appartenenza ad un disegno divino ai più imperscrutabile ed inafferrabile. A Pianura gli stessi cittadini che, con enormi sacrifici, avevano dimostrato la dedizione alla Chiesa cattolica (basti pensare al contributo fatto per l’edificazione della monumentale chiesa di San Giorgio), si affidavano con profonda devozione al parroco don Giustino consapevoli che egli operava con bontà e saggezza anche per affrancarsi da una vita segnatamente contadina e senza grandi prospettive in campo sociale. Nella sua scia, tutti quelli che non rispondevano alla chiamata sacerdotale, hanno trovato l’occasione per affermarsi, con ruoli sociali di rilievo, attraverso lo studio che, in quel tempo, rappresentava un lusso ed una “divagazione” dal necessario lavoro dei campi. Possiamo ben dire che Don Giustino ha avuto un profilo innovatore in un mondo spesso arretrato e stagnante con l’arma della preghiera ma soprattutto dell’autopromozione nella prospettiva di un comune senso di appartenenza per il bene ed il progresso comune. In quest’ottica si concepisce il suo convinto tentativo di dare vita ad una comunità che è poi sfociato nella dimensione del Vocazionario dove trova spazio e compimento la consacrazione e la riscoperta del potenziale umano come servizio per la collettività. Oggi la sua opera sociale, sul solco da lui segnato, continua in tutti i paesi del mondo attraverso le missioni vocazioniste dei suoi figli e figlie, con una particolare dedizione ai poveri e ai meno fortunati. I religiosi, animati dal suo stesso spirito, operano nel mondo per una sperata e profetica armonia tra la Periferia(quella dei lontani) ed il Centro inteso come nucleo precluso ai benefici di una vita decorosa.

Don Giustino Russolillo, fondatore dei Padri e Suore Vocazioniste e delle Apostole Vocazioniste della santificazione universale, nacque a Pianura il 18 gennaio 1891 e vi mori il 2 agosto 1955.
Fu il terzo di dieci figli nati a Luigi Russolillo e Giuseppina Simpatia. Dai genitori apprese i primi elementi di una fede viva e sentita. Le zie paterne e il parroco del luogo integrarono e completarono la sua educazione. Studiò prima nel seminario diocesano di Pozzuoli e poi completò il corso teologico nel Pontificio Seminario Campano a Posillipo, retto dai Padri Gesuiti. Fin dai primi anni di seminario cominciò a curare i giovanetti di Pianura facendo un vero e proprio oratorio durante i periodi di vacanze in famiglia. Da quest’oratorio scelse il gruppo dei “fedelissimi” che formarono il primo nucleo della futura Società delle Divine Vocazioni. II giorno della sua ordinazione sacerdotale, 20 settembre 1913, oltre ad emettere il voto di carità di terzo grado, fece anche voto di dedicare tutta la sua vita al servizio delle vocazioni sacerdotali e religiose. Ancora seminarista aveva capito il bisogno e la necessità di curare le vocazioni e di prepararle alla futura loro missione attraverso una vita di intensa preghiera, lavoro e sacrificio. Iniziò un primo tentativo di vita comune con alcuni dei “Fedelissimi” il 30 Aprile 1914 nella sua casa patema; questo tentativo durò solo 15 giorni, a causa dell’intervento del vescovo diocesano che gli intimò perentoriamente di smettere. Le sue attività vocazionali furono temporaneamente sospese durante il periodo della prima guerra mondiale; suo malgrado, fu arruolato e dovette servire nell’esercito.
II 20 settembre 1920 prese possesso della Parrocchia di S. Giorgio Martire a Pianura e con il permesso del vescovo, il 18 ottobre dello stesso anno diede vita al primo Vocazionario e alla Società Divine Vocazioni nella casa canonica. Un anno dopo, il 2 ottobre 1921 diede vita anche alle Suore Vocazioniste. II suo anelito e lavoro per la santificazione universale e per le vocazioni é condensato in questa sua frase: “Quello di cui il mondo ha più bisogno sono i santi di Dio, nella presente economia della grazia per fare i santi ci vogliono i sacerdoti e le anime consacrate, e al servizio di tutti e di tutto c’é la minima Società delle Divine Vocazioni”.
Sostenuto sempre dalla stima e affetto dei suoi parrocchiani e dei suoi religiosi superò innumerevoli difficoltà, contrarietà e persecuzioni, senza mai scoraggiarsi o lamentarsi. La fama di santità lo ha accompagnato praticamente tutta la vita; fama sostenuta e alimentate dalle estasi, dalle profezie, dal discernimento degli spiriti e dai numerosi miracoli operati soprattutto a favore dei suoi parrocchiani e dei suoi religiosi. Fu per decenni ricercatissimo per la predicazione di esercizi spirituali a moltissime comunità religiose e seminari dell’Italia meridionale. Ebbe un ruolo decisivo nella vita sociale del suo territorio con il risanamento morale e materiale delle famiglie di Pianura dove si addensavano povertà e arretratezza. Tutto il popolo di Pianura come i suoi religiosi e religiose assimilarono i suoi principi e pratiche ascetiche nonché le indicazioni per una vita sociale fatta di lavoro, studio e autopromozione con la formazione integrale dell’Uomo in tutte le sue dimensioni per la ricercata dignità dei figli di Dio.

 

 

 

 

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