NAPOLETANI. IRRIPETIBILI, IRRIDUCIBILI E INCORRUTTIBILI

Dic 9th, 2013 | Di cc | Categoria: Cronaca Regionale

Martedì 10 dicembre, alle ore 17, nell’Antisala dei Baroni al Maschio Angioino, il giornalista Pietro Gargano, l’ex presidente del Calcio Napoli, Corrado Ferlaino, il cantautore Peppino di Capri, l’attore e scrittore Peppe Lanzetta e il rabbino capo della Comunità ebraica di Napoli e del Mezzogiorno, Shalom Bahbout, presenteranno il libro scritto da Mimmo Carratelli, Antonello Grassi, Nico Pirozzi, Gianpaolo Santoro “Napoletani – Irripetibili, irriducibili e incorruttibili”, edito per i tipi delle Edizioni Cento Autori. All’evento, organizzato dall’Associazione Italo-Israeliana per il Mediterraneo, saranno presenti gli autori.

 

 

 

 

Napoletani - Irripetibili, irriducibili ed incorruttibili: tre aggettivi forti e all’apparenza anche un po’ surreali per una grande tribù che – come sosteneva Pier Paolo Pasolini – anziché vivere nel deserto o nella savana, come i Tuareg e i Beja, vive nel ventre di una grande città di mare. Un libro che parla di uomini e di donne, che nel bene o nel male, per carisma, fama o disgrazia sono entrati a far parte dell’anima di Napoli, confondendosi essi stessi nella dimensione astorica di una città poco incline al cambiamento. Immutabile e misteriosa, «come una Pompei che non è stata mai sepolta», spiegava al colonnello Jack Hamilton il capitano Curzio Malaparte, in uno dei dialoghi più belli e intensi de “La pelle”. Certamente, irriverente e indecifrabile, per troppo tempo abituata a servire e a comandare, a lamentarsi, a ridere, a gridare, a sfottere.

Giorgio Ascarelli, Enrico Caruso, Benedetto Croce, Eduardo De Filippo, Enrico De Nicola, Raffaele Cutolo, Corrado Ferlaino, Achille Lauro, Sophia Loren e Totò: persone molto diverse tra loro, che nella loro eterogeneità e, a volte, stridente contrapposizione ben sintetizzano i mille volti di quella napoletanità che, a torto o a ragione, intellettuali, provocatori e predicatori hanno spesso chiamato in causa. Nove uomini e una donna, le cui storie rappresentano un particolare e significativo spaccato di quella tribù a cui Pasolini aveva dato il nome di “napoletani”

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