Ocse: In Italia contributi record, ma salari bassi
Nov 29th, 2013 | Di cc | Categoria: Cronaca Nazionale
ROMA - Secondo quanto asserisce l’Ocse, i contributi previdenziali in Italia, sono al top dell’area. Il dato emerge dai dati del rapporto “Pension at a Glance 2013”. Nel 2012 sono infatti stati pari al 33% del totale lordo della retribuzione, pari al 9% del Pil e al 21,1% del totale delle tasse. La media Ocse e’ del 19,6% (il 5,2% del Pil e il 15,8% del totale delle tasse). Eppure, nonostante il peso dei contributi, chi entra oggi nel mercato del lavoro in uno dei paesi Ocse dovrà aspettarsi una pensione più bassa rispetto agli standard attuali, con un autentico rischio povertà per i precari. E’ la conseguenza delle riforme approvate negli ultimi vent’anni in buona parte dei paesi. “Lavorare più a lungo potrebbe aiutare a compensare parte delle riduzioni”, si legge nel rapporto, “ma in generale, ogni anno di contributi produce benefici inferiori rispetto al periodo precedente tali riforme”, sebbene “la maggior parte dei paesi abbia protetto dai tagli i redditi più bassi”. L’Italia , sempre secondo l’Ocse, garantisce maggiore protezione dalla povertà in età pensionistica, assicurando ai lavoratori che hanno un reddito previdenziale al di sotto del 50% medio, un tasso di copertura previdenziale del 71% contro una media del 54%. Al contempo, i salari italiani sono sotto la media Ocse: in Italia, nel 2012, un lavoratore percepisce 28.900 euro pari a 38.100 dollari, al di sotto dei 42.700 dollari medi dell’Ocse sui quali pesano i 94.900 dollari degli svizzeri, i 91 mila dei norvegesi, i 76.400 degli australiani, i 59 mila dei tedeschi e i 58.300 degli inglesi, superiori ai 47.600 degli statunitensi. Ai messicani appena 7.300 dollari e 12.500 agli ungheresi.