Presentata a Sorrento l’ultima fatica letteraria di Raffaele Lauro: “Sorrento the romance”

Dic 2nd, 2013 | Di cc | Categoria: Spettacoli e Cultura

In una suggestiva Sorrento che si veste per Natale, in occasione della presentazione del suo ultimo lavoro letterario “Sorrento the romance”, incontriamo Raffaele Lauro, scrittore affermato e uomo dalla biografia ricca e variegata. Le sue esperienze, tutte di primo piano, spaziano dalla docenza alla saggistica, dalla narrativa al giornalismo, dall’impegno istituzionale a quello più squisitamente politico. Allievo di Francesco Compagna, ha ricoperto rilevanti ruoli pubblici tra i quali capo segreteria di vari ministeri, Prefetto della Repubblica e Senatore della Repubblica.

Cogliamo l’opportunità per parlare dei temi trattati nel libro, un romanzo che prende spunto dalla terribile incursione dei turchi patita da Sorrento nel giugno del 1558.

 

-            Un romanzo storico che affronta il tema, forte e attuale, dello scontro tra due civiltà, cristiana e islamica, attraverso il racconto della vita del protagonista, il nobile sorrentino Marino Correale. Un romanzo che va letto solo come narrazione di avvenimenti o che racchiude un messaggio proiettato a oggi?

R:  Come ha confermato mons.Vincenz Paglia, a Roma, in Senato questo romanzo storico ha    una grande attualità. Nei contenuti, filosofici e teologici, corrisponde al messaggio di Papa Francesco. Il dialogo fra cristiani e islamici non rappresenta un’opzione, ma una necessità, per evitare che il conflitto religioso alimenti guerre e l’autodistruzione dell’umanità.

 

-            Marino Correale, il protagonista, è un uomo attraversato da profonde crisi che mettono in discussione il suo essere e il modo di intendere la religione e la vita. Quanto è necessario, oggi nell’epoca della globalizzazione, riflettere su questi argomenti?

R:  Nel 2050 saremo 11miliardi di persone da sfamare. Su questo terreno, complesso e drammatico, se si innestasse il fanatismo religioso, di matrice islamica, la deflagrazione investirebbe tutti i regimi politici e tutti i sistemi economici, nessuno escluso. “Il Dio unico degli ebrei, dei cristiani e dei mussulmani non può essere al servizio delle guerre”. Lo afferma Marino Correale, protagonista del romanzo.

 

-            “Sorrento the romance” narra vicende legate alle più grandi difficoltà che la storia dell’umanità ha sempre dovuto affrontare: le divisioni dettate dalle incomprensioni ideologiche e religiose. Potranno mai essere superate queste incomunicabilità?

R:  Questo è il messaggio del romanzo. Oltre a questa speranza di comunicazione, di rispetto e di riscoperta reciproca, vedo solo il baratro, per tutti.

 

-            Nella presentazione in anteprima avvenuta qualche giorno fa al Senato della Repubblica, il dr. Lucchini dell’Eni ha sottolineato la similitudine delle problematiche di allora legate al commercio con quelle di oggi legate all’energia. In che modo il dialogo interreligioso può aiutare a superare barriere determinate da interessi di parte e nazionali?

R: Tutte le risorse naturali, non potranno più essere mezzo di arricchimento per pochi e di povertà per molti. Sarà necessario utilizzarle per tutti, in modo programmato. La mancanza di cibo e di acqua potrebbe alimentare conflitti autodistruttivi, dai quali nessun popolo riuscirebbe a salvarsi.

 

-            Le nuove generazioni spesso ignorano la memoria del proprio passato, in che modo un romanzo può aiutare i giovani lettori a riappropriarsi delle proprie radici?

R: La stoltezza dei nobili sorrentini provocò il sacco di Sorrento, migliaia di vittime e di ostaggi. La stoltezza dei governanti di oggi potrebbe provocare diverse, ma ancora   più gravi conseguenze: conoscere la storia diventa l’unico mezzo educativo, per i giovani, per evitare gli errori del passato e per prepararsi al futuro.

 

-            La storia racconta di personaggi dalle forti connotazioni caratteriali, quale tra quelli da Lei descritti nel romanzo potrebbe essere definito il più moderno?

R: Due. Il Gran Visir di Solimano il Magnifico, Sokollu Mehmet Pascià e l’Arcivescovo di Sorrento dell’epoca mons. Giulio Pavesi

 

-            Una domanda dagli aspetti politici non può non essere posta al prof. Lauro uomo pubblico e politico di prima linea. In “Sorrento. The romance” si racconta  come i nobili di Sorrento, convinti cha la città non corresse soverchi pericoli, indussero il Vicerè di Napoli a far rientrare i propri armati, inviati proprio per proteggere la zona. Un errore tragico di valutazione che determinò il massacro del giugno 1558. Oggi quali errori di valutazione sta commettendo la nostra classe politica con il rischio non certo di un massacro fisico, ma di un disastro economico sociale?

R: Non affrontare con realismo le riforme strutturali necessarie al nostro paese per non soccombere, nel confronto globale, per mantenere la nostra identità nazionale e per evitare di diventare una colonia tedesca.

 

Edoardo Barra

 

Lascia un commento

Devi essere Autenticato per scrivere un commento