Intervista a Simmaco Tartaglione

Lug 30th, 2013 | Di cc | Categoria: Sport

Dai campi della Campania al raggiungimento della maglia della Nazionale e della Serie A. Qual è il tuo segreto?

Segreto… Non ho segreti sinceramente ho fatto tutto quello che era possibile fare. Cogliere un occasione a 14 anni non è stato semplice ma l’ho fatto, fiducioso verso il futuro e soprattutto convinto che di strada ce n’era da fare come ancora ce né!

 

Che emozione si prova a vestire i colori della Nazionale?

Vestire la maglia del Nostro Paese è una cosa che mi riempie d’orgoglio. Sapere che sono in una lista di 12 atleti che rappresentano in giro per l’europa ed il mondo il nostro tricolore è un emozione fantastica.

 

C’è un allenatore che porterai sempre con te e che pensi ti abbia dato davvero tanto?

Mi ha dato davvero tanto sincuramente il primo allenatore di Marcianise Angelo Cirillo. Mi è sempre stato dietro fin dagli inizi costruendomi così le cosiddette basi. Ma ovviamente in 5 stagioni a Macerata ha avuto modo e mi ha dato certamente di più Gianni Rosichini. Che con la sua esperienza e la sua bravura curava giornalmente qualsiasi aspetto tecnico e non solo anche psicologico.

 

Cosa manca, secondo te, alla pallavolo maschile campana per ritornare in Serie A?

In momento di crisi economica come questo dico che mancano sicuramente soldi. Perché noi campani amiamo la pallavolo e i buoni propositi e le belle idee ci sono ma mancano appunto i soldi per trasformare queste belle idee in realtà di alto livello.

 

Sei stato uno dei protagonisti indiscussi della Finale Nazionale Under 19 che si è svolta a Napoli. Cosa ti porti dentro di questa esperienza?

  Vincere il titolo italiano under 19 nella propria terra è un emozione bellissima. Sicuramente porterò dentro di me il calore e la spinta che mi ha dato l’aria di casa verso lo scudetto. E’ stato tutto bellissimo, da rifare sicuramente!

 

Quanto è stato particolare tornare in Campania da capitano della Nazionale?

 Vestire la maglia della nazionale è prima di tutto una responsabilità. Vestirla da capitano ancora di più. Quindi tornare a casa con questa responsabilità mi ha riempito di gioia, come hai detto tu è stato un rietro particolare sicuramente festoso visto che avevamo vinto l’Europeo.

 

 

Hai vissuto gli anni del settore giovanile in quel di Macerata. Cosa puoi raccontarci di questa realtà?

Macerata prima di essere una “fabbrica di giocatori” è prima di tutto una famiglia. Una famiglia grande e sempre attenta a qualsiasi tipo di problema dei loro giocatori. Ho passato  5 stagioni bellissime con la maglia della Lube e se potessi tornare indietro lo rifarei, sceglierei sicuramente di nuovo di rifare il settore giovanile con Macerata senza dubbio.

 

Senti nostalgia di casa quando sei fuori?

Si la nostalgia di casa la senti, la senti soprattutto quando ci sono momenti duri dove bisogna stringere i denti. Io ho imparato a contare anche sui miei compagni di squadra ma ti assicuro che come ci si sente a casa nella propria famiglia non ci si sente da nessuna parte quindi è normale sentire nostalgia di casa e della propria famiglia.

 

Quale caratteristica fondamentale deve avere secondo te un’atleta per raggiungere alti livelli?

La dedizione al lavoro, la tenacia ed ovviamente umiltà. Sicuramente la dedizione al lavoro è la caratteristica più importante perché ogni minuto in palestra, ogni esercizio svolto correttamente può essere fondamentale per l’acquisizione di un gesto tecnico quindi sempre “testa bassa e lavorare”. La tenacia la si deve cacciare per non “affondare” nei momenti brutti. L’essere umile invece più che una caratteristica deve essere proprio uno stile di vita se si vuole diventare dei grandi secondo me.

 

Quale caratteristica,invece, non deve assolutamente avere?

Non deve assolutamente pensare che le cose vengano per caso o per diritto divino. Nella pallavolo soprattutto ci si deve sudare tutto, qualsiasi risultato.

 

Il tuo sogno nel cassetto

 

Il mio sogno nel cassetto è quello di diventare un buon giocatore di pallavolo e riuscire un giorno a giocarmi un olimpiade e perché no arrivare a medaglia, magari organizzata in Italia.

 

Sei scaramantico? Puoi svelarci un tuo rito prima di una gara?

Da buon campano sono scaramantico! Però sinceramente non ho riti scaramantici ma la mania che ho è quella che le scarpe devono essere allacciate alla perfezione belle strette.

 

 

 

C’è un’atleta che prendi ad esempio?

Quest’anno sono stato a stretto contatto con la Serie A di Macerata, un giocatore che prendo spesso come esempio è Simone Parodi.

 

Qual è stato, sino ad oggi, il momento più emozionante che hai vissuto?

Ci sono tanti momenti emozionanti che ho vissuto.  A partire dai 4 scudetti vinti con macerata sicuramente quello più emozionante è stato vincere l’ultimo scudetto quello a Napoli. Però un altro momento che non scorderò mai è quello che ho vissuto alzando la coppa di campioni d’europa con la nazionale lo scorso 2 settembre a Gdynia in Polonia, è stato davvero fantastico!

 

Stai per vivere una nuova esperienza. Con quali sentimenti ed emozioni ti approcci a questa nuova esperienza?

 “Lasciare” Macerata dopo le 5 stagioni non è stato semplice. Anche perché li ho passato la parte più bella dell’adolescenza, li sono cresciuto, li ho le migliori amicizie e fino ad adesso i più bei ricordi. Però sono un tipo che ama le sfide e le avventure soprattutto quando si tratta di pallavolo. L’anno prossimo giochero  nella Caffè Aiello Corigliano in Serie A2 e sinceramente non vedo l’ora di iniziare la nuova stagione con questa maglia. Infatti ringrazio Corigliano per avermi dato quest’opportunità, cercherò di sfruttarla al meglio delle mie potenzialità.

 

Un consiglio per tutti quei ragazzi come te che sognano di diventare giocatori della nazionale italiana di volley.

Un consiglio è quello di credere nei propri sogni. Sembra una frase fatta ma è così, io in primis sono andato via di casa appunto per i miei sogni, sono andato via senza nemmeno sapere se era la vita da pallavolista quella che volevo fare da grande. Però adesso sono contento e soprattutto soddisfatto di aver corso un rischio grande, quello di allontanarmi dalla famiglia, solo per rincorrere un sogno o meglio ancora una passione ovvero la pallavolo. Quindi mai arrendersi, duro lavoro in palestra e umiltà così a poco a poco piccole o grandi soddisfazioni iniziano ad arrivare.

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