FLASHBACK A CHINATOWN

Set 6th, 2009 | Di cc | Categoria: Spettacoli e Cultura

caserta-vecchia.jpg«Volevamo fosse uno spettacolo colto e, contemporaneamente, ricco, luminoso, cangiante e divertente. Ambizioso e difficile scegliere un testo che avesse tutte queste caratteristiche, ma alla fine ce l’abbiamo fatta». Così l’eclettico artista Paolo Ventriglia parla di Flashback a Chinatown, il caleidoscopico spettacolo andato in scena nella suggestiva cornice di piazza Duomo a Casertavecchia per la trentanovesima edizione di Settembre al borgo. Nell’ambito della prestigiosa kermesse in terra di lavoro, diretta per il secondo anno consecutivo da Paola Servillo e Ferdinando Ceriani, il celebre maestro riunisce i Potlatch, storica compagnia degli anni ’70, immergendoli nell’affascinante universo patafisico di Alfred Jarry. Dall’opera dello scrittore e drammaturgo francese, infatti, trae spunto lo show, magistralmente interpretato da questo eterogeneo e longevo gruppo d’artisti; Potlatch, infatti, è la fantasia al potere, la summa della teatralità, è l’allegria dei brillanti colori delle maschere unita alla malinconia del continuo girovagare. A loro è stato affidato il compito di trasformare per una sera la magnifica location medioevale in Chinatown, ovvero in una città che fosse il più possibile vicina alla Polonia di Jarry; una città che non è in nessun posto, è ovunque, è nel paese in cui ci si trova, o è la città invisibile nella città visibile. La scena è un susseguirsi di volti, personaggi e situazioni tanto diverse tra loro quanto al limite del possibile, in un tempo e in uno spazio immerso nell’irreale concretezza dell’essere. Ventriglia, infatti, declina attraverso l’elegante e colto testo il tema del festival, la leggerezza. Tutto diventa impalpabile. Etereo. Nei quattro atti in cui si articola lo spettacolo, si racconta il viaggio immaginario del Dr. Faustroll il patafisico, dell’ufficiale giudiziario Panmouphle e del babbuino idrocefalo Bosse-de-Nage. La scena, coloratissima, vive di luci intermittenti: sono i “fari” della meravigliosa macchina del decervellamento, mirabile realizzazione dallo Studio Wasama; essa è uno strumento imprescindibile per pulire, azzerare, rigenerare, “annientare” le coscienze, i pensieri, e portare, così, all’omologazione coatta dell’umanità. L’intera rappresentazione è un saliscendi continuo tra le irraggiungibili vette dell’immaginazione e gli abissi profondi e oscuri della quotidianità. Ma l’abilità di Ventriglia non è solo nella regia, dinamica e corale, ma soprattutto negli evidenti “azzardi” artistici che rende “invisibili” attori: basti pensare alle musiche, rigorosamente live, tratte e ispirate alle sonorità del mondo, interpretate da Franco Basile, Clemente Amoruso, Franco Faraldo e Mimmo Tenga; alle immagini proiettate, particolari grafico-pittorici delle opere di Paolo Ventriglia assemblate e montate filmicamente ad hoc da lui e da Adriana Santoro; ai Burattini, spettacolo nello spettacolo, omaggio dovuto e sentito all’opera di Jarry (Ubu) reso magistralmente da Toni Iorio e Sara Goldoni; a quell’evocativo “‘Ha ‘ha”; o alle “alienanti” maschere, opera di Livio Marino Atellano e Ventriglia. Il massacrante lavoro di backstage, che ha coinvolto e riunito storici del gruppo e preziosi innesti, ha visto anche la partecipazione di alcuni personaggi d’eccezione, l’“ottimizzatore patafisico”, Paolo Russo, e la fotografa e artista Irene Petrella, cui si devono i favolosi scatti dell’evento che rivivranno in una elegante mostra a breve allestita presso lo studio del professor Raffaele Cutillo. Il noto architetto ha infatti messo a disposizione il suo prestigioso e polivalente spazio per le prove dello spettacolo, nonché ospitato la celeberrima macchina del decervellamento. Magia e unicità sono state regalate all’evento scenico dagli attori Carmela Gilda Tomei, Brunella Spina, Terry Perretta, Toni Iorio, Gerardo Del Prete, Tore Iengo e Corradino Campofreda, un cast compatto, che ha entusiasmato il pubblico in una fresca sera di fine estate.

(Rosaria Morra)

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