Il decreto del fare, un nostro vanto

Lug 25th, 2013 | Di cc | Categoria: Politica

“Sono state confermate dal Parlamento le principali misure utili al rilancio dell’economia”: l’esplicito apprezzamento di Confindustria e quindi degli imprenditori per l’approvazione del ‘decreto del fare’, accompagnato dall’auspicio di un rapido iter al Senato, è la prova della validità di una legge che - grazie a questo governo, ma in particolare alle proposte e alla spinta decisiva del PdL - interviene su temi urgenti quali l’emergenza del credito, gli investimenti, le semplificazioni, gli appalti, il rapporto con il fisco.

 

Tutte queste misure, che in gran parte erano nel bagaglio di proposte con le quali il Pdl si era presentato alle elezioni,  arrivano nel momento giusto per accompagnare quel venticello di ripresa che viene segnalato oggi dai dati diffusi per l’economia di Eurolandia, con l’Italia chiamata ad agganciare il treno guidato dalla Germania.

 

L’invito degli imprenditori a “fare in fretta con il decreto del fare”, accelerando al Senato, se è dunque un atto di fiducia e stimolo al governo, appare come una solenne bocciatura del Movimento 5 Stelle, il cui ostruzionismo ha l’unico effetto di far perdere tempo e soldi al paese e in particolare al mondo produttivo. Non è un caso se uno dei provvedimenti più contestati dalle imprese e che probabilmente dovranno essere rivisti in Senato arriva da una proposta grillina, prontamente raccolta da Fassina, laddove con il cosiddetto Durt si impongono nuovi adempimenti burocratici (21 per l’esattezza) per le imprese, con ulteriori ostacoli ai pagamenti che dovrebbero passate attraverso il filtro di una nulla osta dell’Agenzia delle Entrate. Una complicazione in  un decreto di semplificazioni. Occorre accelerare, dunque, per passare prima dell’estate ad altri provvedimenti, primo fra tutti quello sull’occupazione giovanile, il cavallo di battaglia di Berlusconi e del Pdl permetterà assunzioni a tassazione zero.

 

Ma ecco le misure più significative  del provvedimento passato al vaglio della Camera.

·        Operazione sblocca-cantieri da 3,2 miliardi. Su proposta del ministro Lupi viene penalizzata la cassa di opere ferme o lente che viene spostata su opere cantierate o immediatamente cantierabili. Una dote di 450 milioni per l’edilizia scolastica e fondi per le piccole opere.

 

·        Torna l’anticipazione negli appalti pubblici, l’impresa avrà una somma del 10% a disposizione per avviare il cantiere senza ricorrere al finanziamento bancario.

 

·        Nell’edilizia privata i Comuni potranno facilitare e velocizzare interventi di demolizione e ricostruzione anche nei centri storici, con snellimento delle procedure e delle autorizzazioni (e qui come non  ricordare gli ostacoli ideologici e burocratici quando Berlusconi propose le stesse cose?).

 

·        Estensione alle microimprese e ai settori agricoltura-pesca del credito agevolato per i macchinari produttivi e i beni strumentali (la cosiddetta “legge Sabatini”)

 

·        Fondo centrale di garanzia per le Pmi esteso anche ai professionisti.

 

·        Ampliamento della rateazione delle imposte che passa a 120 rate mensili in caso dell’aggravamento della situazione del debitore a causa della crisi economica.

 

·        Divieto di pignoramento dell’abitazione principale, a patto che il debitore vi risieda anagraficamente e che si tratti dell’unico immobile posseduto.

 

·        Nomina di 400 giudizi ausiliari per ridurre il contenzioso civile pendente presso del Corti d’Appello.

 

·        Misure più snelle per la cessione degli immobili dello Stato agli enti locali. In caso di vendita  l’introito andrà per il 25% allo Stato per abbattere il debito pubblico. 

 

 

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