Cisl: la Cassa integrazione pesa per 500mila lavoratori

Ott 15th, 2013 | Di cc | Categoria: Sindacato

ROMA  - L’Osservatorio sulla Cassa integrazione e Occupazione della Cisl - secondo il quale sono 187.000 i lavoratori che rischiano di perdere il posto - calcola che “il numero delle ore di Cassa integrazione nei primi nove mesi dell’anno corrisponde a oltre 500mila lavoratori equivalenti”.  “La cassa integrazione - dice il segretario confederale, Luigi Sbarra - resta su livelli elevatissimi”. L’impiego della cassa integrazione resta notevole, “con uno spostamento da cassa ordinaria a cassa straordinaria, comunque entrambe in crescita, e quindi una transizione verso crisi più strutturali. O addirittura verso la disoccupazione, visto l’aumento del 22,3% delle domande di mobilità e disoccupazione nel periodo gennaio-agosto 2013, rispetto al 2012″, spiega Sbarra.  La notevole riduzione della cassa in deroga - sottolinea- “rispecchia i noti problemi di finanziamento. Il totale delle ore autorizzate nei primi nove mesi dell’anno, apparentemente vicino al totale dello stesso periodo del 2012, sarebbe assai superiore considerando le domande di cassa in deroga inevase. I lavoratori equivalenti in Cig sono oltre 500mila, ma il numero effettivo è assai superiore, considerando l’utilizzo della Cig a rotazione e tenendo conto che molti dei lavoratori in cassa erano in part time. E’ da evidenziare la pesante situazione nell’edilizia, con un aumento delle ore del 15% ed una forte crescita della cassa straordinaria (+45%)”. “Da una nostra elaborazione sui dati Inps  - prosegue Sbarra - che tiene conto del tiraggio medio del 2012 e che considera i soli lavoratori in cassa straordinaria e in deroga, che possono più facilmente preludere ad una perdita del posto di lavoro, i lavoratori a rischio di perdita del lavoro sono 187.286. Anche i dati Istat sull’occupazione mostrano difficoltà profonda. Nel secondo trimestre 2013 abbiamo perso 585.000 posti rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, soprattutto nel Mezzogiorno. La diminuzione continua a riguardare soprattutto i giovani e la fascia 35-49 anni, mentre continuano a crescere gli occupati con almeno 50 anni, a causa della forzata permanenza al lavoro dovuta alle nuove regole pensionistiche”.

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