Le proposte dei saggi

Ott 9th, 2013 | Di cc | Categoria: Politica

30 marzo 2013, il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha istituito due Gruppi di lavoro, i cosiddetti “Saggi”, da cui sono emersi due distinti Rapporti in materia economica-sociale ed europea, e sui temi istituzionali.

In materia di giustizia (Capitolo V), il gruppo sulle riforme istituzionali, composto da Mario Mauro, Valerio Onida, Gaetano Quagliariello e Luciano Violante, ha parlato di equilibrio fra i poteri politici e della giustizia, di “norme più stringenti per l’avvio e la durata delle indagini”, di riforma delle intercettazioni, di potenziamento delle strutture giudiziarie, e di regole più rigorose per i rapporti tra magistratura e mezzi di comunicazione, per la candidatura dei magistrati e per la collocazione in fuori ruolo.

Nel riconoscere che le intercettazioni devono essere uno strumento di “ricerca della prova” e non del “reato”, il documento ha proposto di “porre limiti alla loro divulgazione perché il diritto dei cittadini a essere informati non costituisca il pretesto per la lesione di diritti fondamentali della persona”. Sempre nel campo della giustizia penale, nel documento è stata riconosciuta “l’inappellabilità delle sentenze di assoluzione” seppur nei limiti imposti dalla Corte Costituzionale.

Data “l’inopportunità – per istituzioni così influenti – del solo giudizio disciplinare dei pari”, il Gruppo di lavoro ha proposto che “il giudizio disciplinare per tutte le magistrature resti affidato in primo grado agli organi di governo interno e in secondo grado, senza ricorso a gradi ulteriori, ad una Corte, istituita con legge costituzionale”, in maniera da evitare che la responsabilità delle magistrature venga amministrata “dagli organi di governo interno”.

La relazione dei Saggi ha evidenziato anche l’esigenza di porre rimedio al sovraffollamento “insostenibile” dei carceri in Italia. Un paragrafo è stato inoltre dedicato al problema della tutela dei diritti fondamentali, in cui è stato proposto di “colmare le lacune più evidenti, come la mancata previsione dei reati di tortura e di trattamento inumano”.

Infine, nel documento è spuntata anche una proposta di riforma del Csm che mira a dare più peso ai componenti scelti dalla politica, rispetto ai magistrati.

Come ha commentato le relazioni dei saggi il segretario Alfano lo scorso 12 aprile:

L’esito dei gruppi di lavoro, nelle cui relazioni le idee del centrodestra trovano piena cittadinanza, dimostra che quando si pensa all’interesse del Paese la collaborazione è possibile e veti e pregiudizi sono del tutto incomprensibili e ingiustificati“.

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