L’Italia e il governo del fare
Lug 10th, 2013 | Di cc | Categoria: Politica
Dal 28 Aprile, giorno in cui si è insidiato il Governo Letta, sono passati più di 70 giorni. Un periodo limitato verrebbe da pensare, ma questa compagine governativa è stata da tutti – compreso lo stesso Presidente del Consiglio – etichettata come un governo di servizio nato a causa di una situazione eccezionale.
Ed allora anche lo scorrere del tempo assume un aspetto relativo e i normali ritmi della politica vanno rivisti proprio alla luce di quella straordinaria esigenza che ha consentito a partiti distanti anni luce tra loro di sedersi fianco a fianco per disegnare una prospettiva futura.
Adesso, con l’estate alle porte, è necessario fare un primo bilancio delle attività svolte e, soprattutto, di quanto abbia inciso e possa ancora incidere questo governo nel tentare di tirar fuori dal pantano della crisi il nostro paese.
Se da un lato assistiamo agli inevitabili scontri di anime politiche diversissime tra loro ma condannate a remare nella stessa direzione, dall’altro c’è un paese che ancora rimane in attesa di risposte concrete e decisioni chiare.
Certo alcune azioni intraprese dal Governo possono essere considerate di buon auspicio per il futuro, soprattutto nei confronti di un Europa sempre troppo tedesca, ma rimane il fatto che al momento risultano ancora prive di significato diretto sulla vita della gente.
L’indecisione che ancora regna relativamente all’IMU e all’IVA e più in generale la miopia verso un sistema di tassazione che soffoca, il mancato attacco alla burocrazia che strozza le attività produttive, il blando assalto alla disoccupazione con interventi di facciata, sono macigni che relegano l’azione del governo verso un’insufficienza deleteria per il sistema Italia.
Occorre adesso che Letta e i suoi uomini abbiano il coraggio di intraprendere azioni che realmente fungano da spinta verso la ripresa. E il coraggio è uno dei punti più complessi di tutta la situazione.
Letta, nonostante le sue eccellenti doti di equilibrista, al momento è prigioniero del chiacchierio e dei veti incrociati dei partiti che stanno cercando di organizzarsi per la prossima tornata elettorale.
Quello di cui però deve rendersi conto il Presidente del Consiglio e i politici veri e seri, è che alla gente in questo momento non importa assolutamente nulla delle beghe politiche e delle dimostrazioni di forza tra i cosiddetti Falchi e Colombe dei vari schieramenti. I dati di affluenza delle ultime elezioni ne sono prova evidente.
Occorre ridare fiducia al Paese e questo si ottiene solo attraverso riforme e interventi coraggiosi che spingano l’economia verso una ripresa e releghino le logiche finanziarie e partitiche in secondo piano.
Si prenda realmente atto della difficoltà delle aziende a sopravvivere: il presidente di Confindustria ormai quotidianamente lancia un grido di allarme.
Si guardi senza pietismo, ma con la giusta preoccupazione e le idee chiare sul da farsi, alla crisi che attanaglia sempre più il mondo del lavoro e lascia senza stipendio padri di famiglia, donne e giovani anche con un diploma!
Si smetta anche, una buona volta, di svegliarsi giustizialisti a seconda di chi è l’oggetto dello scandalo. Quella parte di magistratura che, ritenendosi depositaria di ogni verità, spreca risorse economiche e uomini per dimostrare non solo i fatti ma anche quello “che non poteva non essere” rientri nel proprio alveo naturale.
Liberiamo, in un momento tanto drammatico, l’azione politica da ogni alibi per non fare.
Cercare di trovare capri espiatori ad ogni costo, rinfacciarsi cose dette e non fatte, lo scontro invece del confronto non serve a nessuno. Dopo avere tanto apprezzato i vari proclami sul fare è necessario che adesso si faccia.
Nessuno pretende che i problemi si possano risolvere con un colpo di bacchetta magica, ma almeno sia data una prospettiva, una direzione di marcia evitando di fare, il giorno prima, un passo avanti e, il giorno dopo, un altro indietro!
Edoardo Barra