Il conto alla rovescia

Set 20th, 2013 | Di cc | Categoria: Cronaca Nazionale

E non c’è stata risparmiata neanche l’ultima messa in scena di una commedia dai tratti inverosimili. Il voto con il quale è iniziato il conto alla rovescia che porterà al tramonto di Berlusconi parlamentare si è consumato nella serata di mercoledì. A nulla sono valse le analisi di autorevoli costituzionalisti ne tanto meno le preoccupazioni manifestate da più parti per le ricadute che avrebbero potuto esserci. O che ci saranno?

Si, perché se da un lato il Cavaliere nel suo video messaggio ha più avuto a cuore il battesimo, anzi la resurrezione di Forza Italia e il prevedibile attacco a una parte della magistratura, dall’altro è riuscito a mettere a nudo le difficoltà del PD a rimanere in una maggioranza che da sempre gli va stretta.

Sono bastate poche parole per far scattare Epifani e annunciare di fatto - anche se in termini ambigui - la prossima fine del Governo.

Tra l’altro non vi sono eccessive alternative. Il tempo che rimane a Letta è solo quello necessario ai partiti a serrare le fila, prepararsi per la tornata elettorale e schiaffeggiare gli italiani con le solite sortite di sempre.

Il motivo formale e ufficiale sul quale cadrà la compagine governativa è solo da scegliere, la partita è su chi ne uscirà meglio riuscendo ad addossare la responsabilità all’altro.

Ancora una volta hanno vinto in pochi e ha perso il Paese!

Una parte della magistratura gongola per l’ennesima prova di potere che ha fornito; una parte della sinistra esulta avendo raggiunto l’obiettivo di dimostrare alla propria base che l’alleanza con il cattivo Silvio era solo strategicamente necessaria; una parte, quella giustizialista a ogni costo può ritenersi soddisfatta per la dimostrazione che la muffa dei tribunali inginocchia anche la politica.

Ma questo non è il Paese.

Il Ministro Lupi, uno tra i più attivi   del governo e non certo catalogabile tra i cosiddetti falchi, ha rammentato pubblicamente, subito dopo il voto della Giunta, che la leadership del centrodestra non è in discussione e che continuerà a fungere da guida per la compagine (Pdl o Forza Italia che sia) che conta circa dieci milioni e passa di voti. Non proprio una sciocchezza.

Di fronte a questo fatto viene da chiedersi perché all’interno del PD non si sia tentato di mediare le posizioni più estreme e giustizialiste, visto e considerato che comunque per il prossimo futuro il partito democratico dovrà necessariamente fare i conti e misurarsi con un avversario politico che risponde al nome di Berlusconi.

Forse c’è chi si illude di poter sfruttare in campagna elettorale il termine “condannato” o “delinquente” di travagliano conio?     

Se qualcuno immagina di attrarre in questo modo i voti Pdl, credo che abbia fatto male i conti. E se per questi errori di matematica paga l’Italia a chi interessa? 

Negli anni ’90 ci fu chi considerò il tintinnio di manette e il clima d’inquisizione l’anticamera per una vittoria elettorale che avrebbe garantito decenni di governo.

Fu un errore di portata storica. La cosa più evidente che quell’evento ha prodotto è sotto gli occhi di tutti: una classe politica di valore inferiore alla precedente e non certo più morigerata.

Adesso pare che ci risiamo.

Allora un Berlusconi rampante e giovane s’affacciò alla politica in modo dirompente con un partito nuovo di zecca. Fu un successo imprevedibile ma che nel tempo segnò in maniera definitiva la divergenza tra la giustizia e il giustizialismo politico. Perché due sono le cose: o Berlusconi prima di scendere in politica era una specie di santo che sulla via di Palazzo Chigi è stato violentato dai demoni, o i numeri dei procedimenti a suo carico innescati dopo la discesa in politica indicano una sorta di sospetta attenzione verso l’imprenditore e il politico.

Adesso rinasce Forza Italia, ma per il Cavaliere la sfida è più dura. Questo è il momento dove, più di altri, può dimostrare di essere un politico di razza.

Il ruolo e l’età gli impongono un duplice compito,  essere razionale al massimo per rimanere guida lucida e concreta e, nel contempo, riuscire a dare una connotazione moderna, precisa e costruttiva al partito.

Adesso non serve individuare un successore, occorre costruire un edificio solido che sappia reggere l’urto del tempo e il naturale ricambio generazionale. Per fare questo occorre avere gli uomini giusti al posto giusto, magari abbandonando la tentazione di imporre dall’alto.

Idee e capacità politica, saper parlare alla gente, aprirsi al territorio, rinnovarsi nella tradizione moderata e liberista, dare risposte al Paese sono questi i mattoni che Berlusconi dovrà forgiare insieme alla sua squadra per assicurare un domani a Forza Italia e, governo o non governo, alla Nazione.

 

Edoardo Barra

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