Per l’Italia più facile investire

Lug 4th, 2013 | Di cc | Categoria: Cronaca Nazionale

Per l’Italia è una salutare boccata d’ossigeno: nel 2014 si potranno fare più investimenti pubblici, senza che siano conteggiati nel rapporto deficit-pil. L’Unione europea, per bocca del presidente della Commissione Barroso, ha infatti dato il via libera a “temporanee deviazioni” dal deficit per gli investimenti fatti con fondi cofinanziati dall’Unione europea. Barroso lo ha detto nel corso di un intervento davanti al Parlamento europeo di Strasburgo, precisando che per i Paesi con i conti a posto, e l’Italia è tra questi, saranno consentite “deviazioni temporanee” dagli obiettivi di bilancio previsti dal patto di stabilità in caso di investimenti legati a misure per favorire la crescita. Il commissario Olli Rehn lo ha confermato, ribadendo tuttavia l’invalicabilità del limite del 3 per cento nel rapporto deficit-pil.

 

E’ la prima volta che l’Unione europea antepone la crescita al rigore. Ed è fuori dubbio che la svolta potrà agevolare l’Italia. Per questo il governo, guidato da Letta e Alfano, ha risposto esprimendo “grande soddisfazione”. Enrico Letta su Twitter ha esultato: ”Ce l’abbiamo fatta! Commissione Ue annuncia ora ok a più flessibilità per prossimi bilanci per Paesi come l’Italia con conti in ordine”.

 

Va da sé che ora l’Italia dovrà darsi da fare per un utilizzo concreto e reale dei fondi europei, superando la storica inefficienza mostrata in passato in questo settore: non è un mistero infatti che il nostro Paese non è mai riuscito a spendere i fondi ottenuti in sede europea per una serie di concause: non solo la mancanza di progetti adeguati, ma anche per l’incapacità dei ministeri e delle Regioni di farsi valere presso la burocrazia di Bruxelles. Dall’europeismo a parole, il governo Letta dovrà ora dimostrare l’europeismo dei fatti. E le grandi opere strategiche, dalla Tav alle infrastrutture, sulle quali fare convergere i fondi europei non sono certo da inventare ex movo: basta riprendere in mano i progetti del governo Berlusconi, rimasti nei cassetti a causa delle opposizione dei falsi ambientalisti.

 

Rilanciare gli investimenti e le infrastrutture, insieme al taglio delle tasse, sono la strada giusta da seguire e confermano la bontà della ricetta liberale suggerita più volte da Silvio Berlusconi per ridare fiato alle imprese e alle famiglie, così da portare l’Italia fuori dalla recessione.

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