Porcellum incostituzionale “Premio maggioranza distorsivo”
Gen 14th, 2014 | Di cc | Categoria: PoliticaROMA- La liberta’ di voto del cittadino “risulta compromessa” dall’attuale legge elettorale, nella parte in cui non consente all’elettore di esprimere una preferenza per i candidati. E’ quanto sottolinea la Corte Costituzionale nelle motivazioni della sentenza sulla bocciatura del porcellum. La sentenza, lunga 26 pagine, e’ la numero 1/2014 e il relatore e’ Giuseppe Tesauro.
“Le condizioni stabilite dalle norme censurate sono tali da alterare per l’intero complesso dei parlamentari - si legge nella sentenza - il rapporto di rappresentanza fra elettori ed eletti. Anzi, impedendo che esso si costituisca correttamente e direttamente, coartano la liberta’ di scelta degli elettori nell’elezione dei propri rappresentanti in Parlamento, che costituisce una delle principali espressioni della sovranita’ popolare e pertanto contraddicono il principio democratico, incidendo sulla stessa liberta’ del voto”. Il meccanismo di attribuzione del premio di maggioranza previsto dal Porcellum, inoltre, “pur perseguendo un obiettivo di rilievo costituzionale, qual e’ quello della stabilita’ del governo del Paese” e’ una disciplina “non proporzionata rispetto all’obiettivo perseguito” poiche’ “determina una compressione della funzione rappresentativa dell’assemblea, nonche’ dell’uguale diritto di voto, eccessiva e tale da produrre un’alterazione profonda della composizione della rappresentanza democratica, sulla quale si fonda l’intera architettura dell’ordinamento costituzionale vigente”. Anche per quanto riguarda l’attribuzione del premio di maggioranza al senato su scala regionale, la Consulta ha dichiarato illegittimita’ costituzionale della norma “che puo’ finire per rovesciare il risultato ottenuto dalle liste o coalizioni di liste su base nazionale, favorendo la formazione di maggioranze parlamentari non coincidenti nei due rami del Parlamento, pure in presenza di una distribuzione del voto nell’insieme sostanzialmente omogenea. Questo, osservano i giudici delle leggi, “rischia di compromettere sia il funzionamento della forma di governo parlamentare delineata dalla Costituzione repubblicana, nella quale il governo deve avere la fiducia delle due Camere, sia l’esercizio della funzione legislativa”.
Insomma, questa norma “rischia di vanificare - si legge nella sentenza - il risultato che si intende conseguire con un’adeguata stabilita’ della maggioranza parlamentare e del governo”. La Corte spiega quale meccanismo elettorale resti in vigore dopo la bocciatura del porcellum. Si tratta, scrive, di un meccanismo “proporzionale”, “depurato dell’attribuzione del premio di maggioranza”. “La normativa che rimane in vigore - si legge nella sentenza depositata stasera - stabilisce un meccanismo di trasformazione dei voti in seggi che consente l’attribuzione di tutti i seggi, in relazione a circoscrizioni elettorali che rimangono immutate, sia per la Camera che per il Senato”. La Consulta chiarisce infine che la bocciatura da parte della Corte Costituzionale dell’attuale legge elettorale “non tocca in alcun modo gli atti posti in essere in conseguenza di quanto stabilito durante il vigore delle norme annullate, compresi gli esiti delle elezioni svoltesi e gli atti adottati dal Parlamento eletto”. Il principio secondo il quale gli effetti delle sentenze di accoglimento della Corte Costituzionale risalgono retroattivamente fino al momento di entrata in vigore della norma annullata “vale pero’ soltanto per i rapporti - spiegano i giudici nella sentenza - tuttora pendenti, con conseguente esclusione di quelli esauriti, i quali rimangono regolati dalla legge dichiarata invalida”. Alla luce di cio’, la Consulta sottolinea che “le elezioni che si sono svolte in applicazione anche delle norme elettorali dichiarate costituzionalmente illegittime costituiscono in definitiva e con ogni evidenza un fatto concluso, posto che il processo di composizione delle Camere si compie con la proclamazione degli eletti”. Nello stesso modo, aggiunge la Corte Costituzionale, con la sentenza sul Porcellum “non sono riguardati gli atti che le Camere adotteranno prima che si svolgano nuove consultazioni elettorali”.