Chi vuol far cadere il governo?
Lug 12th, 2013 | Di cc | Categoria: Politica
Mentre il mondo politico si contorce dopo la decisione della Cassazione che ha accelerato i tempi della sentenza Mediaset a carico di Berlusconi, il Paese assiste interdetto e impotente a una delle fasi più critiche della sua storia dal dopoguerra a oggi.
Lo sforzo del Presidente Napolitano che, in qualche modo, ha imposto un governo di emergenza nel quale la presenza di tutti i maggiori partiti avrebbe dovuto essere garanzia del fare, sta per rivelarsi vano e fallire sotto i colpi di vicende extraparlamentari.
Appare infatti chiaro, e se ci fosse qualche dubbio Schifani lo ha fugato, che un’eventuale condanna definitiva del Cavaliere porrebbe fine al governo Letta con l’apertura di scenari a dir poco nebulosi.
Ma chi trarrebbe beneficio da questo?
O meglio, chi ha interesse che la prova d’appello offerta alla classe politica dopo la paralisi determinata dal voto fallisca lasciando un vuoto di potere di portata paragonabile al caos?
E’ una coincidenza che proprio nel momento in cui il governo mostrava i primi, timidi, segni d’impegno concreto si registri l’improvviso cambio di passo di un sistema giudiziario caratterizzato da sempre da un’andatura da lumaca?
Non vogliamo entrare nel merito della questione giudiziaria né tantomeno valutare le perplessità del collegio di difesa che vede in questo modo limitate le possibilità di preparazione di un’adeguata memoria difensiva, ma certamente il tempismo mostrato potrebbe sollevare da parte di “malpensanti” qualche perplessità.
La reazione dei deputati e senatori PdL era fin troppo prevedibile. Così come facilmente ipotizzabili erano i comportamenti disomogenei e spesso contraddittori del PD e l’atteggiamento da palcoscenico dell’assurdo dei grillini. Forse meno scontato era la condotta dello stesso Berlusconi che, invitando alla razionalità, ha limitato gli eventi che i falchi del suo schieramento avrebbero voluto mettere in campo.
In ogni modo interrompere i lavori del Parlamento, sebbene per poche ore, è stato un segnale di assoluta rilevanza.
Una parte politica che, non dimentichiamolo, rappresenta la metà del paese ritiene il suo leader sotto attacco e questo è un dato che non può essere sottovalutato da nessuno, nemmeno dal partito dei giustizialisti ai quali occorre far notare come il tintinnio di manette facili e il boato di armi giudiziarie non ha mai portato effetti benefici per nessuno né tanto meno per la nazione.
Il mondo politico ha il dovere di prenderne atto e fare le opportune valutazioni soprattutto in un momento tanto delicato come quello che il Paese sta attraversando.
Chi vuole che questo governo cada e si sfaldi completamente il valore della rappresentatività del Parlamento deve sapere il rischio a cui sta esponendo il paese. Nel frattempo, tutti dobbiamo essere ben consci che lo scenario verso il quale rischiamo di dirigerci è colorato a tinte fosche.
Edoardo Barra