Piero Meli e “Le pagine ritrovate” di Pirandello

Lug 30th, 2013 | Di cc | Categoria: Spettacoli e Cultura

Chi crede che su Pirandello sia stato già detto e scritto di tutto, si sbaglia e ce lo dimostra Piero Meli, instancabile esploratore.

Scandagliando vecchi archivi polverosi, Meli strappa all’oblio interessanti documenti, confermando come su Pirandello, nonostante le incessanti indagini, ci sia ancora molto da dire. Il suo lavoro, “Luigi Pirandello. Pagine ritrovate”, restituisce alla memoria collettiva vicende biografiche, incontri, scambi epistolari che animarono il dibattito culturale italiano a cavallo tra Ottocento e Novecento. Il testo raccoglie opere pirandelliane rimaste ai margini dei percorsi critici: interviste sconosciute; recensioni a testi poetici e critici; la stesura iniziale di una scena di “Vestire gli ignudi”; il racconto dimenticato “Natale al Polo”; modifiche e varianti di tre novelle, “I pensionati della memoria”, “Come gemelle”, “Zuccarello, distinto melodista”, apparse su «Le grandi firme». Un libro su Pirandello, ma non solo. Partendo dal ritrovamento di alcuni documenti inediti o dimenticati, Meli tesse la rete dei rapporti umani e professionali che ruotano attorno a Pirandello: vite che s’intrecciano, amicizie che riportano alla ribalta figure di scrittori dimenticati e il fervore culturale che anima le riviste letterarie dell’epoca.

Nella sua attenta ricerca, Meli riesuma il contributo di Pirandello a due importanti riviste: la «Rassegna Siciliana di Storia, Letteratura e Arte» e «Roma letteraria». Sulla prima interviene con una poesia, “La pioggia benefica”, dedicata a Raffaele Grisolia, con varianti e aggiunte a “Intermezzo lieto”, VI, di “Mal Giocondo” (mai rilevate, ma solo citate tra le «prime stampe» da Lo Vecchio-Musti) e con due recensioni: una a un libro di Note critiche di Andrea Maurici, l’altra a “Canti e prose ritmiche” di Eugenio Colosi. Sulla seconda rivista compare un racconto sconosciuto, “Natale al Polo”, in cui uomini di lingue e nazioni diverse, idealmente abbracciati dallo stesso silenzio polare e uniti dalla «dolce e universale poesia» (p. 87) del Natale, sono lo spunto per rievocare la fanciullezza e la terra lontana, fino a una conclusione che ha l’intonazione di una preghiera. Sempre su «Roma letteraria» Pirandello scrive due recensioni tralasciate dai bibliografi: una del 10 luglio 1897, per il volume di poesie, “Musa Crociata”, del messinese Edoardo Giacomo Boner; l’altra del 15 novembre 1983 al libro di versi “A me i bimbi!” di Giuseppe Mantica. Scritti che permettono di recuperare la memoria di autori dimenticati, dei quali la scrupolosa ricerca di Meli propone anche una bibliografia essenziale, utile a chi volesse approfondirne lo studio.

L’obiettivo principale del Meli è porre nuovi interrogativi metodologici, insinuare il dubbio sulla presunta lezione definitiva di alcune opere, gettando così le premesse per approfondire l’indagine di scritti negletti. Il lavoro meticoloso, dal taglio storico-biografico, dell’autore si riflette nel ricco apparato di note, dove informazioni e ipotesi interpretative, persuasive nel loro acume, rettificano inesattezze, correggono sviste, svelano testi inediti, nella selva intricata e spesso depistante dei biografi, critici e curatori delle opere pirandelliane.

 

Giuseppina Amalia Spampanato

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