Tra il buio e la democrazia
Dic 10th, 2013 | Di cc | Categoria: Politica
Adesso occorrerebbe fermarsi un attimo, riflettere sulle cose e poi disegnare azioni certe e concrete. Occorrerebbe farlo, ma la storia spesso non permette simili lussi e allora necessita pensare in fretta e agire alla svelta. In gioco c’è il futuro del Paese.
La magistratura sta inesorabilmente riempiendo il vuoto politico che si è venuto a creare e, negli ultimi giorni, ha assestato un altro durissimo colpo ad una classe politica incapace di dare risposte. La decisione della Corte Costituzionale sull’illegittimità delle norme che stabiliscono l’assegnazione di un premio di maggioranza e su quelle che non consentono all’elettore di esprimere un preferenza ha - di fatto - riportato l’orologio della storia a quella tarda primavera di qualche decennio fa quando l’invito ad andare a mare di craxiana ispirazione non fu accolto dalla italica gente che invece assestò un primo micidiale fendente al sistema politico di allora spalancando le porte ad un bipolarismo dagli aspetti ancora incerti.
Berlusconi, nonostante i duri colpi ricevuti e il fallimento del progetto PdL, persiste nel suo voler dare all’Italia un’impronta liberista tentando di ripetere il miracolo del ’94. Certo l’impresa è complessa, le forze non sono le stesse e un naturale scoramento tra le file dei suoi elettori rischia di pesare molto. Ma si sa, Berlusconi è un combattente e l’esperienza fatta in questi anni unitamente all’impossibilità di rivestire ruoli istituzionali, potrebbero paradossalmente rivelarsi gli elementi essenziale per riportare Forza Italia ai fasti di un tempo. La partita si giocherà molto sulla capacità di organizzazione del partito che dovrà rinnovarsi e attingere nuove forze dalla società civile.
Attingere nuova linfa non significa però limitarsi a guardare all’anagrafica delle persone. Questo è un giochetto che può andar bene per fini propagandistici, ma la capacità politica e aggregante di un leader o più generalmente di un politico va valutata sulle idee e non sull’età.
Questo lo sa anche il nuovo segretario del Pd che ha finalmente centrato l’obiettivo di un posto al sole e ha l’opportunità di mostrare come le tante parole (forse troppe) che va spargendo da mesi possano trovare un filo logico. Insomma adesso Renzi ha la possibilità, lui nato democristiano, di sbugiardare coloro i quali lo ritengono solo uno sbiadito remake del miglior Berlusconi in stile centro sinistra.
In realtà alla sinistra in questi anni è mancato il concetto di un modello paese, tutta presa dall’ossessione di eliminare l’avversario. E’ stata proprio la fissazione antiberlusconiana che le ha impedito di sentire il Paese nei suoi respiri più profondi e di accorgersi delle vere esigenze della gente, banali quanto si vuole ma essenziali per sopravvivere. Il risultato è il fallimento di una classe dirigente che, bene o male, dovrà accettare il peso di una segreteria che non nasconde (almeno negli intenti dichiarati) di voler escludere dai centri di comando chi proviene dalla scuola PCI.
Tutto ciò con un Governo e un Parlamento fermo al capolinea. Letta, con l’avvento di Renzi e la stampella di Alfano, ha un’autonomia limitata e la sua posizione appare sempre più traballante nonostante Re Giorgio continui a puntellarlo. Le due Camere non sono all’altezza di svolgere il proprio ruolo e la stessa geografia parlamentare è sensibilmente modificata rispetto a quella espressa dagli elettori. E intanto c’è necessità di agire con ferrea determinazione.
Per superare questo drammatico (per il Paese) impasse non resta che elaborare velocemente una legge elettorale e tornare alle urne. Le forze politiche, il Governo e lo stesso Re Giorgio, se vogliono il bene dell’Italia, devono impegnarsi su questo unico tema. Ogni altra questione è una perdita di tempo. Dare la facoltà alla gente di scegliere chi deve gestire il prossimo futuro è inevitabile di fronte alla confusione istituzionale e politica del momento. Questa è democrazia, il resto è solo buio.
Edoardo Barra