La giustizia corre solo a Milano

Ott 21st, 2013 | Di cc | Categoria: Politica

La giustizia italiana ha tempi biblici. Lo sanno tutti, lo denunciano tutti, anche l’Unione Europa ha “redarguito” il nostro Paese per questo mettendoci sotto osservazione. Ma esiste un’eccezione: si chiama Silvio Berlusconi. Quando la giustizia decide di perseguitare l’ex presidente del Consiglio - perchè di persecuzione si tratta da vent’anni a questa parte - ingrana la sesta. Sempre. L’ultimo esempio in ordine di tempo: la sentenza di sabato scorso. I giudici della Corte di Appello di Milano hanno infatti impiegato meno di due ore per rimodulare al ribasso la pena accessoria relativa all’inchiesta sui diritti tv del processo Mediaset. Quando di solito ci vogliono anni per arrivare a sentenza, due ore sono davvero un tempo da record e fanno sorgere il dubbio, ormai certezza, che con l’ex premier la giustizia abbia una velocitá diversa che serve per cercare di eliminare per via giudiziaria il nemico che la sinistra non riesce a vincere nelle urne.

Al Presidente Berlusconi è arrivata la solidarietá di tutto il suo partito che si è stretto intorno al suo vero leader.’ In molti hanno criticato il vicepresidente del Csm Michele Vietti “colpevole” di aver “letto” i fatti quando osserva “asetticamente” che “ancora una volta la magistratura e’ arrivata prima della politica”. E infatti, a dispetto di ogni previsione circolata nelle scorse settimane a Palazzo Madama, la Corte d’ Appello di Milano si e’ pronunciata sul calcolo dell’ interdizione prima che l’Aula del Senato votasse la proposta di decadenza avanzata dalla Giunta per le Immunitá.

Alfano ha detto di aver sentito telefonicamente Berlusconi: “il nostro leader e’ forte e determinato come sempre. Siamo tutti con lui.” Quagliariello rimette in discussione la Legge Severino difendendo l’ eccezione di costituzionalitá sollevata dai legali di Berlusconi: c’ e’ una contraddizione tra le norma penale che autorizza i magistrati a stabilire due anni di interdizione dai pubblici uffici come pena accessoria della condanna Mediaset e la legge Severino-Monti che prevede comunque un periodo minimo di 6 anni di incandidabilitá.

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