Mirrors di Antonio Maria Fantetti: l’omosessualità tra maschere e realtà

Giu 13th, 2013 | Di cc | Categoria: Spettacoli e Cultura

Antonio Maria Fantetti è un giovane ingegnere con la passione per la fotografia. Le sue foto raccontano il grande teatro della quotidianità: che siano ritratti, scatti paesaggistici, pose spontanee o foto-racconti della simpaticissima formichina Bina, tutte racchiudono tante emozioni e stimolano la riflessione. Fantetti adora il ritratto perché ha una prosa fotografica sintetica ma densa. Evans, Bresson, Frank, Arbus, Newton e Giacomelli gli hanno cambiato la vita, ma non ha un genere fotografico preferito, ama spaziare. Adora lo stile di Martin Parr, sfoglia “Kodachrome” di Luigi Ghirri e venera “Street Photographer” di Vivian Mayer.

Si sa, ogni uomo ha una storia da raccontare: se si trova il modo giusto e, soprattutto, si ha bene in mente il perché del proprio lavoro, il gioco è fatto, il fotografo è credibile. Fantetti non solo è credibile ma emoziona e trasmette valori e sentimenti che ha cercato di immortalare. I suoi sono veri e propri scatti d’autore, istantanee da cui traspare naturalezza, spontaneità, gusto del dettaglio e particolare attenzione per la luce, le tonalità, le inquadrature.

Per la sua prima personale mostra fotografica, intitolata MIRRORS, Fantetti ha scelto un tema delicato e sempre attuale: propone ritratti scattati a una festa di omosessuali. Artoteca Vallisa, a Bari, dal 15 al 24 giugno, ospita il suo MIRRORS: l’evento è curato da Sabrina Delliturri.

L’idea di dedicare una mostra al tema dell’omosessualità è nata da una strana coincidenza. A Fantetti è capitato quello che accadde, precisamente 50 anni fa, a Lisetta Carmi. Lisetta è una fotografa che vive a Cisternino e che Fantetti ha incontrato a Bari durante un convegno. Venne invitata a una festa di capodanno, riservata solo ai travestiti. Completamente assorta da quel clima, Lisetta fece un reportage della serata, andò a casa e la stessa notte stampò tutte le foto che aveva fatto. Il giorno dopo cercò tutti gli invitati della festa e regalò a ognuno di loro una foto: da quel momento Lisetta cominciò a vivere con loro e, per due anni, denunciò fotograficamente una condizione che allora era chiamata “clandestina”. Fantetti ha vissuto la stessa identica cosa cinquanta anni dopo. Invitato a una festa per omosessuali, ha cominciato a fare questi ritratti seriali. Alla fine della serata, tornato a casa e, preso dalla curiosità di quell’ambiente, ha scaricato e modificato nella nottata tutti i ritratti che aveva fatto. Il giorno dopo è andato in tipografia, ha stampato i ritratti e ha incontrato tutti i ragazzi per consegnarglieli e, allo stesso tempo, conoscerli meglio. A differenza del lavoro di Lisetta Carmi, il tema del suo lavoro non è di sensibilizzazione a una realtà nuova quanto, piuttosto, di riflessione e di ripiegamento su qualcosa di già trattato. Fantetti vuole lanciare provocatoriamente un interrogativo: dopo cinquanta anni cos’è cambiato? Dietro maschere, travestimenti, lustrini e boa colorati, sotto sorrisi amari e un po’ nostalgici, si celano volti e anime pronte a calcare ogni giorno il tremendo teatro della vita, confrontandosi ancora oggi con pregiudizi e discriminazioni.

La scelta di intitolare la mostra “Mirrors” nasce dall’obiettivo di creare uno specchio, intimo e tangibile, di una realtà quotidiana che ci spinga a riflettere. La parola “Mirrors” rappresenta la sintesi del lavoro di Fantetti: il modo di rapportarsi e “tollerare” l’omosessualità è, infatti, lo specchio reale della nostra generazione.

Per Fantetti la fotografia è un linguaggio artistico straordinario, il mezzo attraverso il quale approfondire nuovi temi. Non è mera registrazione della realtà, ma confronto e crescita in un equilibrio precario tra la creazione di una situazione da vivere e lo sviluppo di una narrazione che trasmetta la propria prospettiva. In questo processo, la fotografia diventa attiva, non è più semplice mezzo passivo, ma è prolungamento del proprio occhio, capace di stimolare spirito critico, andando oltre la superficie delle cose, dritto al cuore di ciò che circonda.

 

Giuseppina Amalia Spampanato

  

La mostra MIRRORS sarà visitabile dal 15 al 24 giugno 2013.

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