La rappresentanza e la tutela degli interessi delle imprese e del lavoro
Nov 20th, 2013 | Di cc | Categoria: Cronaca NazionaleLa firma del CCNL da parte della categoria delle imprese metalmeccaniche di UNIONMECCANICA-CONFAPI con la sola FIOM e la successiva costituzione di un ente bilaterale di categoria EBM con la sola stessa sigla sindacale, stanno delineando una politica di relazioni sindacali in netto contrasto con gli accordi interconfederali sulla rappresentanza e sulla bilateralità, siglati il 23 luglio 2012 tra Confapi e CGIL-CISL-UIL.
La rottura del dialogo tra UNIONMECCANICA-CONFAPI e FIM-CISL e UILM-UIL ha creato le condizioni per queste organizzazioni sindacali di legittimare scelte alternative. Il CCNL sottoscritto con i metalmeccanici di CONFIMI e il recente protocollo d’intesa per favorire la trasmigrazione delle imprese che applicano il CCNL UNIONMECCANICA-CONFAPI verso il CCNL sottoscritto con FEDERMECCANICA ne sono esempio.
“L’accordo interconfederale firmato il 23 luglio 2012 nel corso del mio mandato alla presidenza nazionale - osserva Paolo Galassi presidente di CONFAPI INDUSTRIA - aveva disegnato una bilateralità interconfederale per tutte le categorie. Le associazioni territoriali del sistema CONFAPI che si riconoscono nello spirito unitario di quell’accordo non possono condividere le scelte operate e ritengono più opportuno ed efficace proseguire nel percorso già tracciato. E’ necessario rendere la bilateralità esigibile ed evitare l’evidente disparità di trattamento creatasi tra la categoria delle aziende metalmeccaniche (UNIONMECCANICA) e le altre categorie Confapi (ad esempio UNIGEC, UNIMATICA, UNIONCHIMICA e UNIONTESSILE), che hanno già sottoscritto e contrattualizzato la bilateralità confederale nell’approccio coerente agli accordi interconfederali.
La scelta di snaturare un lavoro costruito in anni di intensa attività – prosegue Galassi - intrapreso per dare a CONFAPI il ruolo che le compete di rappresentanza reale delle PMI del settore manifatturiero e di vero confronto con CGIL-CISL-UIL, non può che destare una forte preoccupazione. Ricostruire – conclude Galassi - uno spirito di leale collaborazione fra parti sociali è certamente difficile e faticoso, ma il compito doveroso dei vertici di una confederazione datoriale è quello di tutelare gli interessi delle imprese e del lavoro; questo si aspettano le imprese, soprattutto in questo periodo di crisi economica in cui si trova il nostro Paese”.
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