DESIDERIO DI VERA LUCE
Ott 27th, 2013 | Di cc | Categoria: Religione
Con l’operazione natale in svolgimento, le strade e le piazze delle nostre città si rivestono di luci e di colori. Luminarie e ornamenti hanno trovato posto nelle aule di scuola, uffici, nei negozi e nelle case. Le “luci”, quale fascino di un’antica nostalgia attirano l’uomo dalla culla alla tomba. Il bambino non può stare al buio, dal primo gemito incontra la luce da cui si lascia accarezzare e riscaldare. Per cui spesso si definisce la nascita come un venire alla luce. Tutta la sua vita è un camminare e un seguire la luce. L’uomo non è fatto per l’oscurità, ma per la luminosità. La vita è un continuo venire alla luce, senza la quale si addormenta e si muore. Per questo l’angosciosa speranza dell’uomo antico all’arrivo dell’inverno, tradotta nella domanda “ritornerà il sole l’anno prossimo?”, aveva trovato risposta nel culto del sole invitto[1]. La certezza della vittoria del sole, dopo ogni solstizio d’inverno, garanzia dell’indistruttibilità delle luci di questo mondo, assicurava il ritorno e la continuità della vita. Ma cosa rappresenta la luce? Biblicamente rappresenta la risposta ad un anelito primitivo dell’uomo, l’anelito alla vita, felicità, salvezza, pace, benedizione, presenza divina, giorno del Signore. Sarà quindi che la gioia affidata alle luci artificiali degli elettricisti non sia la nostalgia della luce che è venuta a mancare non solo sopra di noi, ma soprattutto dentro? E’ possibile. L’uomo ha sempre rincorso la luce. Nella storia, al dissolversi degli antichi, ha sempre cercato nuovi astri capaci di orientare e rassicurare il suo percorso terreno. Per questo i cristiani hanno rivendicato per loro il 25 dicembre, come giorno in cui sorge la vera luce del mondo. Dio, sorgente originaria di ogni luce, in cui tutto trova splendore. Per tanti anni l’uomo ha mosso i suoi passi illuminato dalla lampada del Verbo di Dio. Poi scalzando la luce divina con l’epoca dei lumi, ha preteso con la sola ragione porsi nella posizione da cui dominare tutto con più chiarezza. Ogni fiducia è stata posta nel progresso tecnico-scientifico. Poi i sistemi economico-finanziari sono apparsi come i nuovi corpi celesti cui lasciarsi guidare e riporre ogni speranza certi di un futuro più roseo. Queste “luci” non hanno però diradato dal cuore dell’uomo le tenebre dell’ingiustizia e cinico abuso della verità, crudeltà e degradazione, dell’odio[2]. Della miseria e della schiavitù. Abbiamo bisogno di più luce! Di vera luce! Nelle famiglie, nella cultura, nella politica, nella città, nelle relazioni umane, nelle comunità cristiane. Il Natale cari lettori e amici ci lascia contemplare e celebrare il nuovo sole che non avrà mai tramonto, da cui ogni corpo si fa più celeste. Non lasciamo al Natale “esteriore” figlio dell’apparato industriale e commerciale, che tutto fagocita nel consumismo, il tentativo maldestro di appagare il desiderio del Natale “interiore”. Il cuore ha bisogno di un’altra luce. Scrive San Giovanni nel Prologo del suo Vangelo “In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini”. Presenta Gesù Luce. Nel mezzo di questa ricerca di luce, risuonano le parole di Gesù: “Io sono la luce del mondo. Chi mi segue non cammina nelle tenebre, ma avrà la luce della vita” (Gv 8,12). Gesù è venuto a portare la luce nelle tenebre. Dove c’è Lui, il mondo diventa più luminoso. Chi si affida a Gesù, non vive a tentoni, non brancola nel buio, non è nell’incertezza e non cammina senza orientamento, anzi la sua vita diventa più luminosa. La stella che guida i magi a Betlemme è la stella di Cristo data per noi, che conduce a Dio. Dove la verità e l’amore vince l’egoismo e la menzogna. Conduce a Betlemme, dove regna la semplicità e l’umiltà, e scacciata l’arroganza e la prepotenza di chi si crede dio. Conduce nelle moderne Betlemme, dove Dio continua ad avere un volto d’uomo, e le false luci sono frantumate. Accogliere Gesù Luce è accogliere la fede che apre il cuore ad uno sguardo nuovo. Perché chi crede vede più in profondità, vede ciò che è vero. Vede dove sta la felicità, la pace, la vita. Non si lascia ingannare e non inganna. Diviene verità, vita, pace, gioia per gli altri. La fede in Gesù è una luce che trasforma il credente in un essere luminoso. Realisticamente, per l’apostolo Giovanni è l’amore che fa uscire l’uomo dalle tenebre, mentre l’odio lo porta a immergersi in esse fino a perdersi: “Chi dice di essere nella luce e odia suo fratello, è ancora nelle tenebre. Chi ama suo fratello, dimora nella luce e non v’è in lui occasione di inciampo. Ma chi odia suo fratello è nelle tenebre, cammina nelle tenebre e non sa dove va, perché le tenebre hanno accecato i suoi occhi” (1Gv 2,8-11). Quanto abbiamo bisogno di questo sguardo nuovo capace di luce. Di un cuore luminoso. Sia questo Natale il sorgere della luce vera nella vita di ognuno di noi.
[1] Le religioni del vicino Oriente asiatico hanno spesso circondato gli dèi di un’aureola di luce, così ritroviamo nelle mitologie antiche, gli antagonisti delle divinità principale che cercavano di innalzarsi al rango del Dio supremo e impadronirsi del suo splendore. Le liturgie della religione del sole avevano trovato in alcuni imperatori romani il culto del sole invitto, ossia del sole che giorno dopo giorno manifesta la sua forza e vittoria sul mondo. I cristiani indicarono in Cristo il novo sol invicto, la vera luce del mondo, il vero sole che scalda i cuori e allontana le tenebre.
[2] J. Ratzinger, Chi ci aiuta a vivere? Su Dio e l’uomo, Queriniana, Brescia 2006.
Don Paolo Greco