Il Santo Protettore e le tentazioni distruttive

Lug 22nd, 2013 | Di cc | Categoria: Politica

Che questo fosse un governo voluto da Napolitano lo si sapeva, ma che lo stesso Presidentissimo si vedesse costretto a rimettere le cose a posto in “casa Letta” con una determinazione come quella messa in campo negli ultimi giorni, beh questo non era ne prevedibile ne tantomeno auspicabile.Gli stessi motivi che hanno portato alla nascita della squadra governativa targata Letta avrebbero, nella logica delle cose, dovuto fungere da deterrente alle tentazioni di fughe in avanti, ma spesso la razionalità non si addice agli interessi  di bottega.Nelle settimane che precedono le ferie estive stiamo così assistendo ad un siparietto sconquassato e a tratti ridicolo che tenta di affossare, in un modo o nell’altro, il Governo e lo stesso Letta. Si, perché in buona sostanza la partita si sta giocando nel campo di quel partito, il PD, che avrebbe dovuto nelle dichiarazioni pre-elettorali rappresentare il nuovo, il cambiamento, la svolta epocale dopo la parentesi Berlusconiana. Molti aspettavano il collasso del Popolo delle Libertà, il tracollo definitivo e irrecuperabile del Cavaliere, lo sfaldamento di un partito mai nato e invece proprio quella compagine tanto provata nelle fasi della sua esistenza sta rispettando - anche se spesso a denti stretti - le linee guida indicate a suo tempo dal Presidentissimo.            A Napolitano è toccato, per l’ennesima volta e con piglio da caposcuola, proteggere Letta e i suoi ministri dagli attacchi che arrivano da quella parte dei Democratici che puntano in prima battuta a minare l’immagine e il prestigio del Presidente del Consiglio per poi, magari, giocarsi in solitudine o con avversari di minor spessore la leadership in seno al Partito.E interessi della Nazione? della gente? dei tanti che ogni giorno trovano sempre più difficoltà a tirare avanti? Il monito di Napolitano è di quelli che non ammettono repliche: occorre evitare a ogni costo che si scivoli in “convulsioni destabilizzanti” che metterebbero a repentaglio la tenuta stessa del Paese. Più che un’esortazione, quella scandita a chiare lettere nella cerimonia del Ventaglio per la chiusura estiva dei lavori parlamentari, è una sorta di richiamo feroce alla realtà o meglio ancora alla lealtà. Per l’ennesima volta ha alzato la mano a benedire il governo scomunicando ogni tentativo di crisi e richiamando il mondo politico all’interesse comune.Questo richiamo ha sortito il suo effetto e il Governo è riuscito a superare indenne l’ultima bufera, ma all’orizzonte già si profilano altre difficoltà. L’ultima in ordine di tempo è l’idea di Epifani di un rimpasto settembrino che avrebbe come principale obiettivo proprio il Ministro degli Interni. E’ piuttosto evidente che la sortita del Segretario del Pd è un’esigenza tesa a limitare alcuni mal di pancia interni al partito scaturiti dal voto a favore di Alfano, ma è altrettanto palese che il PdL non potrà mai e poi mai accettare una simile condizione. Giusto per chiarire meglio il concetto, le contromisure da parte del Popolo delle Libertà non si sono fatte attendere. Una raffica di proposte, tra le quali pari dignità a livello di numero di poltrone ministeriale tra i due maggiori schieramenti, ha già costretto Franceschini a rivedere la posizione del suo Segretario attestandosi su una più ragionevole esigenza di rafforzamento del Governo.Tafferugli dialettici e prove di forza dovute soprattutto a equilibri instabili nel partito che per il rotto della cuffia ha vinto le elezioni ma che non è riuscito a governare come avrebbe voluto. Ma, in ogni caso, tafferugli pericolosi che confondono e rischiano di limitare le operatività della compagine governativa producendo un rallentamento di passo che il Paese non può permettersi.   Far ripartire l’economia e dare solidità al sistema Italia è fondamentale per evitare ogni tentazione “destabilizzante” e per fare questo occorre avere i piedi ben saldi per terra e non perdere tempo a correre dietro ogni tentativo di fuga in avanti.Tra l’altro tra qualche giorno si arriverà a un punto dove la crisi rischia di avvitarsi in maniera definitiva su se stessa. Il 30 luglio, infatti, la Cassazione stabilirà le sorti del Cavaliere relativamente al processo Mediaset e i risvolti che tale decisione (qualunque essa sia) potrà suscitare sono del tutto imprevedibili.Arrivare a quella data senza il timone ben fermo, i nervi saldi e le idee chiare sul futuro del Paese, potrebbe portare l’Italia verso uno sfacelo che neanche il Santo Protettore Napolitano sarà di capace evitare.Edoardo Barra

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