Legge di stabilità 2014-2016

Ott 23rd, 2013 | Di cc | Categoria: Politica

Ecco dieci punti di riflessione sulla legge di stabilità.

L’IMU sulla prima casa è abolita (l’aliquota era del 4 per mille). Si paga solo l’1 per mille di TASI, che i Comuni possono aumentare fino al 2,5 per mille = risparmio sulla prima casa dall’1,5 al 3 per mille della rendita catastale.

Le seconde case, però, continuano a pagare l’IMU (7,6 per mille) + l’1 per mille di TASI (che l’anno scorso non pagavano, e che può arrivare al 2,5 per mille) + devono aggiungere nella base imponibile IRPEF il 50% dei redditi degli immobili ad uso abitativo non locati, ubicati nello stesso comune di residenza = aggravio sulle seconde case dall’1 per mille al 2,5 per mille + IRPEF progressiva.

Per avere un’idea di grandezza, i contribuenti che nel 2012 hanno versato l’IMU sulla prima casa sono 17,8 milioni. I contribuenti che versano l’IMU sulle seconde case sono 15,3-16 milioni.

In soldoni, l’abolizione dell’IMU sulla prima casa è interamente coperta dall’aumento della tassazione sulle seconde case, sulle quali si insiste, con la componente IRPEF, anche per coprire l’introduzione della deducibilità del 20% dell’IMU versata sugli immobili strumentali delle imprese, a partire già dal 2013.

Il vero risparmio complessivo nelle tasche degli italiani è di 1 miliardo di euro, legato all’abolizione della TARES. Se l’IMU sulla prima casa fosse stata abolita veramente il risparmio complessivo sarebbe stato di 4 miliardi.

Oltre a ciò, con questo disegno di Legge di stabilità il governo viene meno all’impegno preso dal presidente del Consiglio nel suo discorso sulla fiducia del 29 aprile 2013, ribadito il 2 ottobre 2013, a realizzare entro l’anno la riforma dell’intero sistema di tassazione degli immobili in Italia, che non riguarda solo la proprietà, ma anche le transazioni immobiliari, gli affitti, ecc.. Il Mattinale – 22/10/2013 9

B) CUNEO FISCALE

Le maggiori detrazioni per redditi di lavoro dipendente previste dal disegno di Legge porteranno nelle tasche dei lavoratori un vantaggio netto annuo pari a:

49,19 euro per chi guadagna 10.000 euro annui lordi;

107,5 euro per chi guadagna 30.000 euro annui lordi;

64,5 euro per chi guadagna 40.000 euro annui lordi;

21,5 euro per chi guadagna 50.000 euro annui lordi.

La deduzione IRAP prevista per le imprese che assumono nuovi lavoratori dipendenti con contratto a tempo indeterminato ammonta a 585 euro all’anno per 3 anni.

C) CONTRIBUTO DI SOLIDARIETÀ PER PENSIONI SUPERIORI A 150.000 EURO

Si tratta di una misura odiosa, di un obbrobrio incostituzionale, perché mina il rapporto di fiducia tra lo Stato e chi ha maturato il diritto al trattamento pensionistico (tra l’altro per riscuotere un importo modesto, di 118 milioni all’anno, da destinare agli “esodati”).

Schema “contributo di solidarietà”:

5% per la parte eccedente 150.000 euro fino a 200.000 euro;

10% per la parte eccedente 200.000 euro fino a 250.000 euro;

15% per la parte eccedente 250.000 euro.

Un “contributo di solidarietà” è richiesto anche a tutti i contribuenti italiani con redditi superiori a 300.000 euro annui lordi per tutto il triennio 2014-2016, per un importo pari al 3% della parte eccedente 300.000 euro. Valore totale della misura: 150 milioni di euro all’anno per 3 anni.

Ma non c’è solo la “tosatura” delle pensioni più alte, ma anche la deindicizzazione delle pensioni superiori a 3 volte il minimo, vale a dire 1.486,30 euro mensili lordi: misura che va a colpire il 59% dei pensionati italiani.

Schema indicizzazione:

90% per pensioni superiori a 3 volte il minimo (1.486,30 euro mensili lordi);

75% per pensioni superiori a 4 volte il minimo (1.981,70 euro mensili lordi);

50% per pensioni superiori a 5 volte il minimo (2.477,20 euro mensili lordi).

Il Mattinale – 22/10/2013 10

D) CLAUSOLA DI SALVAGUARDIA

Anche in questo caso, si è fatta tanta pubblicità delle coperture previste dal disegno di Legge, della virtuosità dei tagli e dell’assenza di nuove tasse, ma la verità non è stata detta fino in fondo.

Perché se entro il 15 gennaio 2015 non saranno realizzati risparmi di spesa per:

3 miliardi di euro nel 2015;

7 miliardi nel 2016;

10 miliardi a decorrere dal 2017;

ci sarà un taglio delle deduzioni e detrazioni fiscali per pari importi. In parole povere: aumento della pressione fiscale.

Più che come un impegno a realizzare i tagli programmati, appare come una riserva mentale per giustificare il mancato raggiungimento degli obiettivi di Spending review.

Oltre a ciò, le misure relative alla revisione del trattamento delle perdite su crediti da parte di banche, assicurazioni e altri intermediari, dalle quali il governo stima di reperire risorse per 2,2 miliardi di euro, appaiono più un costo per lo Stato che un’entrata (si offrono più deduzioni fiscali alle banche che subiscono perdite quando i clienti non rimborsano loro i prestiti).

Lo stesso dicasi con riferimento alle dismissioni del patrimonio pubblico: le risorse (pur sempre risibili) da esse derivanti devono essere contabilizzate, secondo le regole di Eurostat, a riduzione del debito pubblico (che è una grandezza “stock“) e non del deficit (che è una grandezza “flusso“), come fatto nella Legge di stabilità approvata dal Consiglio dei ministri.

E) VARIE ED EVENTUALI

Tutto il resto delle misure sono a favore dell’elettorato di sinistra:

finanziamento della Cassa Integrazione in deroga (600 milioni);

contrasto alla povertà (900 milioni tra Carta acquisti; Fondo per le politiche sociali; Fondo per i non autosufficienti; Fondo per i lavoratori socialmente utili);

allentamento del Patto di stabilità per i Comuni (tutti di sinistra): 1 miliardo destinato a investimenti in edilizia scolastica e al dissesto idrogeologico.

Oltre a ciò, con questo disegno di Legge di stabilità il governo viene meno all’impegno preso dal presidente del Consiglio nel suo discorso sulla fiducia del 29 aprile 2013, ribadito il 2 ottobre 2013, a realizzare entro l’anno la riforma della struttura delle aliquote IVA per scongiurare ulteriori aumenti, come quello avvenuto lo scorso 1° ottobre.

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